martedì 11 febbraio 2020

Corrado Tedeschi e l'ironia di Zeno in teatro

Dal 14 febbraio al 1 marzo, in prima nazionale al Teatro San Babila di Milano, Corrado Tedeschi è Zeno, protagonista de La coscienza di Zeno, dal romanzo di Italo Svevo. Produzione Rara srl.
foto di Laila Pozzo

Ad accompagnarlo sulla scena Claudio Moneta, Roberta Petrozzi e Camilla Tedeschi e le musiche dal vivo di Gianluca Sambataro, per la regia di Marco Rampoldi.


Guardate il video: Corrado Tedeschi vi aspetta al San Babila                                                                     



Dopo il successo della scorsa stagione con Partenza in salita, Corrado Tedeschi ritorna al Teatro San Babila, con un debutto nazionale, adattamento del romanzo di Italo Svevo, La coscienza di Zeno, un capolavoro della letteratura mondiale.: “Sono rimasto folgorato dal celebre romanzo - racconta Tedeschi -quando l’ho letto per la prima volta, ai tempi del liceo, lo ho trovato subito straordinario, di una modernità incredibile e, anche adesso, ritengo il monologo finale inquietante per la sua attualità. Mi aveva anche colpito molto il rapporto con la psicanalisi, infatti la storia inizia con Zeno che, per guarire dal vizio del fumo, si rivolge a uno psicanalista, il dottor S, un riferimento sotteso a Sigmund Freud che, negli anni in cui Svevo scrive, stava facendo conoscere i suoi studi e le sue ricerche.
Nel nostro adattamento del romanzo, mio, di Paola Ornati e di Marco Rampoldi, ci siamo concentrati sull’ironia con cui Zeno affronta la vita; questo personaggio mi ricorda il titolo di un film di Bernardo Bertolucci “La tragedia di un uomo ridicolo”. Zeno, infatti, è “un uomo che inciampa continuamente nella vita”, un inetto che fatica a vivere, ma che se la cava sempre, grazie all’ironia con cui affronta le difficoltà. Il romanzo è stato spesso portato a teatro, in particolare con l’adattamento di Tullio Kezich, un punto di riferimento imprescindibile, ma noi abbiamo voluto riproporlo in un altro modo, utilizzando altri spunti. Non è facile ridurre trecento pagine a due ore di spettacolo, infatti abbiamo dovuto proporre scelte impegnative, abbiamo fatto un bel lavoro che mette in risalto il lato comico di Zeno, infatti si ride parecchio. Riproporre Italo Svevo, in un periodo di “analfabetismo di ritorno”, è molto importante perché i giovani e anche gli adulti riscoprano i grandi classici della letteratura.

Abbiamo conservato la forma del diario, per esempio, nel racconto iniziale della morte del padre, nel rapporto conflittuale con lo psicologo, ma poi ci sono molti dialoghi in cui emerge il modo di vivere di Zeno, un uomo che non riesce mai a scegliere nella sua vita quello che vuole: si innamora di Ada, la più bella fra quattro sorelle che frequenta, ma sposa Augusta, quella che gli piace di meno; inoltre io mi riconosco in lui siamo simili, appena otteniamo qualcosa vogliamo subito ottenere altro.
Nello spettacolo recita anche mia figlia Camilla che, nel mio precedente spettacolo, Partenza in salita, interpretava se stessa, qui invece fa proprio l’attrice! Interpreta due ruoli, Ada la sorella di cui Zeno si innamora invano, e Carla, una cantante che, divenuta la sua amante, si fa mantenere da lui, infatti per Zeno niente finisce come lui vorrebbe! Camilla è molto simpatica, oltre ad essere molto carina, fa ridere, ha trovato un modo molto personale e divertente per caratterizzare i suoi personaggi, è davvero brava. Lavorare in scena con Camilla è emozionante e lei è molto onorata di portare in scena un testo così importante della letteratura mondiale. Ora vi aspetto a teatro, e scoprirete che il nostro allestimento diviene anche una seduta terapeutica che insegna a sorridere dei problemi della vita, come fa Zeno!” Ar.C.



mercoledì 5 febbraio 2020

Ritorna ConFini Comici

Ricomincia la rassegna ConFini Comici al Teatro San Babila



11 e 12 febbraio ore 20:30


Gigi e Andrea / Davide Calgaro

Presso il Teatro San Babila di Milano, all'interno della rassegna ConFini Comici si 
incontrano e idealmente si scontrano, a distanza di una sera, due coppie di 
comici molto diversi tra loro per formazione, età e provenienza.

L'11 e 12 febbraio il mach è importante: da una parte due attori storici  della 

comicità, Gigi e Andrea, dall'altra la stand-up comedy del diciannovenne Davide 
Calgaro.

Teatro San Babila - martedì 11 febbraio – ore 20.30
Gigi e Andrea

CI DO… CHE CI DO…. CHE CI DO!di Andrea Roncato e Gigi Sammarchi

Gigi e Andrea hanno esordito a Bologna nel 1975. In questo spettacolo ripercorrono la lo carriera artistica, dagli esordi, passando dal grande successo televisivo e cinematografico sviluppatosi negli anni '80 e '90, fino ai giorni nostri.
Un racconto fatto di aneddoti della loro vita vissuta nel mondo dello spettacolo e non, supportato da filmati, foto, testimonianze di personaggi famosi che hanno collaborato con loro. Un'occasione per rivedere alcuni degli sketch che li hanno resi famosi e altri completamente inediti.

Teatro San Babila - mercoledì 12 febbraio – ore 20.30

DAVIDE CALGARO

QUESTA CASA NON È UN ALBERGO


di Davide Calgaro e Teo Guadalupi
Davide è nato nel 2000. A 15 anni ha cominciato a scrivere e provare monologhi comici, ha vinto alcuni premi e nel 2017 ha esordito in televisione su “Comedy Central”. Ha quindi vinto il prestigioso premio “Nebbia” per il cabaret, ha registrato il suo primo one man show per Zelig TV e partecipato come ospite fisso a Zelig Time, per diventare poi presenza fissa di Colorado e interpretare infine il figlio di Aldo nel nuovo film di Aldo Giovanni e Giacomo “Odio l'estate”.
In questo spettacolo di stand-up comedy Davide racconta in chiave comica i diversi aspetti della sua età, dalla scuola agli amici, fino al rapporto con i genitori.

domenica 19 gennaio 2020

Barbara De Rossi, donna a fianco delle donne


Foto Marinetta Saglio


L’attrice di cinema, teatro e televisione, Barbara De Rossi torna sempre con entusiasmo al Teatro San Babila di Milano: dal 21 al 26 gennaio 2020 è in scena con Un grande grido d’amore di Josiane Balasko, nella traduzione di David Norisco, con Francesco Branchetti e con Isabella Giannone, Simone Lambertini. Le musiche originali sono di Pino Cangialosi e la regia è di Francesco Branchetti.


«La storia di Gigì Ortega e Hugo Martial – racconta l’attrice - che sono stati una coppia nella vita e sulla scena, costituendo, molti anni prima, un duo di successo in teatro, farà divertire e riflettere il pubblico. Interpreto una donna, che ha amato e ha sofferto, sia nella vita privata che in quella professionale: Gigì,  con Hugo, ha costituito una coppia inossidabile che ha avuto molti successi, ma adesso è alla fine della sua carriera, così la pièce proporre uno spaccato reale dei meccanismi alla base del mondo del  teatro, visto come  passione, come scopo di vita per gli attori che desiderano fare in modo che la loro carriera duri il più a lungo possibile.
Quest’anno ho scelto un testo brillante e comico, infatti la scrittura della Balasko mi diverte molto, poiché  la comicità scaturisce dall’incontro/scontro delle due personalità differenti, due attori con i loro pregi e difetti che si conoscono bene ma che litigano in continuazione; Gigì è un’attrice di talento, ma è diventata alcolista e anche se ora si è risollevata, nel nostro ambiente del teatro non ti viene perdonato niente, rimani bollato. Gigì così viene isolata e non riesce più a lavorare, finché un agente non le propone di ricostituire la coppia storica con Hugo. I due, che si sono anche amati molto, si ritrovano e, tramite divertenti colpi di scena, battibecchi, riprendono a lavorare insieme, creando una esplosiva nuova affinità che costituisce un nuovo equilibrio. Sono davvero contenta di essere al teatro San Babila di Milano, un luogo in cui mi trovo benissimo, per me tornare qui è un appuntamento a cui tengo molto, anche perché il pubblico milanese partecipa sempre con grande consenso.»


Barbara De Rossi, da molti anni, si batte con l’associazione “Diritti Civili Salvabebè/Salvamamme” di cui è presidente e con la conduzione di trasmissioni televisive come Amore Criminale e con Terzo Indizio - che riprenderà a breve -  per aiutare le donne in difficoltà, come spiega: «Il mio impegno con le donne prosegue quotidianamente da tanto tempo, il mio impegno civile a favore delle donne esiste  sia che io sia in onda ma anche a riflettori spenti, sono una attrice prestata alla tv, mi metto in secondo piano, non faccio certo un mio show personale, ma mostro un impegno ben definito: dal 1998 ho deciso di stare di fianco alle donne che vengono perseguitate e aiutarle concretamente anche nella loro vita quotidiana, accompagnarle  nel tempo e non solo nel momento in cui subiscono violenze.  Le donne non vanno mai lasciate sole e io mi adopero per questo.»
 


lunedì 13 gennaio 2020

Un grande grido d'amore al San Babila

foto di Marinetta Saglio

Debuttano al Teatro San Babila di Milano dal 21 al 26 gennaio 2020, Barbara De Rossi e Francesco Branchetti con Isabella Giannone  e  Simone Lambertini in Un grande grido d’amore di Josiane Balasko, nella traduzione di David Norisco. Le musiche originali sono di Pino Cangialosi e la regia è di Francesco Branchetti.


Francesco Branchetti, interprete e regista dello spettacolo, in scena al San Babila, spiega come ha scelto Un grande grido d’amore di Josiane Balasko, una drammaturga molto rappresentata nel mondo e da lui molto apprezzata: «ho scelto un testo in cui i due attori riproducono le gioie, ma anche le difficoltà di allestire un testo in teatro; infatti lo svolgimento dello spettacolo avviene davanti agli spettatori con la scenografia che viene svelata un po’ alla volta, tenendo conto di come anche oggi risulti complicato finanziare uno spettacolo teatrale e portarlo in tournée. Insieme a Barbara De Rossi, una attrice straordinaria, con cui da tempo ho un grande feeling professionale, cercavamo un testo che parlasse appunto del teatro e che presentasse situazioni reali, ma anche che facesse divertire il pubblico, come è successo durante le prime repliche in questi giorni in cui gli spettatori sono rimasti entusiasti. La vicenda ruota attorno a due attori, Gigì Ortega e Hugo Martial, molto rodati nel lavorare insieme, fino a che lei non decide di lasciare le scene, causando il declino anche della carriera del suo compagno d’arte. I meccanismi messi in atto però si rivelano esilaranti quando l’agente teatrale cerca di riallestire lo spettacolo fra equivoci e sorprese, caratterizzando e prendendo in giro i tic e le manie degli attori, come anche di coloro che appartengono  al mondo dello spettacolo, cercando si mostrarne anche la grande umanità nei dialoghi e nel modo in cui interagiscono. Sono sempre molto contento di tornare al teatro San Babila e vi aspetto per una serata piena di divertimento ma anche di grande tenerezza e che vi farà capire meglio i meccanismi che stanno dietro le quinte dell’allestimento di un spettacolo teatrale e vi farà anche riflettere sulla profondità di sentimento degli attori che ogni sera costruiscono un nuovo personaggio.»


venerdì 10 gennaio 2020

La videopresentazione di L'ascensore

Al Teatro San Babila dal 7 gennaio fino al 12 gennaio scoprirete un originale testo, L’ASCENSORE di Josè Masegosa, interpretato da LUCA GIACOMELLI FERRARINI,  ELENA MANCUSO,   DANILO BRUGIA e con la regia di Matteo Borghi. 


Sul palcoscenico del Teatro San Babila il cast presenta lo spettacolo:  cliccate sui link 

vi aspettiamo a Teatro




LUCA GIACOMELLI FERRARINI sono Mark

ELENA MANCUSO: la mia Emma

DANILO BRUGIA: i colpi di scena di John


venerdì 3 gennaio 2020

Danilo Brugia tra teatro e televisione

Al Teatro San Babila dal 7 gennaio fino al 12 gennaio scoprirete un originale testo, L’ASCENSORE di Josè Masegosa, interpretato da LUCA GIACOMELLI FERRARINI,  ELENA MANCUSO,   DANILO BRUGIA e con la regia di Matteo Borghi. 



Danilo Brugia, a pochi giorni dal debutto al Teatro San Babila racconta: "In "L'ascensore" sono John, un medico quarantenne, che nasconde dei segreti, infatti ha una parte oscura, e' dedito al gioco d'azzardo, ha una relazione complicata con la moglie e vuole fuggire da casa,  ma non posso svelare altro perché è un thriller avvincente, ma anche  un musical off, sui generis, che ha ottenuto molti premi e apprezzamenti tali che siamo riusciti a portarlo con gioia al Teatro San Babila di Milano.


 Io ho iniziato la mia carriera in teatro, con il musical "Fame", è stato il mio battesimo artistico,  poi sono stato scritturato per "Centovetrine" in televisione e altre fiction, ma il teatro resta il mio grande amore e ci torno sempre volentieri. Ritengo il teatro una forma d'arte principale, una scuola per gli attori che non consente errori. Mi piace, tuttavia, alternare teatro e televisione, ora sto facendo più teatro che tv, infatti in questa stagione  sarò in scena anche con una commedia, "Casalinghi disperati", ma ora vi aspetto al San Babila con "L'ascensore", uno spettacolo diverso dal consueto che vi piacerà." 

Guardate la videointervista a Danilo: una serie di sorprese

Elena Mancuso in "L'ascensore"

Elena Mancuso in "L'ascensore esprimersi in teatro cantando, oltre che recitando!"

Al Teatro San Babila fino al 12 gennaio e' in scena L’ASCENSORE di Josè Masegosa con LUCA GIACOMELLI FERRARINI,  ELENA MANCUSO,   DANILO BRUGIA e con la regia di Matteo Borghi. 


L'ascensore e' un musical, ma anche un thriller, con colpi di scena, ma anche momenti di romanticismo, così da coinvolgere il pubblico dall'inizio alla fine. La protagonista femminile, Elena Mancuso, racconta come, insieme ai suoi colleghi, hanno scoperto questo testo spagnolo e hanno deciso di portarlo in scena in Italia con grande successo, infatti sono già alla seconda stagione di rappresentazioni. " Insieme al produttore dello spettacolo, stavamo cercando qualcosa di diverso, accattivante, curioso, e ci ha colpito "L'ascensore", proveniente dal teatro off, infatti non volevano una semplice riproposta di testi già noti. Dalla Spagna ora provengono infatti testi originali, anche per esempio nelle serie tv. Una sfida anche per noi attori, poiché è un testo a metà tra il teatro musicale e la prosa, con molte parti anche recitate,  scritto per soli tre attori, accompagnati dalla musica dal vivo del pianoforte da Eleonora Beddini. Siamo sempre in scena, sempre in prima linea, siamo complementari, c'è una forte coesione fra noi, siamo sempre a vista, una volta entrati, non si torna in quinta, quindi dobbiamo essere molto concentrati e tenere il ritmo, dato che ci sono anche momenti di suspance. Dobbiamo ascoltarci  molto fra noi e non sovrastarci, mostrare una grande empatia, insomma è davvero una bella prova d'attore,  che ci sta dando molte soddisfazioni. Io poi sono molto contenta di lavorare in questo spettacolo, poiché ho iniziato con il teatro di prosa amatoriale e poi ho scoperto il musical, frequentando un corso a Prato, ampliando sempre di più le mie conoscenze. Ho scoperto così che in teatro si potevano comunicare emozioni, anche cantando, non pensavo al canto come un altro modo di comunicare, così da avere la possibilità di esprimersi a 360 gradi. 
Sto anche lavorando nel musical "The School of Rock" con 13 piccoli musicisti che si esibiscono dal vivo, provenienti dall'Accademia Sistina che dimostrano ogni sera come sia importante studiare la musica e lavorare, così da portare in scena il loro impegno di fronte ai loro coetanei e agli adulti. Tra pochi giorni debuttiamo a Milano al San Babila con "L'ascensore" e sono sicura che questo spettacolo vi sorprenderà per la sua originalità."

Guardate la videointervista ad Elena sono Emma