Aristofane tra Commedia dell'Arte e Avanspettacolo
Vittorio Vaccaro ritorna al Teatro San Babila di Milano dopo
il successo di MYTHOS – LA DONNA 2.0 nell’ottobre 2018, mettendo al centro
della sua ricerca i classici greci.
Prodotto da Fama
Fantasma srl-Teatro San Babila, dal 22 al 27 gennaio 2019, Vittorio Vaccaro debutta in Le
nuvole di Aristofane. Nella celebre commedia greca Strepsiade manda il figlio Fidippide dal
filosofo Socrate, perché impari l’arte oratoria per imbrogliare i creditori, ma
il figlio userà quello che ha imparato anche contro il padre, creando
divertenti risvolti comici.
Vittorio Vaccaro dirige una compagnia di attori selezionati tramite
un laboratorio teatrale che lavorano per la prima volta con lui, Christian
Gallucci, Stefania Monaco, Michele Pagliai, Margherita Peluso, Ester Spassini, Marino
Zerbin in una messa in scena che richiama la Commedia dell’Arte e l’Avanspettacolo.
Racconta Vittorio Vaccaro durante le prove in teatro: «il testo è ancora molto
attuale, inoltre lo ho ricollegato ai codici della Commedia dell’Arte e dell’Avanspettacolo:
gli attori si esibiscono su una pedana e utilizzano la maschera e il linguaggio
della maschera, inserendo anche accenti di musicalità. Le nuvole, che nell’originale simboleggiano la filosofia di Socrate, tramite divinità, mentre egli sta sospeso in una cesta in mezzo a loro, qui vengono rappresentate
da una figura attuale, le donne delle pulizie che sono lì a pulire e poi diventano,
con un gioco comico, appunto le nuvole di Socrate, così da inserire anche inserti
di quotidianità.
Come accadeva nel teatro di Aristofane, il gioco scenico procede,
prendendo di mira alcuni personaggi contemporanei, e nel mio allestimento gli
attori si rivolgono al pubblico, anche in modo molto divertente, ma diretto, creando
un teatro senza filtri, anche volgare ma che diviene un gioco corale divertente
in cui tutti i sei attori sono coprotagonisti. Ritorno sempre con piacere al
Teatro San Babila in cui anche il festival Mythos, che dirigo, è cresciuto. È infatti
importante riportare i classici in teatro, anche riscrivendoli e collegandoli a
fatti sempre attuali, come ho fatto io quest’anno, legando il festival al
femminicidio, alla violenza sulle donne che sono calpestate da una società
maschilistica ed egocentrica. Il teatro classico può sempre dare un insegnamento
poiché i testi di Eschilo, Euripide, Sofocle e di Aristofane sono scritti
magistralmente e anche il pubblico di oggi se ne accorge venendo a teatro. Inoltre, durante Mythos si sono creati attori
professionisti, grazie a incontri e laboratori teatrali che diventano una vera palestra
dell’attore dalla quale ho scelto i miei sei bravissimi attori e ora vi aspetto
a teatro, che dal mondo classico ad oggi diviene il luogo prescelto in cui
possiamo raccontare storie.» Ar.C
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