mercoledì 23 gennaio 2019
Le video interviste a Vittorio Vaccaro sul palco del San Babila
La messa in scena di Vittorio Vaccaro è molto originale e propone un classico del teatro come Aristofane con modalità inedite: il mio Aristofane sulle tracce della Commedia dell'Arte
mercoledì 16 gennaio 2019
Aristofane tra Commedia dell'Arte e Avanspettacolo
Vittorio Vaccaro ritorna al Teatro San Babila di Milano dopo il successo di MYTHOS – LA DONNA 2.0 nell’ottobre 2018, mettendo al centro della sua ricerca i classici greci.
Prodotto da Fama
Fantasma srl-Teatro San Babila, dal 22 al 27 gennaio 2019, Vittorio Vaccaro debutta in Le
nuvole di Aristofane. Nella celebre commedia greca Strepsiade manda il figlio Fidippide dal
filosofo Socrate, perché impari l’arte oratoria per imbrogliare i creditori, ma
il figlio userà quello che ha imparato anche contro il padre, creando
divertenti risvolti comici.
Vittorio Vaccaro dirige una compagnia di attori selezionati tramite
un laboratorio teatrale che lavorano per la prima volta con lui, Christian
Gallucci, Stefania Monaco, Michele Pagliai, Margherita Peluso, Ester Spassini, Marino
Zerbin in una messa in scena che richiama la Commedia dell’Arte e l’Avanspettacolo.
Racconta Vittorio Vaccaro durante le prove in teatro: «il testo è ancora molto
attuale, inoltre lo ho ricollegato ai codici della Commedia dell’Arte e dell’Avanspettacolo:
gli attori si esibiscono su una pedana e utilizzano la maschera e il linguaggio
della maschera, inserendo anche accenti di musicalità. Le nuvole, che nell’originale simboleggiano la filosofia di Socrate, tramite divinità, mentre egli sta sospeso in una cesta in mezzo a loro, qui vengono rappresentate
da una figura attuale, le donne delle pulizie che sono lì a pulire e poi diventano,
con un gioco comico, appunto le nuvole di Socrate, così da inserire anche inserti
di quotidianità.
Come accadeva nel teatro di Aristofane, il gioco scenico procede, prendendo di mira alcuni personaggi contemporanei, e nel mio allestimento gli attori si rivolgono al pubblico, anche in modo molto divertente, ma diretto, creando un teatro senza filtri, anche volgare ma che diviene un gioco corale divertente in cui tutti i sei attori sono coprotagonisti. Ritorno sempre con piacere al Teatro San Babila in cui anche il festival Mythos, che dirigo, è cresciuto. È infatti importante riportare i classici in teatro, anche riscrivendoli e collegandoli a fatti sempre attuali, come ho fatto io quest’anno, legando il festival al femminicidio, alla violenza sulle donne che sono calpestate da una società maschilistica ed egocentrica. Il teatro classico può sempre dare un insegnamento poiché i testi di Eschilo, Euripide, Sofocle e di Aristofane sono scritti magistralmente e anche il pubblico di oggi se ne accorge venendo a teatro. Inoltre, durante Mythos si sono creati attori professionisti, grazie a incontri e laboratori teatrali che diventano una vera palestra dell’attore dalla quale ho scelto i miei sei bravissimi attori e ora vi aspetto a teatro, che dal mondo classico ad oggi diviene il luogo prescelto in cui possiamo raccontare storie.» Ar.C
lunedì 7 gennaio 2019
La compagnia Teatro San Babila vi aspetta fino all'11 gennaio 2019 con Doppia Coppia
I protagonisti di Doppia coppia presentano lo spettacolo in scena al Teatro San Babila fino all'11 gennaio 2019
Marco Vaccari: «Nella divertente commedia degli equivoci Doppia coppia del drammaturgo inglese Derek Benfield, scomparso nel 2009, il mio personaggio, Ferris, accetta controvoglia di occuparsi, in assenza della sorella, dell’accoglienza dei clienti e della gestione del suo albergo.
Lì arrivano due coppie di amanti per trascorrere giornate di svago, senza sapere che i rispettivi coniugi sono nello stesso albergo con i rispettivi amanti. Si scatena così un esilarante meccanismo degli equivoci tra porte che si aprono e si chiudono con personaggi che appaiono all’improvviso tra bugie, equivoci, scambi di coppie.La commedia oggi funziona sempre, poi se una commedia degli equivoci è fatta bene, se l’intreccio è divertente con tante invenzioni drammaturgiche e trovate registiche, se mantiene il ritmo, tutto funziona e il pubblico è molto soddisfatto. Certo è importante l’intreccio, ma bisogna sempre inventare qualcosa di nuovo, infatti non basta che le trovate siano scritte nel copione: il regista deve migliorare e dare più efficacia al tutto, utilizzando sintesi e ritmo per attribuire vivacità e poi gli interpreti devono essere bravi. Infatti non tutti gli attori sono portati per esibirsi nel tragico e nel comico, anche se un attore dovrebbe prepararsi su entrambe le possibilità, alcuni attori hanno una predisposizione per il drammatico, ma diventano anche attori comici, mentre alcuni, che si esibiscono sempre in testi impegnati, si scoprono attori brillanti nella commedia. Infatti, un attore deve essere versatile. In Doppia coppia io sono sia attore sia regista: in questi casi bisogna avere una buona capacità di vedersi da fuori, per potersi migliorare ed è uno sforzo fisico e mentale notevole.»
Emanuela Rimoldi: «Il mio personaggio nella commedia Doppia coppia - racconta Emanuela - dimostra una forte passione amorosa per il rapporto extraconiugale che sta vivendo, infatti gestisce la storia da “femmina fatale” ; è una donna sofisticata, anche se non è in grado di mantenersi tale nello svolgimento della vicenda, infatti, diventa comica e divertente per il pubblico, perché perde la sua compostezza, è sempre sopra le righe, è molto esuberante ed ha una sua particolare visione della realtà che le consente di essere sempre allegra e propositiva, senza mai scoraggiarsi, nonostante gli intoppi della storia. Noi attori, quando recitiamo, come in questo caso, in una commedia brillante, molto giocosa con numerosi colpi di scena, dobbiamo apparire affiatati fra noi e mantenere un ritmo serrato nella recitazione per stupire il pubblico, divertendolo.Sono contenta anche di tornare in teatro, a Milano, la mia città.»
Gianni Lamanna: «Esibirsi al teatro San Babila per me è sempre una bella esperienza e incontrare un nuovo pubblico che ora si sta rinnovando grazie a un cambio generazionale, inoltre mi trovo bene con tutti gli attori della compagnia, tra cui Marco Vaccari che è mio coscritto e che oltre a recitare ci dirige con precisione. Un attore infatti deve sempre affidarsi alla regista con il massimo rispetto.»
Stefania Pepe: «In Doppia coppia, infatti, lavoro con Marco Vaccari, anche lui
come me diplomato all’Accademia dei Filodrammatici. Marco è bravissimo come regista anche perché sa creare un gruppo coeso: siamo molto affiatati e lavoriamo in un connubio bellissimo. Io sono arrivata nella compagnia per questo spettacolo e, come mi dice Marco, sono entrata in corsa, perché gli altri attori avevano già fatto lo spettacolo due anni fa e io sono stata catapultata dentro un gioco divertente, un gioco teatrale alla Feydeau, con tempi comici velocissimi, tra porte che si aprono e si chiudono. Nella commedia si assiste alla classica situazione in cui due coppie si trovano a sorpresa nello stesso albergo con i rispettivi amanti fra un divertente incastro di equivoci. Il mio personaggio è una donna molto divertente, ma ansiosa che decide di tradire il marito, ma appare goffa, timida, continua a mangiare cioccolatini, perché sono l’unico antidoto agli attacchi d’ansia, costruisco così un personaggio simpatico di una perdente in cui si possono riconoscere le persone che non si sentono adeguate alle situazioni.»
Roberto Vandelli:« Io abitualmente alterno drammatico al brillante al musical e in Doppia coppia mi diverto molto, perché il mio personaggio è simpatico, è il piacione della situazione che, alla fine, viene scoperto. Ognuno di noi ha caratteristiche diverse, ma, insieme, creiamo una bella alchimia e funzioniamo alla perfezione. Infatti è una commedia basata sul ritmo, alla Feydau con entrate e uscite a sorpresa di amanti, mogli e mariti. Si assiste a dinamiche divertenti, spero che il pubblico accorra numeroso, infatti mettere in scena una commedia che funzioni non è facile, è molto più difficile far ridere che commuovere.»
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