venerdì 30 agosto 2019
mercoledì 22 maggio 2019
Le video interviste al cast di Il rompiballe di Veber
Sono in scena al Teatro San Babila dal 21 al 26 maggio 2019, Max Pisu e Claudio Batta, e con Lucia Marinsalta, Claudio Moneta, Roberta Petrozzi e Giorgio Verduci in Il rompiballe di Francis Veber.
Gli attori, diretti da Marco Rampoldi, con la scenografia ideata e realizzata da Marco Rossi e Mattia Bardoni, con i costumi di Francesca Faini vi invitano a teatro
Max Pisu e Claudio Batta il rompiballe e il killer
la compagnia di Il rompiballe vi aspetta al San Babila
sabato 18 maggio 2019
Max Pisu è "il rompiballe " di Veber

Max Pisu è in scena al Teatro San Babila dal 21 al 26 maggio
2019, insieme a Claudio Batta, e con Lucia Marinsalta, Claudio Moneta, Roberta
Petrozzi e Giorgio Verduci in Il rompiballe di Francis Veber.
Gli attori, diretti da Marco Rampoldi, con la scenografia
ideata e realizzata da Marco Rossi e Mattia Bardoni, con i costumi di Francesca
Faini divertiranno il pubblico con le avventure di un “rompiballe”, un
fotografo depresso e con tendenze suicide, interpretato appunto da Pisu, che
manda a monte gli intenti omicidi di un killer (Claudio Batta), ingaggiato
dalla malavita per eliminare un politico, piazzandosi in una camera d’albergo. Attraverso il divertente meccanismo della
commedia degli equivoci i due (fotografo e killer) si trovano in stanze
contigue e si intralciano a vicenda, dando vita a una commedia di puro
divertimento, con una girandola di personaggi che entrano ed escono e con colpi
di scena.
Max Pisu, attore e cabarettista e noto attore comico di Zelig con il
personaggio di Tarciso, interpreta ora il “rompiballe” e afferma: «Pignon è il
rompiballe, si avvicina molto a me, perché è ridicolo in un modo cicino alla
mia vena comica, combina casini ed è malinconico, cinico e mi trovo bene in
questi panni. Il regista mi Marco Rampoldi mi conosce e mi dirige nel comico da
tempo, quindi ha pensato che questo personaggio potesse andare bene per me;
insieme abbiamo già fatto La cantatrice
calva e ci siamo capiti subito, così in alcune scene mi ha lasciato carta
bianca.
Dopo aver recitato in tanti monologhi, mi piace dedicarmi
alle commedie in cui cambia il meccanismo comico: rispetto al cabaret, in cui
sei solo e al centro della scena, nella commedia a volte sei spalla, a volte
sei protagonista. Quando torno a Milano gioco in casa, il pubblico mi conosce e
mi viene a vedere aspettandosi un certo tipo di teatro da me. In Il rompiballe anche noi attori ci divertiamo
molto, siamo gli infatti un bel gruppo affiatato. Spesso faccio lunghe tournée
e ritengo importante per gli attori recarsi anche in piccoli centri, in cui
scopro teatri bellissimi e in cui si lavora bene e ci sono molti abbonati; il ruolo dell’attore è anche quello di piacere
a tutti e diffondere il teatro.
Oggi i nuovi compici hanno più difficoltà, rispetto a noi,
che negli anni Ottanta e Novanta lavoravamo nei locali e così, facendo la
gavetta, abbiamo potuto avere successo in televisione con trasmissioni come
Zelig. Oggi i giovani seguono meno il cabaret e si divertono in modi diversi rispetto
a qualche anno fa, le abitudini stanno cambiando. Mentre la commedia è un
genere che ha sempre successo, quindi vi aspetto a Milano, al San Babila con il
mio divertente Rompiballe.» Ar. C.
venerdì 17 maggio 2019
Un divertente Killer in Il rompiballe
Dal 21 al 26 maggio 2019 Max Pisu e Claudio Batta, con Lucia Marinsalta, Claudio Moneta, Roberta Petrozzi e Giorgio Verduci debuttano in Il rompiballe di Francis Veber con la regia di Marco Rampoldi.
Un killer, nascosto in una camera d’albergo, e un fotografo
“rompiballe” che stravolge i suoi piani, trovandosi casualmente nella stanza attigua, interpretati rispettivamente da Claudio
Batta e Max Pisu, sono i protagonisti della esilarante pièce di Veber. Claudio Batta, che è stato Capocenere,
l’enigmista di Zelig e il capo-cella Ciccio, protagonista della sit-com Belli Dentro, ambientata in carcere, e, ha portato in scena diverse commedie con la
compagnia "Tempi Moderni" da Agatha Christie, ad Anton Cechov, da Michael
Frayn, a Georges Feydeau, oltre ai suoi monologhi Da quando ho famiglia sono single e Agrodolce, ora viene diretto da Marco Rampoldi. “Interpreto un
divertente killer che cerca di uccidere un noto politico in Il rompiballe, che debutta al San Babila,
una commedia degli equivoci, come la celebre Cena dei cretini dello stesso autore- racconta Batta. Tutte le
vicende si susseguono in chiave comica in un testo che crea suspance e rimane misterioso
e anche il mio personaggio del killer subisce una divertente evoluzione.
Dopo aver interpretato diversi monologhi, come Agrodolce, dedicato all’alimentazione, e Da quando ho famiglia sono single, sulle relazioni genitoriali, torno ad essere interprete di una commedia, a cui peraltro mi ero già dedicato in passato. Un attore comico deve, infatti, mettere in atto le sue doti attoriali, per recitare in una commedia vera e propria e non tutti gli attori sono in grado di passare dal monologo alla recitazione di un testo; inoltre è molto importante essere ben diretti, come noi, da un regista che ha molta dimestichezza con la commedia e che valorizza, con la sua lettura, i meccanismi comici. Vi aspettiamo quindi al San Babila.” Ar.C.
mercoledì 8 maggio 2019
in esclusiva una breve anteprima di Partenza in salita
Sul palco del Teatro San Babila Corrado e Camilla Tedeschi, protagonisti di Partenza in salita di Gianni Clementi recitano per noi una breve brano tratto dallo spettacolo.
Un padre insegna alla figlia a guidare ma nell'abitacolo della macchina padre e figlia si conoscono davvero in uno spettacolo che diverte e commuove.
Corrado e Camilla e una loro lezione di guida
La video intervista a Camilla Tedeschi
Sul palco del Teatro San Babila, appena conclusa la replica di oggi, Camilla Tedeschi in scena con il padre Corrado, fino al 12 maggio, con Partenza in salita di Gianni Clementi, si racconta in una video intervista
Camilla racconta come ha iniziato ad amare la recitazione la mia passione è il teatro
Il mio personaggio in Partenza in salita
Corrado e Camilla Tedeschi vi aspettano al San Babila: fino al 12 maggio siamo in scena
venerdì 3 maggio 2019
Corrado Tedeschi, padre in scena
Dal 7 al 12 maggio, Corrado Tedeschi e Camilla Tedeschi raccontano al Teatro San Babila di Milano il loro rapporto di padre e figlia in Partenza in salita, scritta da Gianni Clementi con la regia di Corrado Tedeschi e Marco Rampoldi.
Racconta Corrado Tedeschi, a pochi giorni dal debutto
milanese: «Il rapporto tra me e mia figlia è rappresentato in scena
perfettamente, infatti noi ci relazioniamo in teatro nello stesso modo che
nella realtà. Quando il drammaturgo Gianni Clementi, che ci conosce bene, si è
offerto di scrivere una commedia su di noi, siamo stati molto contenti, perché,
abitualmente, sembriamo vivere in una sit com. Inoltre, portare in scena il
nostro rapporto è molto divertente, ma anche commovente perché tutto quello che
accade ci è realmente successo, così il pubblico ride e si riconosce in
situazioni plausibili.
L’autore ha inserito situazioni reali infatti e le
persone che ci conoscono meglio le riconoscono pienamente. Il mio rapporto con
Camilla è talmente speciale ed esemplare così molti altri padri e figli potranno
riconoscersi per cui abbiamo pensato fosse bello metterlo in scena rappresentando
anche i momenti conflittuali senza il quali non si può vivere.»
E
come si trova Camilla a recitare con il padre?
«Mia figlia ha
già avuto una esperienze in teatro e ha ricoperto diversi ruoli al cinema, così
in scena si trova benissimo, poiché ha la capacità di non recitare, appare vera
proprio perché interpreta il suo personaggio con la giusta naturalezza,
altrimenti sarebbe totalmente stonata. Il nostro rapporto è molto solido ma è
anche cambiato grazie alla tournée di Partenza
in salita. Recitare con me le è servito molto, perché ha aumentato la sua
autostima, ha alzato l’asticella della paura, infatti fare teatro è terapeutico,
così, tutte le sere, pronuncio la battuta “facendo teatro con Camilla, ho
risparmiato i soldi dell’analista.” Ora sono contento di debuttare a Milano,
città che mi ha adottato perché il pubblico milanese, che è esigente ed esperto
mi apprezza, e io ne sono molto orgoglioso; inoltre torno sempre con grande gioia
al Teatro San Babila in cui a ho vissuto momenti meravigliosi.» Ar. C.
martedì 26 marzo 2019
La scuola di Fame al Teatro San Babila
In scena la teatro San Babila dall’8 marzo al 14 aprile 2019, con la regia di Federico Bellone, torna il celebre musical Fame The Musical – Saranno famosi - con il testo di José Fernandez, le musiche di Steve Margoshes, le canzoni di Jacques Levy che racconta la vita degli allievi e gli insegnanti della High School of the Performing Arts di New York.
Il regista e produttore teatrale Federico Bellone, dopo essersi laureato in Discipline delle
Spettacolo all’Università Cattolica ed essere stato aiuto regista di Saverio
Marconi, ha diretto diversi musical, tra cui Grease, Dirty Dancing, Flashdance e Fame che ora, con la produzione Wizard, riporta in scena in un nuovo
allestimento.
«Il successo internazionale dei musical è dovuto alle trame
semplici o anche più complesse che entusiasmano il grande pubblico, - racconta Bellone - poiché sono
spettacoli che uniscono danza, recitazione, canzoni così da essere godibili da
un elevato numero di persone. È importante, inoltre, creare versioni in
italiano, poiché le canzoni sono il proseguo dei dialoghi e il pubblico deve
essere messo in grado di capire ogni passaggio, per apprezzare fino in fondo la
storia. Allestire un musical è un impegno notevole, soprattutto economico, poiché
prevede diversi cambi di scena e teatri con palcoscenici ampi per dare il
giusto spazio alle coreografie, inoltre, spesso i musical sono a lunga tenuta,
così bisogna avere un budget adeguato da investire e programmarli molto prima.
Inoltre bisogna selezionare i titoli giusti che incontrino il favore del
pubblico. 
Il cast viene selezionato con bando pubblico, così poi gli addetti ai lavori e
le commissione selezionano gli attori e ballerini più adatti ai singoli ruoli.
Consiglio ai giovani attori, che come nella scuola di Fame, vogliono intraprendere la carriera nel musical di studiare,
di prepararsi come per qualunque altro lavoro: infatti l’unica possibilità per
lavorare in teatro è studiare come per qualunque altro lavoro. In Italia
esistono ottime scuole specifiche, anche se non c’è ancora una tradizione
consolidata, come per esempio nel Stati Uniti.»
E quando Federico Bellone ha scoperto la sua passione per i musical?«Mi sono appassionato da piccolissimo, fin da quando andavo a teatro con mia nonna a vedere l’operetta, ed uscivo affascinato. Il musical e l’operetta in Italia sono collegati strettamente e hanno una lunga tradizione di successo. A teatro ad assistere ai musical ci sono molti bambini e adolescenti che, per esempio, come in questo caso, si ritrovano nella storia della scuola di Fame, nei comportamenti ribelli di alcuni personaggi e nel rapporto tra alunni e professori. Sarebbe importante, infatti, che le scuole dedicassero maggior tempo al teatro e ne capissero la funzione educativa, argomento di cui parlavano proprio qualche giorno fa con Gianluca Guidi, che in scena con un classico del musical come Aggiungi un posto a tavola al Teatro della Luna. Educare i giovani spettatori al teatro in un paese come l’Italia in cui l’opera lirica e il teatro hanno avuto grandissimi autori e allestimenti significativi, è un dovere, mentre spesso il teatro viene relegate a materia opzionale ed è già tanto, poiché sono poche le scuole che hanno progetti che comprendano laboratori teatrali, così anche da formare appassionati spettatori del futuro.

Intanto vi aspetto alla scuola di Fame e, tra i professori, oltre a Simona Samarelli, Francesca
Taverni, Gipeto, troverete anche Marco Vaccari, il direttore artistico del San
Babila nel ruolo di Mr. Myers!» Ar. C.
Guarda il video ufficiale di presentazione:entra nella scuola di Fame
mercoledì 13 febbraio 2019
Trappola per topi, la videointervista
A pochi minuti dal debutto di Trappola per topi, il regista e attore Stefano Messina presenta il divertente giallo di Agatha Christie
videointervista a la compagnia di "Trappola per topi" in scena al San Babila
mercoledì 6 febbraio 2019
Emozione e divertimento in "Trappola per topi" di Agatha Christie
Dal 12 al 17 febbraio, con la produzione Attori & Tecnici, debutta al Teatro San Babila Trappola per Topi, un giallo avvincente, ma divertente di Agatha Christie, con la regia di Stefano Messina e interpretato da Claudia Crisafio, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Annalisa Di Nola, Roberto Della Casa, Elisa Di Eusanio, Sebastiano Colla, Massimiliano Franciosa.
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Roberto Della Casa e Annalisa Di Nola - ph M.Giusto |
La scrittrice Agatha Christie ha adattato il suo racconto giallo,
Tre topolini ciechi, per il teatro
trasformandolo in Trappola per topi e
ottenendo un grande successo; infatti il testo viene rappresentato in tutto il
mondo ininterrottamente dal 1955. Il regista e attore Stefano Messina spiega: «Ho
scelto questo testo perché è un classico e per questo può sempre essere riproposto,
è un sempreverde. La forza dello spettacolo è il racconto della vicenda che
tiene gli spettatori inchiodati alla poltrona per la suspence che ne scaturisce, gli spettatori prendono il posto dell’ispettore
che indaga, secondo la dinamica del giallo. Infatti lo spettatore segue le indagini
e vuole essere lui a scoprire per primo l’assassino; mentre la scelta di come
fare in modo che il pubblico scopra il colpevole dipende dal gusto della regia.
A me piaceva mantenere una distanza nel testo, non attualizzarlo, ma immaginare
questi anni in cui è scritto, gli anni Cinquanta, pensare al dopoguerra, agli
orfanotrofi e alla condizione dei bambini abbandonati. Persone senza scrupoli prendevano bambini con sé
come si racconta nel testo, facendo riferimento alla morte prematura del
fratello del sergente Trotter, a causa dei maltrattamenti e delle privazioni
subite da parte della donna che lo aveva in adozione e che si scopre essere l’anziana
signora uccisa all’inizio del racconto. Mi è sembrato giusto trattare il tema e
affrontarlo in quegli anni in cui è stato ambientato originariamente dall’autrice.
Contribuiscono a creare l’atmosfera dell’epoca anche le scene di Alessandro
Chiti e i costumi di Isabella Rizza.»
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Stefano Messina |
In questo allestimento Messina è in scena a recitare e anche
a dirigere e dice: «devi essere sempre diviso, infatti è diverso vedere lo
spettacolo da giù rispetto a recitarlo sul palcoscenico, devi avere dei
collaboratori in gamba, come ho la fortuna di avere, che come si dice in gergo “battono
la parte” e contribuisce alla buona riuscita dello spettacolo. La forza di
questo testo, che abbiamo già portato in scena, è che si riesce a conciliare la
grande tensione narrativa del giallo all’impianto di una commedia per cui ci si
diverte; inoltre è adatto a un pubblico di tutte le età e di tutte le
estrazioni sociali, è uno spettacolo trasversale che piace a tutti e che commuove,
poiché è composto da chi sapeva come scrivere per il teatro, è una macchina
perfetta che sa emozionare e divertire.
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Roberto Della Casa - ph M. Giusto |
Al giorno d’oggi, in cui si assiste alla continua
spettacolarizzazione in televisione e sui giornali di casi di cronaca nera, sembra
che la gente voglia sapere quello che è accaduto per capire la natura umana e scoprire le dinamiche che portano
una persona, apparentemente normale, a diventare un assassino. I delitti
efferati mostrano come nell’uomo prevalga l’istinto omicida a scapito della razionalità.
In una grande scrittrice come Agatha Christie appare l’indagine delle zone oscure della mente
umana e delle circostanze che portano l’assassino a comportarsi in un certo
modo, magari perché messo dalla società in condizioni disperate, come se l’autrice
volesse anche suscitare una sorta di pietas
nello spettatore.
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Elisa Di Eusanio e Carlo Lizzani - ph M.Giusto |
La mia messa in scena di Trappola per topi ha già raggiunto un notevole successo in Italia e ora vi aspettiamo al San Babila dove sono già stato e in cui torno sempre con piacere per il pubblico attento che incontro.» Ar.C.
mercoledì 23 gennaio 2019
Le video interviste a Vittorio Vaccaro sul palco del San Babila
Il regista Vittorio Vaccaro, sul palcoscenico del Teatro San Babila, a pochi minuti dalla prima, racconta l'allestimento di Nuvole, tratto da Aristofane, prodotto da Fama Fantasma srl-Teatro San Babila, in scena dal 22 al 27 gennaio 2019.
La messa in scena di Vittorio Vaccaro è molto originale e propone un classico del teatro come Aristofane con modalità inedite: il mio Aristofane sulle tracce della Commedia dell'Arte
La Compagnia di Nuvole è stata selezionata tramite un corso intensivo di recitazione: il mio cast
Il regista vi invita a teatro: venite al San Babila
mercoledì 16 gennaio 2019
Aristofane tra Commedia dell'Arte e Avanspettacolo

Vittorio Vaccaro ritorna al Teatro San Babila di Milano dopo il successo di MYTHOS – LA DONNA 2.0 nell’ottobre 2018, mettendo al centro della sua ricerca i classici greci.
Prodotto da Fama
Fantasma srl-Teatro San Babila, dal 22 al 27 gennaio 2019, Vittorio Vaccaro debutta in Le
nuvole di Aristofane. Nella celebre commedia greca Strepsiade manda il figlio Fidippide dal
filosofo Socrate, perché impari l’arte oratoria per imbrogliare i creditori, ma
il figlio userà quello che ha imparato anche contro il padre, creando
divertenti risvolti comici.
Vittorio Vaccaro dirige una compagnia di attori selezionati tramite
un laboratorio teatrale che lavorano per la prima volta con lui, Christian
Gallucci, Stefania Monaco, Michele Pagliai, Margherita Peluso, Ester Spassini, Marino
Zerbin in una messa in scena che richiama la Commedia dell’Arte e l’Avanspettacolo.
Racconta Vittorio Vaccaro durante le prove in teatro: «il testo è ancora molto
attuale, inoltre lo ho ricollegato ai codici della Commedia dell’Arte e dell’Avanspettacolo:
gli attori si esibiscono su una pedana e utilizzano la maschera e il linguaggio
della maschera, inserendo anche accenti di musicalità. Le nuvole, che nell’originale simboleggiano la filosofia di Socrate, tramite divinità, mentre egli sta sospeso in una cesta in mezzo a loro, qui vengono rappresentate
da una figura attuale, le donne delle pulizie che sono lì a pulire e poi diventano,
con un gioco comico, appunto le nuvole di Socrate, così da inserire anche inserti
di quotidianità.
Come accadeva nel teatro di Aristofane, il gioco scenico procede, prendendo di mira alcuni personaggi contemporanei, e nel mio allestimento gli attori si rivolgono al pubblico, anche in modo molto divertente, ma diretto, creando un teatro senza filtri, anche volgare ma che diviene un gioco corale divertente in cui tutti i sei attori sono coprotagonisti. Ritorno sempre con piacere al Teatro San Babila in cui anche il festival Mythos, che dirigo, è cresciuto. È infatti importante riportare i classici in teatro, anche riscrivendoli e collegandoli a fatti sempre attuali, come ho fatto io quest’anno, legando il festival al femminicidio, alla violenza sulle donne che sono calpestate da una società maschilistica ed egocentrica. Il teatro classico può sempre dare un insegnamento poiché i testi di Eschilo, Euripide, Sofocle e di Aristofane sono scritti magistralmente e anche il pubblico di oggi se ne accorge venendo a teatro. Inoltre, durante Mythos si sono creati attori professionisti, grazie a incontri e laboratori teatrali che diventano una vera palestra dell’attore dalla quale ho scelto i miei sei bravissimi attori e ora vi aspetto a teatro, che dal mondo classico ad oggi diviene il luogo prescelto in cui possiamo raccontare storie.» Ar.C
lunedì 7 gennaio 2019
La compagnia Teatro San Babila vi aspetta fino all'11 gennaio 2019 con Doppia Coppia
I protagonisti di Doppia coppia presentano lo spettacolo in scena al Teatro San Babila fino all'11 gennaio 2019
Marco Vaccari: «Nella divertente commedia degli equivoci Doppia coppia del drammaturgo inglese Derek Benfield, scomparso nel 2009, il mio personaggio, Ferris, accetta controvoglia di occuparsi, in assenza della sorella, dell’accoglienza dei clienti e della gestione del suo albergo.
Lì arrivano due coppie di amanti per trascorrere giornate di svago, senza sapere che i rispettivi coniugi sono nello stesso albergo con i rispettivi amanti. Si scatena così un esilarante meccanismo degli equivoci tra porte che si aprono e si chiudono con personaggi che appaiono all’improvviso tra bugie, equivoci, scambi di coppie.La commedia oggi funziona sempre, poi se una commedia degli equivoci è fatta bene, se l’intreccio è divertente con tante invenzioni drammaturgiche e trovate registiche, se mantiene il ritmo, tutto funziona e il pubblico è molto soddisfatto. Certo è importante l’intreccio, ma bisogna sempre inventare qualcosa di nuovo, infatti non basta che le trovate siano scritte nel copione: il regista deve migliorare e dare più efficacia al tutto, utilizzando sintesi e ritmo per attribuire vivacità e poi gli interpreti devono essere bravi. Infatti non tutti gli attori sono portati per esibirsi nel tragico e nel comico, anche se un attore dovrebbe prepararsi su entrambe le possibilità, alcuni attori hanno una predisposizione per il drammatico, ma diventano anche attori comici, mentre alcuni, che si esibiscono sempre in testi impegnati, si scoprono attori brillanti nella commedia. Infatti, un attore deve essere versatile. In Doppia coppia io sono sia attore sia regista: in questi casi bisogna avere una buona capacità di vedersi da fuori, per potersi migliorare ed è uno sforzo fisico e mentale notevole.»
Emanuela Rimoldi: «Il mio personaggio nella commedia Doppia coppia - racconta Emanuela - dimostra una forte passione amorosa per il rapporto extraconiugale che sta vivendo, infatti gestisce la storia da “femmina fatale” ; è una donna sofisticata, anche se non è in grado di mantenersi tale nello svolgimento della vicenda, infatti, diventa comica e divertente per il pubblico, perché perde la sua compostezza, è sempre sopra le righe, è molto esuberante ed ha una sua particolare visione della realtà che le consente di essere sempre allegra e propositiva, senza mai scoraggiarsi, nonostante gli intoppi della storia. Noi attori, quando recitiamo, come in questo caso, in una commedia brillante, molto giocosa con numerosi colpi di scena, dobbiamo apparire affiatati fra noi e mantenere un ritmo serrato nella recitazione per stupire il pubblico, divertendolo.Sono contenta anche di tornare in teatro, a Milano, la mia città.»
Gianni Lamanna: «Esibirsi al teatro San Babila per me è sempre una bella esperienza e incontrare un nuovo pubblico che ora si sta rinnovando grazie a un cambio generazionale, inoltre mi trovo bene con tutti gli attori della compagnia, tra cui Marco Vaccari che è mio coscritto e che oltre a recitare ci dirige con precisione. Un attore infatti deve sempre affidarsi alla regista con il massimo rispetto.»
Stefania Pepe: «In Doppia coppia, infatti, lavoro con Marco Vaccari, anche lui
come me diplomato all’Accademia dei Filodrammatici. Marco è bravissimo come regista anche perché sa creare un gruppo coeso: siamo molto affiatati e lavoriamo in un connubio bellissimo. Io sono arrivata nella compagnia per questo spettacolo e, come mi dice Marco, sono entrata in corsa, perché gli altri attori avevano già fatto lo spettacolo due anni fa e io sono stata catapultata dentro un gioco divertente, un gioco teatrale alla Feydeau, con tempi comici velocissimi, tra porte che si aprono e si chiudono. Nella commedia si assiste alla classica situazione in cui due coppie si trovano a sorpresa nello stesso albergo con i rispettivi amanti fra un divertente incastro di equivoci. Il mio personaggio è una donna molto divertente, ma ansiosa che decide di tradire il marito, ma appare goffa, timida, continua a mangiare cioccolatini, perché sono l’unico antidoto agli attacchi d’ansia, costruisco così un personaggio simpatico di una perdente in cui si possono riconoscere le persone che non si sentono adeguate alle situazioni.»
Roberto Vandelli:« Io abitualmente alterno drammatico al brillante al musical e in Doppia coppia mi diverto molto, perché il mio personaggio è simpatico, è il piacione della situazione che, alla fine, viene scoperto. Ognuno di noi ha caratteristiche diverse, ma, insieme, creiamo una bella alchimia e funzioniamo alla perfezione. Infatti è una commedia basata sul ritmo, alla Feydau con entrate e uscite a sorpresa di amanti, mogli e mariti. Si assiste a dinamiche divertenti, spero che il pubblico accorra numeroso, infatti mettere in scena una commedia che funzioni non è facile, è molto più difficile far ridere che commuovere.»
mercoledì 12 dicembre 2018
Le video interviste di "Mostri a parte"
Nel camerino del Teatro San Babila, a pochi minuti dal debutto milanese le video interviste a Maurizio Casagrande e ad alcuni attori della compagnia di Mostri a parte in scena fino a domenica 16 dicembre.
Maurizio Casagrande racconta Mostri a parte: vi divertirete!
Alcuni attori in scena in Mostri a parte presentano i loro personaggi
Grande trionfo per la prima dello spettacolo
martedì 11 dicembre 2018
Maurizio Casagrande e i "nuovi mostri"
Dall’11 al 16 dicembre 2018, l’attore e regista Maurizio Casagrande arriva al Teatro San Babila con MOSTRI A PARTE, scritto da Maurizio Casagrande e Francesco Velonà.
Dopo un grande successo di pubblico e di critica riscosso in varie città italiane, debutta a Milano Mostri a parte, una sottile e divertentissima satira sul mondo della show business, scritta, interpretata e diretta da Maurizio Casagrande, che si era già esibito in passato al teatro San Babila di Milano, riscuotendo un enorme successo con E fuori nevica con Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso e Nando Paone. Lo spettacolo, infatti, aveva fatto conoscere al grande pubblico questi attori che, in questi anni, hanno raggiunto una grande popolarità e uno straordinario successo personale. Come spiega Casagrande infatti esibirsi a Milano è un banco di prova, ma anche una notevole soddisfazione: «il pubblico di Milano è quello di una grande metropoli, è un pubblico che non ha preconcetti, è aperto, curioso di valutare quello che vede, dandoti così la possibilità di fare qualunque cosa, poiché è un pubblico con apertura mentale.»
Figlio d’arte di Antonio Casagrande, attore della compagnia
di Eduardo De Filippo, Maurizio Casagrande è stato protagonista di moltissimi
spettacoli teatrali, si è esibito, prima con Vincenzo Salemme, poi in altri spettacoli
oltre che recitare in numerosi film di successo e in fiction televisivi e
recentemente in testi scritti da lui.
«Da un po’ di tempo – afferma Casagrande - preferisco
divertimi a recitare in pièce scritte da me, come molti altri attori, lavoro in
teatro perché mi piace, anche se è poco remunerativo, però le emozioni sono impagabili perché c’è il pubblico
in sala, e assisti alle loro reazioni in diretta, ma in questi anni mi sono reso
contro che ho recitato in alcuni spettacoli che non mi convincevano, così non
volevo deludere il mio pubblico, perché mi attribuiscono la responsabilità di
quello che faccio, quindi pian piano ho maturato la decisione di scrivere io
quello che interpreto.
Per Mostri a parte, che debutta al San
Babila, mi è venuta un’idea attuale, cioè di parlare del mondo dello spettacolo,
del mondo della televisione e di tutto ciò che gira attorno allo show business che
diviene preda di personaggi famosi, ma famigerati che non hanno neanche la
volontà di ricercare un talento, ma vogliono solo mettersi in evidenza e in mostra
e si parla così di “nuovi mostri della televisione”. Ho pensato al protagonista
della mia commedia come una rock star degli anni Ottanta, ora dimenticato: egli ha una relazione con
una donna, conduttrice televisiva famosa, ma di scarse qualità, che gli offre
la possibilità di partecipare a un suo show televisivo in cui vede i “nuovi
mostri” che rappresento in scena ispirandomi ai personaggi tipici dei film
horror italiani: la show girl, una ragazzina che ha grande successo, ma non è una
artista, ha il volto di una vampira, l’attore
bellissimo, ma che non sa fare niente, è l’uomo lupo, sfilano così una serie di
personaggi stravaganti che ci portano a riflettere, infatti gli spettacoli che
io amo proporre al pubblico sono divertentissimi, ma offrono la possibilità di un ragionamento scanzonato
e divertito. Quando scrivo per il teatro ho già in mente per me una parte, parto
da me pensando a cosa potrei fare io e poi scrivo le parti per gli altri attori.
Dato che io ho iniziato come batterista e amo molto il mondo della musica, ho
sentito il bisogno di dare al mio personaggio il volto di un uomo di spettacolo
e il mondo che mi era più caro era quello della musica, in cui tante persone
hanno successo, magari con una sola canzone: sono le meteore che poi non riescono
a ripetere il successo di quell’unica canzone, anche se magari a noi resta in
mente il motivo ma non sappiamo più chi l’ha scritta, ecco il mio personaggio è
uno di loro. Ora vi aspetto a teatro per conoscerlo! Io alterno, pianificando il teatro al cinema perché
sono versatile e mi piace cambiare, quindi anche se amo moltissimo il teatro
non mi fossilizzo in una sola attività.»
Ar.C.
lunedì 10 dicembre 2018
Marco Vaccari direttore artistico del Teatro San Babila, attore e regista in Doppia Coppia
Marco Vaccari, direttore artistico del Teatro San Babila di Milano, attore e regista, presenta al pubblico Doppia coppia di Derek Benfield, in scena dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 con la Compagnia Teatro San Babila, composta da Gianni Lamanna, Stefania Pepe, Emanuela Rimoldi, Roberto Vandelli e da Marco Vaccari anche regista della commedia.
«Per le feste proponiamo una divertente commedia degli
equivoci Doppia coppia del drammaturgo
inglese Derek Benfield, scomparso nel 2009. Il mio personaggio, Ferris, ha
accettato controvoglia di occuparsi, in assenza della sorella, dell’accoglienza
dei clienti e della gestione del suo albergo. Lì arrivano due coppie di amanti
per trascorrere giornate di svago, senza sapere che i rispettivi coniugi sono
nello stesso albergo con i rispettivi amanti. Si scatena così un esilarante
meccanismo degli equivoci tra porte che si aprono e si chiudono con personaggi
che appaiono all’improvviso tra bugie, equivoci, scambi di coppie.
La commedia oggi funziona sempre, poi se una commedia degli equivoci è fatta
bene, se l’intreccio è divertente con tante invenzioni drammaturgiche e trovate
registiche, se mantiene il ritmo, tutto funziona e il pubblico è molto
soddisfatto. Certo è importante l’intreccio, ma bisogna sempre inventare qualcosa
di nuovo, infatti non basta che le trovate siano scritte nel copione: il regista deve migliorare e dare più
efficacia al tutto, utilizzando sintesi e ritmo per attribuire vivacità e poi
gli interpreti devono essere bravi.
Infatti non tutti gli attori sono portati per esibirsi nel tragico e nel
comico, anche se un attore dovrebbe prepararsi su entrambe le possibilità,
alcuni attori hanno una predisposizione per il drammatico, ma diventano anche
attori comici, mentre alcuni, che si esibiscono sempre in testi impegnati, si
scoprono attori brillanti nella commedia. Infatti, un attore deve essere
versatile. In Doppia coppia io sono
sia attore sia regista: in questi casi bisogna avere una buona capacità di
vedersi da fuori, per potersi migliorare ed è uno sforzo fisico e mentale
notevole.»
Quali sono le novità del Teatro San
Babila ?«La stagione del Teatro San Babila si è trasformata, abbiamo anche alcuni fuori
programma, come appunto Doppia Coppia,
spettacolo fuori abbonamento a cui aspettiamo sia gli abbonati sia chi non lo è.
Infatti nella stagione 2018-19 abbiamo molte possibilità per tutti i gusti: abbiamo
inserito spettacoli estemporanei, come Uno
nessuno e centomila di Pirandello con Enrico Lo Verso. Abbiamo, infatti,
oltre alla tradizionale stagione di prosa, aperta da Sebastiano Lo Monaco con Il berretto a sonagli, che sta
proseguendo con Franco Castellano e Nathalie Caldonazzo, Maurizio Casagrande, la
compagnia Attori & Tecnici, Roberto
Ciufoli, Simone Colombari, Eleonora Ivone, Amanda Sandrelli, Corrado Tedeschi,
due musical (Mambo italiano e Fame con la regia di Federico Bellone), una
stagione di operetta della Compagnia Elena D’Angelo che riscuote sempre un grandissimo
successo (Scugnizza, La duchessa del Bal
Tabarin, Al cavallino bianco, Cin ci là), una stagione per bambini con
Ciccio Pasticcio Band e Pepita Onlus, e una stagione d’opera lirica con l’Associazione
Musica in Scena che propone L’elisir d’amore,
La Bohème, La Traviata, Aida.
Il pubblico continua ad aumentare, infatti molti spettatori si sono affezionati
alla nostra gestione e in cinque anni
stiamo facendo un bel percorso di crescita.» Ar. C.
giovedì 29 novembre 2018
Franco Castellano si racconta

Per la prima volta in Italia Baciami James di Robert Farquhar è in scena al teatro San Babila di Milano fino al 2 dicembre 2019, con la regia di Gugliemo Guidi, e con protagonisti Franco Castellano e Nathalie Caldonazzo.
Franco Castellano
è Eddie, uno scapolo che combina di incontrarsi in una stanza di albergo con
Crystal, interpretata da Nathalie Caldonazzo. I due si confidano le loro
aspettative e insicurezze, mettendo in evidenza le loro differenti personalità.
A questo
link il video con cui Franco racconta :"il mio personaggio"
Castellano
ha iniziato la sua carriera in teatro, per poi raggiungere la popolarità, grazie
a fiction televisive, come Commesse, ed
è diventato volto noto di molte serie tv, ma la sua priorità è sempre recitare
in teatro, come racconta nel camerino
del teatro San Babila poco prima del
debutto di Baciami James: «io sono
nato con il teatro, prima lo ho scoperto a scuola, poi mi sono diplomato all’Accademia
Nazionale di Arte Drammatica Silvio D'Amico a Roma, in un’epoca in cui non
esistevano tutte le scuole di teatro che ci sono ora, ma erano poche e molto
selettive. Fare l’attore è un mestiere che, in rari casi, diventa arte, si deve
fare per passione, perché si
affronta una vita di sacrifici, con alti
e bassi. Sappiate che se salite la strada
del successo, dovete guardare in faccia le persone che incontrerete quando la
discenderete, perché saranno le stesse che avevate incontrare in salita e
saranno lì ad aspettarvi. La vita
dell’attore di teatro presenta molti sacrifici, anche perché le tournée oggi durano
poco e solo alcuni festival e alcune produzioni hanno finanziamenti, inoltre si
è schiacciati dalla televisione che ha cambiato meccanismo in questi anni. Oggi
chiunque abbia partecipato a un reality pensa di essere un attore, mentre
recitare non vuol dire imparare a memoria una poesia o una filastrocca, ma deve
esserci dietro uno studio e un modo di affrontare i personaggi che deve essere
continuamente approfondito e sviluppato. Oggi si vedono persone in palcoscenico
che non sanno neppure camminare, figuriamoci recitare! Tempo fa un personaggio
come Amleto veniva interpretato da un attore quarantenne non da un ventenne,
poiché richiede maturità di espressione, è un personaggio drammatico, con una
gamma di sentimenti che vogliono una padronanza da adulto: solo per recitare “essere
e non essere” devi sapere quello che dici e averlo capito a fondo, per trasmetterlo
al pubblico, non si può recitare perché
hai la presunzione di esistere solo tu. Inoltre, devi imparare a recitare e non
usare inflessioni o caratterizzazioni dialettali per far ridere il pubblico, un
grandissimo attore comico, che aveva una dizione italiana perfetta, è stato
Walter Chiari. Diventare attore è un mestiere che si impara, studiando e stando
in scena, ma solo per alcuni diventa arte.» Ar.
C.
martedì 27 novembre 2018
Le video interviste ai protagonisti di Baciami James
Nel camerino del Teatro San Babila Franco Castellano e Nathalie Caldoanzzo presentano i loro personaggi di Baciami James di Robert Farquhare con la regia di GUGLIELMO GUIDI vi aspettano al San Babila dal 27 novembre al 2 dicembre
La pièce, andata in scena per la prima volta a Londra nel 1998, è rappresentata per la prima volta in Italia
Franco Castellano: "vi presento il mio personaggio"
Nathalie Caldonazzo, "siamo una coppia che non si acchiappa "
domenica 25 novembre 2018
Roberto Vandelli, il piacione di "Doppia coppia"
IV parte/Roberto Vandelli
Uno speciale dedicato ai protagonisti di Doppia coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari che sarà in scena al Teatro San Babila, dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 e con un doppio spettacolo il 31 dicembre alle ore 18 e alle ore 22.
Roberto Vandelli passa con abilità istrionica dai classici come Pirandello e Shakespeare, al musical come in questi giorni in Flashdance il musical, con la regia di Chiara Noschese, alla commedia brillante come Doppia coppia che sarà in scena al San Babila con la regia di Marco Vaccari, suo compagno all’Accademia dei Filodrammatici.
Vandelli ha iniziato la sua carriera, infatti, diplomandosi all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, ma ha anche fatto parte della Compagnia del Teatro Gerolamo di Milano, diretta da Umberto Simonetta, come assistente alla regia, incontrando Paolo Rossi, Maurizio Micheli e avendo modo di affinare il suo ecclettismo, come spiega: «aver frequentato la stessa scuola di teatro di Marco Vaccari ci lega professionalmente, infatti abbiamo avuto come docente Ernesto Calindri, abbiamo appreso un alto livello di dizione e abbiamo imparato con disinvoltura ad articolare la voce, ma il rischio, se non ci metti del tuo, potenziando la tua predisposizione naturale è che si rischia di recitare tutti “alla Calindri.” Io lavorando anche al Gerolamo in cui facevo l’assistente alla regia, ho potuto imparare il meglio dell’Accademia, ma anche unire una differente esperienza personale.Ora sono pronto a riprendere Doppia coppia al San Babila. Chi ha visto un precedente allestimento, noterà alcune differenze, poiché, rivedendoci anche in video, ci abbiamo lavorato ancora e abbiamo modificato alcune situazioni, così ora è molto più dinamico. Poi è entrata nella nostra compagnia Stefania Pepe, anche lei diplomata all’Accademia, ma che si è esibita anche come attrice anche di cabaret, così ha aggiunto una sua impronta molto brillante.
Io abitualmente
alterno drammatico al brillante al musical e in Doppia coppia mi diverto molto, perché il mio personaggio è simpatico,
è il piacione della situazione che, alla fine, viene scoperto. Ognuno di noi, Emanuela
Rimoldi, Gianni Lamanna, Stefania Pepe, Marco Vaccari, ha caratteristiche diverse, ma, insieme,
creiamo una bella alchimia e funzioniamo
alla perfezione. Infatti è una commedia basata sul ritmo, alla Feydau con
entrate e uscite a sorpresa di amanti, mogli e mariti. Si assiste a dinamiche
divertenti, spero che il pubblico accorra numeroso, infatti mettere in scena
una commedia che funzioni non è facile, è molto più difficile far ridere che
commuovere. La gente a volte sceglie testi divertenti, perché non ha voglia di
pensare: quando mi esibisco nel musical Flashdance
vedo che abbiamo un seguito pazzesco, non solo arrivano i fan del film, ma si
divertono anche ragazzini di oggi che impazziscono con le musiche trascinanti. Inoltre,
se ti diverti in scena come mi accade con la Compagnia Teatro San Babila, il
pubblico lo sente e si diverte di conseguenza moltissimo. Quindi aspettiamo con
gioia di incontrare gli spettatori del San Babila anche per la serata di Capodanno.»
Ar.C.
giovedì 22 novembre 2018
Emanuela Rimoldi diventa una "femmina fatale"
III parte/Emanuela Rimoldi
Uno speciale dedicato ai protagonisti di Doppia coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari che sarà in scena al Teatro San Babila, dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 e con un doppio spettacolo il 31 dicembre alle ore 18 e alle ore 22.
L’attrice Emanuela Rimoldi, copratogonista con Gianni
Lamanna, Stefania Pepe, Marco Vaccari, Roberto Vandelli, parla del suo legame
con la sua città, Milano, e con la Compagnia Teatro San Babila, in attesa del
debutto Doppia Coppia di Derek
Benfield il 30 dicembre 2018. 
«Il mio personaggio
nella commedia Doppia coppia -
racconta Emanuela - dimostra una forte passione amorosa per il rapporto
extraconiugale che sta vivendo, infatti gestisce la storia da “femmina fatale” ; è una donna sofisticata, anche se non è in grado di
mantenersi tale nello svolgimento della vicenda, infatti, diventa comica e divertente
per il pubblico, perché perde la sua compostezza, è sempre sopra le righe, è
molto esuberante ed ha una sua particolare visione della realtà che le consente
di essere sempre allegra e propositiva, senza mai scoraggiarsi, nonostante gli
intoppi della storia. Noi attori, quando recitiamo, come in questo caso, in una
commedia brillante, molto giocosa con
numerosi colpi di scena, dobbiamo apparire affiatati fra noi e mantenere un
ritmo serrato nella recitazione per stupire il pubblico, divertendolo.
Sono
contenta anche di tornare in teatro, a Milano, la mia città. Per me è
importante far parte della compagnia Teatro San Babila, mi lusinga e mi
emoziona, anche perché abbiamo modo di esibirci in un luogo storico, con una lunga e prestigiosa
tradizione teatrale. Inoltre, dal pubblico del San Babila, abbiamo sempre avuto grandi dimostrazioni di
affetto e speriamo sia così anche quest’anno.
Con tutta la
compagnia, e con il direttore e regista Marco Vaccari, ho un ottimo rapporto, lavoriamo tutti in
perfetta sintonia, inoltre, io che sono nata e cresciuta a Milano, qui mi sono
formata come attrice, quindi per me è
una soddisfazione esibirmi nella città che ho nel cuore, anche se Milano è un
po’ cambiata anche come modalità di lavoro, poiché, purtroppo, il teatro ha sempre uno
spazio ridotto. Siamo fortunati a lavorare in teatro nelle feste natalizie, perché sono momenti in cui le persone
sono più inclini ad andare a teatro e scelgono spettacoli brillanti come il nostro.Lavorare in
teatro è sempre bellissimo, ma per una donna in particolare trovare ruoli non è
facile,inoltre si assiste a una grande competizione fra attrici, perché tutte
vogliono ricoprire i pochi ruoli importante, quindi la preparazione e la serietà sono fondamentali
per essere selezionati. Si dovrebbe
infatti privilegiare chi è preparato rispetto a chi si improvvisa, il nostro non è un ambiente facile in cui tutto si
presenta a portata di mano.
Io continuo
a prepararmi con professionalità, per esempio ho appena finito una collaborazione
con Antonio Albanese alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi: lui ha tenuto un
workshop di un mese ed io sono stata la sua assistente. Questo lavoro è stato stimolante, edificante, costruttivo, sia perché
ho affiancato un grande professionista, sia perché ho potuto sperimentare alcune
tecniche di insegnamento e dare consigli a ragazzi che si stanno preparando a interpretare
personaggi. Ora sto lavorando tra Milano
e Roma e ho molti progetti differenti fra loro in corso, infatti il bello del nostro
mestiere è potersi calare in personaggi diversi che trasmettono emozioni e
stati d’animo diversi che diventano anche parte di noi.” Ar. C.
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