Vanessa Gravina, da
enfant prodige ricercata da fotografi e registi, a noto volto delle fiction,
ora è protagonista dell’affascinante Nina
di André Roussin con la regia
di Pino Strabioli e Patrick Rossi
Gastaldi, in scena dal 27 novembre al 6 dicembre 2015 al Teatro San
Babila
Vanessa Gravina, nata a Milano e romana d’adozione, esordisce
giovanissima con famose campagne pubblicitarie e fotografiche di artisti come Fabrizio
Ferri, Richard Avedon, Gilles Tapie, Angelo Frontoni e Oliviero Toscani, si
dedica poi al cinema e alla fiction tv (tra cui Incantesimo, Sospetti 3
di Luigi Perelli, Gente di mare di
Vittorio de Sisti, Un caso di coscienza 4,
regia di Luigi Perelli, Cento Vetrine
di Daniele Carnacina, Butta la luna 2
di Vittorio Sindoni, Madre, aiutami
di Gianni Lepre.) In teatro ha interpretato, tra gli altri ruoli, La donna del mare di Ibsen, diretta da Giorgio Strehler, La signorina Giulia, con la regia di
Armando Pugliese, ha recitato in Vestire
gli ignudi di Luigi Pirandello, Le
troiane di Euripide, Pilato sempre
di Giorgio Albertazzi, per la regia di Armando Pugliese. È stata Clitemnestra
nell’Orestea di Eschilo, Caterina
nella Bisbetica domata di
Shakespeare, Corie Bratter in A piedi
nudi nel parco di Neil Simon e ora recita,
insieme a Edoardo Siravo e Riccardo Polizzi Carbonelli, in Nina di André Roussin, ruolo che ha fortemente voluto.
Infatti racconta: «Non ho voluto rinunciare a questo
spettacolo che ho anche finanziato, in seguito ai tagli ministeriali, e, grazie
anche al sostegno del regista e direttore artistico Marco Vaccari, attendo con
gioia il debutto a Milano. Mi sento parte integrante della riuscita di Nina, quando infatti porti avanti un
progetto in cui credi senti la fatica ma anche la soddisfazione di un lavoro di
responsabilità.»
Vanessa spiega: «lo spettacolo è nato dall’incontro piacevolissimo
con i due registi, Pino Strabioli, che conosco da tempo, e Patrick Rossi Gastaldi. Hanno creato un allestimento
con costumi retrò, nelle meravigliose scenografie di Bruno Garofalo, mantenendosi
fedeli agli anni ‘40 in cui il testo è ambientato, ma arricchendolo con la
mentalità moderna, poiché noi attori siamo figli del nostro tempo. Nina è legato al perbenismo borghese
dell’epoca che diventa una gabbia sociale dalla quale le persone non possono mai
evadere, come ci racconta Roussin. Infatti, al di là della trama che è un
triangolo amoroso tra una donna affascinante, il marito e l’amante, ci sono
spunti di riflessione, come l’impossibilità di uscire dal proprio ruolo, che imprigiona
i personaggi come una maschera pirandelliana. I nostri registi hanno ideato un
meccanismo a orologeria perfetto, curando in profondità ogni aspetto, dai toni
della recitazione, al contesto sociale, mantenendo ritmi incalzanti. La mia
Nina, come dice Patrick Gastaldi è una “virago” che entra in scena con energia
e deve essere il motore dello spettacolo, senza fermarsi mai, coinvolgendo con
arguzia a volte il marito, a volte l’amante. È una commedia che tuttavia fa anche
riflettere, infatti ognuno vorrebbe la vita dell’altro, così si trasmette anche
una sensazione di tragicità.»
La Gravina, che ha iniziato la sua carriera da bambina,
guarda ora con tenerezza ma anche con occhio critico ai tanti bambini e adolescenti protagonisti di programmi in tv
e afferma: «Oggi c’è tanto voyerismo in tv, si vuole trovare nei bambini un
talento a tutti i costi. Inoltre io ho scoperto il mio essere attrice appassionandomi
alla recitazione e non per vizio altrui, cioè per decisione della mia famiglia,
infatti ribelle come ero, se questo lavoro non mi fosse piaciuto, avrei smesso.
Tanto che anche ora ho deciso di scegliere io in quale ambito lavorare, anche
rischiando, piuttosto che aspettare una telefonata per una convocazione in tv! Io
ho iniziato a lavorare quando c’era un grande boom pubblicitario, prima di
dedicarmi al cinema con Colpo di fulmine,
venivo dall’ambiente milanese di glamour
legato alla moda con famose campagne pubblicitarie, ero già stata davanti alla
pellicola fotografica prima di quella cinematografica, ma in teatro ho scoperto
la mia vera passione che mi ha portato a lavorare anche oggi, scegliendo proposte
di qualità: oggi recitare in Nina è
una delle più importanti occasioni della mia carriera.» Ar.C.