sabato 21 dicembre 2019
giovedì 19 dicembre 2019
Un successo internazionale
Fino al 22 dicembre in scena al Teatro San Babila CHE DISASTRO DI COMMEDIA di Henry Lewis, Jonathan Sayer, Henry Shields. Con la regia di Mark Bell. Con Stefania Autuori, Luca Basile, Viviana Colais, Valerio Di Benedetto, Alessandro Marverti, Yaser Mohamed, Igor Petrotto, Marco Zordan.
in scena al teatro San Babila, una commedia che ha riscosso un grande successo internazionale, Che disastro di commedia. Una compagnia teatrale sta mettendo in scena un giallo, ma durante l'allestimento accadono una serie di imprevisti, esilaranti trovate comiche per il pubblico!
Il cast si racconta nelle videointerviste, cliccate qui sotto :
Il cast si racconta nelle videointerviste, cliccate qui sotto :
noi tecnici di scena
fratelli in scena
un giallo dai risvolti inaspettati
da capocomico a detective
E infine: vi aspettiamo! al Teatro San Babila fino al 22 dicembre
giovedì 28 novembre 2019
ConFini Comici
Prosegue con grande successo la rassegna ConFini Comici ideata dal regista Marco Rampoldi per proporre coppie di comici al Teatro San Babila che idealmente si confrontano a distanza di una sera.
Dopo i primi due appuntamenti
con Leonardo Manera e Sergio Sgrilli, il mach prosegue il 3 dicembre con Luca Cupani, della scuderia di
Zelig, che ora vive e si esibisce a Londra e che racconta le vite che avrebbe
potuto vivere e, il 4 dicembre con Alberto Patrucco che, su musiche di
Brassens, racconta del tempo che scorre e di quello che cambia.
Spiega Marco Rampoldi: «l’idea di proporre una rassegna di
comici nasce dal fatto che il Teatro San Babila spazia dalla prosa, all’operette,
alla programmazione per bambini e così, insieme alla Direzione, abbiamo pensato
qualcosa dedicato ai giovani e non giovani, coinvolgendo i comici, ma non
proponendo la solita rassegna, bensì un dialogo a distanza di una sera tra
attori che si rispondono fra loro su tematiche affini, anche se trattate in
modo diverso.
Cupano |
Tra poco si esibirà Cupano che vive a Londra e racconta l’Italia da un punto di vista esterno, mentre Patrucco riflette sulla cultura europea.
Patrucco |
A febbraio poi saranno in scena Gigi e Andrea (11 febbraio) che sono due veterani e il giovanissimo Davide Calgaro, che sta iniziano la sua carriera, ma già conosciuto a Zelig e poi a Colorado e porterà in scena Questa casa non è un albergo(12 febbraio). Seguirà poi, il 25 e il 26 febbraio, un duello ispirato ai classici: Rita Pelusio in Urlando furiosa, un'eroina all'incontrario, Maurizio Lastrico che racconta la quotidianità in endecasillabi danteschi in Nel mezzo del casin di nostra vita.
Oggi si stanno diffondendo in Italia anche Stand-up comedy, anche se con un pubblico diverso, di giovanissimi come i miei figli, che intendono la comicità in pillole, in frammenti, anche amplificati dalla rete. A me però interessa proporre spettacoli come in ConFini Comici legati da un filo rosso e con attori che sanno affrontare uno spettacolo completo e non solo alcuni momenti di comicità e alla prova del palcoscenico solo in pochi resistono.»
Roberta Petrozzi in Sparate sulla mamma
Fino all’8 dicembre Stefania Pepe e Roberta Petrozzi sono protagoniste di Non sparate sulla mamma di Carlo Terron, con la regia di Marco Rampoldi
La divertentissima commedia di Carlo Terron, Non sparate sulla mamma, torna in scena dopo
anni di ingiustificato oblio, con la sua vivacità e attualità per divertire il
pubblico del Teatro San Babila. Protagoniste sono la Maura e la Clotilde, due madri
quarantenni di due liceali, Massimiliano e Guido, ossessionate dalla paura che
i figli possano incontrare donne di facili costumi e vivere le prime avventure.
Per proteggere i loro figli inventano a sorpresa un divertente stratagemma.
L’attrice Roberta Petrozzi, che si è già esibita con
successo in altre commedie al San Babila, racconta: «per un’attrice trovare un
ruolo è difficile, soprattutto ricoprire un personaggio a tutto tondo, come le due donne ideate
dal drammaturgo Carlo Terron, che ha fatto un lavoro magistrale sui due personaggi.
Pur essendo un uomo, infatti, ha disegnato due personaggi con una maestria incredibile,
con tante sfaccettature, inserendo passaggi emozionanti elaborati con tante ironia
e poesia. Per una attrice lavorare su un personaggio così dà molte
soddisfazioni. A noi attrici è capitato in mano questo gioiello e lo stiamo
portando in scena con gioia e entusiasmo. Rispetto all’originale è stato solo un
po’ sfrondato, poiché sarebbero due atti unici e li abbiamo resi fruibili in un
tempo ragionevole. Inoltre il regista ha inserito le didascalie con cui le
attrici commentano i loro personaggi e che sono scritte in modo magistrale,
creando un sottotesto molto divertente!»
Guardate i video:
Roberta Petrozzi racconta il suo personaggio
Marco Rampoldi dirige Non sparate sulla mamma: un vero gioiello
mercoledì 27 novembre 2019
Non sparate sulla mamma fino all'8 dicembre
Al teatro San Babila di Milano fino all'8 dicembre 2019 è in scena Non Sparate sulla mamma di Carlo Terron con la regia di Marco Rampoldi.
A pochi minuti dal debutto le attrici Stefania Pepe e Roberta Petrozzi vi raccontano lo spettacolo: siamo due mamme imprevedibili
giovedì 21 novembre 2019
Stefania Pepe protagonista di Non sparate sulla mamma
L’attrice doppiatrice e speaker Stefania Pepe, riporta in scena una commedia di Carlo Terron, Non sparate sulla mamma, dal 26 novembre all’8 dicembre al Teatro San Babila, insieme a Roberta Petrozzi con la regia di Marco Rampoldi.
«Carlo Terron è un grande autore del teatro italiano – spiega Stefania Pepe – ma è stato un po’ abbandonato, ma ora con questo spettacolo lo stiamo riscoprendo e il pubblico rimarrà sorpreso vedendo la proprietà di linguaggio che usa, e come cita autori come Manzoni. Terron era un uomo di grande cultura amato dai grandi attori tanto che la commedia Non sparate sulla mamma era stata scritto per Lina Volongh e Lia Zoppelli; noi abbiamo studiato a fondo il copione ricreandone anche le sfumature anche quelle amare poiché tratta la maternità in modo difficile, a tratti anche in modo pericoloso, facendo alcuni riferimenti sopra le righe che fanno scaturire una risata liberatoria; inoltre lo studio dei personaggi è molto approfondita, hanno una psicologia che va fondo. Possiamo considerarlo un classico che nasconde uno studio elevato, infatti mi ha dato tanto, poiché ha mille sfaccettature, dato che apparteneva a una grande attrice. Cercheremo di fare rivivere un epoca in cui il teatro era davvero importante e non un passatempo come gli altri, così che gli attori erano premiati i per la loro personalità mentre oggi si tende ad omologarsi, mettere in scena questo personaggio invece mi ha aperto gli occhi e mi ha gratificato.»
sabato 9 novembre 2019
Stefania Pepe da cameriera a baronessa
Dal 5 al 17 novembre la Compagnia Teatro San Babila - con Marino Zerbin, Elisabetta Cesone, Marco Vaccari, Stefania Pepe, Gianni Lamanna, Giulia Marchesi, Lorenzo Alfieri, Sara Caprera - è in scena con Due Figlie, Tre Valigie di Claude Magnier con la regia di Marco Vaccari.
«La nostra compagnia del Teatro San Babila è una bella scommessa - racconta l'attrice Stefania Pepe - bisogna credere nel teatro, se gli attori non hanno modo di lavorare non esiste il teatro, che invece è la base della nostra cultura, è una forma d’arte che deve avere una rinascita, come accade all’estero, poiché offre anche agli spettatori gli strumenti per sviluppare un senso critico; la scommessa che fa Marco Vaccari, con la Compagnia Teatro San Babila, ha una grande valenza in un panorama teatrale come quello dei nostri giorni.
Il mio personaggio in Due figlie, tre valigie era piccolo sulla carta, ma ho avuto la possibilità di ingrandirlo così da farlo diventare la chiave che fa emergere alcune caratteristiche della commedia. Infatti, interpreto una cameriera svogliata che, sposando una barone, diventerà una baronessa poco credibile. Ho così creato un personaggio goffo e buffo e ho giocato molto sulla lingua, creando un finto francese, costituito da errori e giochi di parole che divertono molto il pubblico, ma con il mio personaggio propongo anche la presa in gira dei vari ruoli della società. Vi aspetto a teatro per divertirvi»
I lettori di La voce dei protagonisti possono acquistare i biglietti al prezzo esclusivo di 15 euro, mentre per gli under 30 anni il biglietto ha il prezzo speciale di 10 euro
Marino Zerbin è Bertrand, un padre con mille problemi
Dal 5 al 17 novembre è in scena con Due Figlie, Tre Valigie di Claude Magnier, per la regia di Marco Vaccari, la Compagnia Teatro San Babila composta da Marino Zerbin, Elisabetta Cesone, Marco Vaccari, Stefania Pepe, Gianni Lamanna, Giulia Marchesi, Lorenzo Alfieri, Sara Caprera.
Abbiamo incontato poco prima del debutto l’attore Marino Zerbin che interpreta Bertrand Barnier, titolare
di un’azienda che produce saponette; egli è alle prese con il suo contabile
(Marco Vaccari) che, oltre a chiedergli un aumento, lo imbroglia e vuole anche sposarne la figlia,
senza sapere, però in una girandola di equivoci, che la ragazza di cui è
innamorato e vuole in moglie non è la vera figlia.
Racconta Zerbin: «il mio personaggio è nevrotico, vessato da problemi e angustie, e, in una sola giornata, gli capitano una serie di avventure: si accorge che sua figlia aspetta un bambino, sua moglie è fuori di testa, un suo dipendente lo deruba. Le vicissitudini di Bertrand dettano il ritmo vorticoso della commedia che è molto sostenuto e porta sorprese e dimostra meccanismi comici perfetti. Per un attore recitare in questi ruoli brillanti è molto difficile, bisogna avere una energia e una carica notevole, è una vera prova che dimostra che se uno sa fare le commedia brillanti può interpretare qualunque ruolo. Vi aspettiamo al Teatro san Babila per una serata davvero divertente»
I lettori di La voce dei protagonisti possono acquistare i biglietti al prezzo esclusivo di 15 euro, mentre per gli under 30 anni il biglietto ha il prezzo speciale di 10 euro
venerdì 8 novembre 2019
Due figlie, tra valigie: prezzi speciali per i lettori
Una promozione unica!
La divertente commedia Due figlie, tre valigie è in scena fino al 17 novembre
I lettori di La voce dei protagonisti possono acquistare i biglietti al prezzo esclusivo di 15 euro, mentre per gli under 30 anni il biglietto ha il prezzo speciale di 10 euro.
Telefonate al numero 02798010 o inviate una mail a info@teatrosanbabilamilano.it o recatevi presso la biglietteria citando la lista La voce dei protagonisti!
Guardate Il video della compagnia
mercoledì 6 novembre 2019
Nel foyer del Teatro San Babila il cast di Due figlie, tre valigie" di Claude Magnier
Dal 5 al 17 novembre 2019 la COMPAGNIA TEATRO SAN BABILA
Marino Zerbin • Elisabetta Cesone • Marco Vaccari • Stefania Pepe • Gianni Lamanna • Giulia Marchesi • Lorenzo Alfieri • Sara Caprera
è in scena con DUE FIGLIE, TRE VALIGIE di Claude Magnier con la regia di Marco Vaccari
le video interviste al cast poco prima del debutto:
presentano i loro personaggi
venerdì 30 agosto 2019
mercoledì 22 maggio 2019
Le video interviste al cast di Il rompiballe di Veber
Sono in scena al Teatro San Babila dal 21 al 26 maggio 2019, Max Pisu e Claudio Batta, e con Lucia Marinsalta, Claudio Moneta, Roberta Petrozzi e Giorgio Verduci in Il rompiballe di Francis Veber.
Gli attori, diretti da Marco Rampoldi, con la scenografia ideata e realizzata da Marco Rossi e Mattia Bardoni, con i costumi di Francesca Faini vi invitano a teatro
Max Pisu e Claudio Batta il rompiballe e il killer
la compagnia di Il rompiballe vi aspetta al San Babila
sabato 18 maggio 2019
Max Pisu è "il rompiballe " di Veber
Max Pisu è in scena al Teatro San Babila dal 21 al 26 maggio
2019, insieme a Claudio Batta, e con Lucia Marinsalta, Claudio Moneta, Roberta
Petrozzi e Giorgio Verduci in Il rompiballe di Francis Veber.
Gli attori, diretti da Marco Rampoldi, con la scenografia
ideata e realizzata da Marco Rossi e Mattia Bardoni, con i costumi di Francesca
Faini divertiranno il pubblico con le avventure di un “rompiballe”, un
fotografo depresso e con tendenze suicide, interpretato appunto da Pisu, che
manda a monte gli intenti omicidi di un killer (Claudio Batta), ingaggiato
dalla malavita per eliminare un politico, piazzandosi in una camera d’albergo. Attraverso il divertente meccanismo della
commedia degli equivoci i due (fotografo e killer) si trovano in stanze
contigue e si intralciano a vicenda, dando vita a una commedia di puro
divertimento, con una girandola di personaggi che entrano ed escono e con colpi
di scena.
Max Pisu, attore e cabarettista e noto attore comico di Zelig con il
personaggio di Tarciso, interpreta ora il “rompiballe” e afferma: «Pignon è il
rompiballe, si avvicina molto a me, perché è ridicolo in un modo cicino alla
mia vena comica, combina casini ed è malinconico, cinico e mi trovo bene in
questi panni. Il regista mi Marco Rampoldi mi conosce e mi dirige nel comico da
tempo, quindi ha pensato che questo personaggio potesse andare bene per me;
insieme abbiamo già fatto La cantatrice
calva e ci siamo capiti subito, così in alcune scene mi ha lasciato carta
bianca.
Dopo aver recitato in tanti monologhi, mi piace dedicarmi
alle commedie in cui cambia il meccanismo comico: rispetto al cabaret, in cui
sei solo e al centro della scena, nella commedia a volte sei spalla, a volte
sei protagonista. Quando torno a Milano gioco in casa, il pubblico mi conosce e
mi viene a vedere aspettandosi un certo tipo di teatro da me. In Il rompiballe anche noi attori ci divertiamo
molto, siamo gli infatti un bel gruppo affiatato. Spesso faccio lunghe tournée
e ritengo importante per gli attori recarsi anche in piccoli centri, in cui
scopro teatri bellissimi e in cui si lavora bene e ci sono molti abbonati; il ruolo dell’attore è anche quello di piacere
a tutti e diffondere il teatro.
Oggi i nuovi compici hanno più difficoltà, rispetto a noi,
che negli anni Ottanta e Novanta lavoravamo nei locali e così, facendo la
gavetta, abbiamo potuto avere successo in televisione con trasmissioni come
Zelig. Oggi i giovani seguono meno il cabaret e si divertono in modi diversi rispetto
a qualche anno fa, le abitudini stanno cambiando. Mentre la commedia è un
genere che ha sempre successo, quindi vi aspetto a Milano, al San Babila con il
mio divertente Rompiballe.» Ar. C.
venerdì 17 maggio 2019
Un divertente Killer in Il rompiballe
Dal 21 al 26 maggio 2019 Max Pisu e Claudio Batta, con Lucia Marinsalta, Claudio Moneta, Roberta Petrozzi e Giorgio Verduci debuttano in Il rompiballe di Francis Veber con la regia di Marco Rampoldi.
Un killer, nascosto in una camera d’albergo, e un fotografo “rompiballe” che stravolge i suoi piani, trovandosi casualmente nella stanza attigua, interpretati rispettivamente da Claudio Batta e Max Pisu, sono i protagonisti della esilarante pièce di Veber. Claudio Batta, che è stato Capocenere, l’enigmista di Zelig e il capo-cella Ciccio, protagonista della sit-com Belli Dentro, ambientata in carcere, e, ha portato in scena diverse commedie con la compagnia "Tempi Moderni" da Agatha Christie, ad Anton Cechov, da Michael Frayn, a Georges Feydeau, oltre ai suoi monologhi Da quando ho famiglia sono single e Agrodolce, ora viene diretto da Marco Rampoldi. “Interpreto un divertente killer che cerca di uccidere un noto politico in Il rompiballe, che debutta al San Babila, una commedia degli equivoci, come la celebre Cena dei cretini dello stesso autore- racconta Batta. Tutte le vicende si susseguono in chiave comica in un testo che crea suspance e rimane misterioso e anche il mio personaggio del killer subisce una divertente evoluzione.
Dopo aver interpretato diversi monologhi, come Agrodolce, dedicato all’alimentazione, e Da quando ho famiglia sono single, sulle relazioni genitoriali, torno ad essere interprete di una commedia, a cui peraltro mi ero già dedicato in passato. Un attore comico deve, infatti, mettere in atto le sue doti attoriali, per recitare in una commedia vera e propria e non tutti gli attori sono in grado di passare dal monologo alla recitazione di un testo; inoltre è molto importante essere ben diretti, come noi, da un regista che ha molta dimestichezza con la commedia e che valorizza, con la sua lettura, i meccanismi comici. Vi aspettiamo quindi al San Babila.” Ar.C.
mercoledì 8 maggio 2019
in esclusiva una breve anteprima di Partenza in salita
Sul palco del Teatro San Babila Corrado e Camilla Tedeschi, protagonisti di Partenza in salita di Gianni Clementi recitano per noi una breve brano tratto dallo spettacolo.
Un padre insegna alla figlia a guidare ma nell'abitacolo della macchina padre e figlia si conoscono davvero in uno spettacolo che diverte e commuove.
Corrado e Camilla e una loro lezione di guida
La video intervista a Camilla Tedeschi
Sul palco del Teatro San Babila, appena conclusa la replica di oggi, Camilla Tedeschi in scena con il padre Corrado, fino al 12 maggio, con Partenza in salita di Gianni Clementi, si racconta in una video intervista
Camilla racconta come ha iniziato ad amare la recitazione la mia passione è il teatro
Il mio personaggio in Partenza in salita
Corrado e Camilla Tedeschi vi aspettano al San Babila: fino al 12 maggio siamo in scena
venerdì 3 maggio 2019
Corrado Tedeschi, padre in scena
Dal 7 al 12 maggio, Corrado Tedeschi e Camilla Tedeschi raccontano al Teatro San Babila di Milano il loro rapporto di padre e figlia in Partenza in salita, scritta da Gianni Clementi con la regia di Corrado Tedeschi e Marco Rampoldi.
Racconta Corrado Tedeschi, a pochi giorni dal debutto
milanese: «Il rapporto tra me e mia figlia è rappresentato in scena
perfettamente, infatti noi ci relazioniamo in teatro nello stesso modo che
nella realtà. Quando il drammaturgo Gianni Clementi, che ci conosce bene, si è
offerto di scrivere una commedia su di noi, siamo stati molto contenti, perché,
abitualmente, sembriamo vivere in una sit com. Inoltre, portare in scena il
nostro rapporto è molto divertente, ma anche commovente perché tutto quello che
accade ci è realmente successo, così il pubblico ride e si riconosce in
situazioni plausibili.
L’autore ha inserito situazioni reali infatti e le
persone che ci conoscono meglio le riconoscono pienamente. Il mio rapporto con
Camilla è talmente speciale ed esemplare così molti altri padri e figli potranno
riconoscersi per cui abbiamo pensato fosse bello metterlo in scena rappresentando
anche i momenti conflittuali senza il quali non si può vivere.»
E
come si trova Camilla a recitare con il padre?
«Mia figlia ha
già avuto una esperienze in teatro e ha ricoperto diversi ruoli al cinema, così
in scena si trova benissimo, poiché ha la capacità di non recitare, appare vera
proprio perché interpreta il suo personaggio con la giusta naturalezza,
altrimenti sarebbe totalmente stonata. Il nostro rapporto è molto solido ma è
anche cambiato grazie alla tournée di Partenza
in salita. Recitare con me le è servito molto, perché ha aumentato la sua
autostima, ha alzato l’asticella della paura, infatti fare teatro è terapeutico,
così, tutte le sere, pronuncio la battuta “facendo teatro con Camilla, ho
risparmiato i soldi dell’analista.” Ora sono contento di debuttare a Milano,
città che mi ha adottato perché il pubblico milanese, che è esigente ed esperto
mi apprezza, e io ne sono molto orgoglioso; inoltre torno sempre con grande gioia
al Teatro San Babila in cui a ho vissuto momenti meravigliosi.» Ar. C.
martedì 26 marzo 2019
La scuola di Fame al Teatro San Babila
In scena la teatro San Babila dall’8 marzo al 14 aprile 2019, con la regia di Federico Bellone, torna il celebre musical Fame The Musical – Saranno famosi - con il testo di José Fernandez, le musiche di Steve Margoshes, le canzoni di Jacques Levy che racconta la vita degli allievi e gli insegnanti della High School of the Performing Arts di New York.
Il regista e produttore teatrale Federico Bellone, dopo essersi laureato in Discipline delle
Spettacolo all’Università Cattolica ed essere stato aiuto regista di Saverio
Marconi, ha diretto diversi musical, tra cui Grease, Dirty Dancing, Flashdance e Fame che ora, con la produzione Wizard, riporta in scena in un nuovo
allestimento.
«Il successo internazionale dei musical è dovuto alle trame
semplici o anche più complesse che entusiasmano il grande pubblico, - racconta Bellone - poiché sono
spettacoli che uniscono danza, recitazione, canzoni così da essere godibili da
un elevato numero di persone. È importante, inoltre, creare versioni in
italiano, poiché le canzoni sono il proseguo dei dialoghi e il pubblico deve
essere messo in grado di capire ogni passaggio, per apprezzare fino in fondo la
storia. Allestire un musical è un impegno notevole, soprattutto economico, poiché
prevede diversi cambi di scena e teatri con palcoscenici ampi per dare il
giusto spazio alle coreografie, inoltre, spesso i musical sono a lunga tenuta,
così bisogna avere un budget adeguato da investire e programmarli molto prima.
Inoltre bisogna selezionare i titoli giusti che incontrino il favore del
pubblico.
Il cast viene selezionato con bando pubblico, così poi gli addetti ai lavori e
le commissione selezionano gli attori e ballerini più adatti ai singoli ruoli.
Consiglio ai giovani attori, che come nella scuola di Fame, vogliono intraprendere la carriera nel musical di studiare,
di prepararsi come per qualunque altro lavoro: infatti l’unica possibilità per
lavorare in teatro è studiare come per qualunque altro lavoro. In Italia
esistono ottime scuole specifiche, anche se non c’è ancora una tradizione
consolidata, come per esempio nel Stati Uniti.»
E quando Federico Bellone ha scoperto la sua passione per i musical?«Mi sono appassionato da piccolissimo, fin da quando andavo a teatro con mia nonna a vedere l’operetta, ed uscivo affascinato. Il musical e l’operetta in Italia sono collegati strettamente e hanno una lunga tradizione di successo. A teatro ad assistere ai musical ci sono molti bambini e adolescenti che, per esempio, come in questo caso, si ritrovano nella storia della scuola di Fame, nei comportamenti ribelli di alcuni personaggi e nel rapporto tra alunni e professori. Sarebbe importante, infatti, che le scuole dedicassero maggior tempo al teatro e ne capissero la funzione educativa, argomento di cui parlavano proprio qualche giorno fa con Gianluca Guidi, che in scena con un classico del musical come Aggiungi un posto a tavola al Teatro della Luna. Educare i giovani spettatori al teatro in un paese come l’Italia in cui l’opera lirica e il teatro hanno avuto grandissimi autori e allestimenti significativi, è un dovere, mentre spesso il teatro viene relegate a materia opzionale ed è già tanto, poiché sono poche le scuole che hanno progetti che comprendano laboratori teatrali, così anche da formare appassionati spettatori del futuro.
Intanto vi aspetto alla scuola di Fame e, tra i professori, oltre a Simona Samarelli, Francesca
Taverni, Gipeto, troverete anche Marco Vaccari, il direttore artistico del San
Babila nel ruolo di Mr. Myers!» Ar. C.
Guarda il video ufficiale di presentazione:entra nella scuola di Fame
mercoledì 13 febbraio 2019
Trappola per topi, la videointervista
A pochi minuti dal debutto di Trappola per topi, il regista e attore Stefano Messina presenta il divertente giallo di Agatha Christie
videointervista a la compagnia di "Trappola per topi" in scena al San Babila
mercoledì 6 febbraio 2019
Emozione e divertimento in "Trappola per topi" di Agatha Christie
Dal 12 al 17 febbraio, con la produzione Attori & Tecnici, debutta al Teatro San Babila Trappola per Topi, un giallo avvincente, ma divertente di Agatha Christie, con la regia di Stefano Messina e interpretato da Claudia Crisafio, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Annalisa Di Nola, Roberto Della Casa, Elisa Di Eusanio, Sebastiano Colla, Massimiliano Franciosa.
Roberto Della Casa e Annalisa Di Nola - ph M.Giusto |
La scrittrice Agatha Christie ha adattato il suo racconto giallo,
Tre topolini ciechi, per il teatro
trasformandolo in Trappola per topi e
ottenendo un grande successo; infatti il testo viene rappresentato in tutto il
mondo ininterrottamente dal 1955. Il regista e attore Stefano Messina spiega: «Ho
scelto questo testo perché è un classico e per questo può sempre essere riproposto,
è un sempreverde. La forza dello spettacolo è il racconto della vicenda che
tiene gli spettatori inchiodati alla poltrona per la suspence che ne scaturisce, gli spettatori prendono il posto dell’ispettore
che indaga, secondo la dinamica del giallo. Infatti lo spettatore segue le indagini
e vuole essere lui a scoprire per primo l’assassino; mentre la scelta di come
fare in modo che il pubblico scopra il colpevole dipende dal gusto della regia.
A me piaceva mantenere una distanza nel testo, non attualizzarlo, ma immaginare
questi anni in cui è scritto, gli anni Cinquanta, pensare al dopoguerra, agli
orfanotrofi e alla condizione dei bambini abbandonati. Persone senza scrupoli prendevano bambini con sé
come si racconta nel testo, facendo riferimento alla morte prematura del
fratello del sergente Trotter, a causa dei maltrattamenti e delle privazioni
subite da parte della donna che lo aveva in adozione e che si scopre essere l’anziana
signora uccisa all’inizio del racconto. Mi è sembrato giusto trattare il tema e
affrontarlo in quegli anni in cui è stato ambientato originariamente dall’autrice.
Contribuiscono a creare l’atmosfera dell’epoca anche le scene di Alessandro
Chiti e i costumi di Isabella Rizza.»
Stefano Messina |
In questo allestimento Messina è in scena a recitare e anche
a dirigere e dice: «devi essere sempre diviso, infatti è diverso vedere lo
spettacolo da giù rispetto a recitarlo sul palcoscenico, devi avere dei
collaboratori in gamba, come ho la fortuna di avere, che come si dice in gergo “battono
la parte” e contribuisce alla buona riuscita dello spettacolo. La forza di
questo testo, che abbiamo già portato in scena, è che si riesce a conciliare la
grande tensione narrativa del giallo all’impianto di una commedia per cui ci si
diverte; inoltre è adatto a un pubblico di tutte le età e di tutte le
estrazioni sociali, è uno spettacolo trasversale che piace a tutti e che commuove,
poiché è composto da chi sapeva come scrivere per il teatro, è una macchina
perfetta che sa emozionare e divertire.
Roberto Della Casa - ph M. Giusto |
Al giorno d’oggi, in cui si assiste alla continua
spettacolarizzazione in televisione e sui giornali di casi di cronaca nera, sembra
che la gente voglia sapere quello che è accaduto per capire la natura umana e scoprire le dinamiche che portano
una persona, apparentemente normale, a diventare un assassino. I delitti
efferati mostrano come nell’uomo prevalga l’istinto omicida a scapito della razionalità.
In una grande scrittrice come Agatha Christie appare l’indagine delle zone oscure della mente
umana e delle circostanze che portano l’assassino a comportarsi in un certo
modo, magari perché messo dalla società in condizioni disperate, come se l’autrice
volesse anche suscitare una sorta di pietas
nello spettatore.
Elisa Di Eusanio e Carlo Lizzani - ph M.Giusto |
La mia messa in scena di Trappola per topi ha già raggiunto un notevole successo in Italia e ora vi aspettiamo al San Babila dove sono già stato e in cui torno sempre con piacere per il pubblico attento che incontro.» Ar.C.
mercoledì 23 gennaio 2019
Le video interviste a Vittorio Vaccaro sul palco del San Babila
Il regista Vittorio Vaccaro, sul palcoscenico del Teatro San Babila, a pochi minuti dalla prima, racconta l'allestimento di Nuvole, tratto da Aristofane, prodotto da Fama Fantasma srl-Teatro San Babila, in scena dal 22 al 27 gennaio 2019.
La messa in scena di Vittorio Vaccaro è molto originale e propone un classico del teatro come Aristofane con modalità inedite: il mio Aristofane sulle tracce della Commedia dell'Arte
La Compagnia di Nuvole è stata selezionata tramite un corso intensivo di recitazione: il mio cast
Il regista vi invita a teatro: venite al San Babila
mercoledì 16 gennaio 2019
Aristofane tra Commedia dell'Arte e Avanspettacolo
Vittorio Vaccaro ritorna al Teatro San Babila di Milano dopo il successo di MYTHOS – LA DONNA 2.0 nell’ottobre 2018, mettendo al centro della sua ricerca i classici greci.
Prodotto da Fama
Fantasma srl-Teatro San Babila, dal 22 al 27 gennaio 2019, Vittorio Vaccaro debutta in Le
nuvole di Aristofane. Nella celebre commedia greca Strepsiade manda il figlio Fidippide dal
filosofo Socrate, perché impari l’arte oratoria per imbrogliare i creditori, ma
il figlio userà quello che ha imparato anche contro il padre, creando
divertenti risvolti comici.
Vittorio Vaccaro dirige una compagnia di attori selezionati tramite
un laboratorio teatrale che lavorano per la prima volta con lui, Christian
Gallucci, Stefania Monaco, Michele Pagliai, Margherita Peluso, Ester Spassini, Marino
Zerbin in una messa in scena che richiama la Commedia dell’Arte e l’Avanspettacolo.
Racconta Vittorio Vaccaro durante le prove in teatro: «il testo è ancora molto
attuale, inoltre lo ho ricollegato ai codici della Commedia dell’Arte e dell’Avanspettacolo:
gli attori si esibiscono su una pedana e utilizzano la maschera e il linguaggio
della maschera, inserendo anche accenti di musicalità. Le nuvole, che nell’originale simboleggiano la filosofia di Socrate, tramite divinità, mentre egli sta sospeso in una cesta in mezzo a loro, qui vengono rappresentate
da una figura attuale, le donne delle pulizie che sono lì a pulire e poi diventano,
con un gioco comico, appunto le nuvole di Socrate, così da inserire anche inserti
di quotidianità.
Come accadeva nel teatro di Aristofane, il gioco scenico procede, prendendo di mira alcuni personaggi contemporanei, e nel mio allestimento gli attori si rivolgono al pubblico, anche in modo molto divertente, ma diretto, creando un teatro senza filtri, anche volgare ma che diviene un gioco corale divertente in cui tutti i sei attori sono coprotagonisti. Ritorno sempre con piacere al Teatro San Babila in cui anche il festival Mythos, che dirigo, è cresciuto. È infatti importante riportare i classici in teatro, anche riscrivendoli e collegandoli a fatti sempre attuali, come ho fatto io quest’anno, legando il festival al femminicidio, alla violenza sulle donne che sono calpestate da una società maschilistica ed egocentrica. Il teatro classico può sempre dare un insegnamento poiché i testi di Eschilo, Euripide, Sofocle e di Aristofane sono scritti magistralmente e anche il pubblico di oggi se ne accorge venendo a teatro. Inoltre, durante Mythos si sono creati attori professionisti, grazie a incontri e laboratori teatrali che diventano una vera palestra dell’attore dalla quale ho scelto i miei sei bravissimi attori e ora vi aspetto a teatro, che dal mondo classico ad oggi diviene il luogo prescelto in cui possiamo raccontare storie.» Ar.C
lunedì 7 gennaio 2019
La compagnia Teatro San Babila vi aspetta fino all'11 gennaio 2019 con Doppia Coppia
I protagonisti di Doppia coppia presentano lo spettacolo in scena al Teatro San Babila fino all'11 gennaio 2019
Marco Vaccari: «Nella divertente commedia degli equivoci Doppia coppia del drammaturgo inglese Derek Benfield, scomparso nel 2009, il mio personaggio, Ferris, accetta controvoglia di occuparsi, in assenza della sorella, dell’accoglienza dei clienti e della gestione del suo albergo.
Lì arrivano due coppie di amanti per trascorrere giornate di svago, senza sapere che i rispettivi coniugi sono nello stesso albergo con i rispettivi amanti. Si scatena così un esilarante meccanismo degli equivoci tra porte che si aprono e si chiudono con personaggi che appaiono all’improvviso tra bugie, equivoci, scambi di coppie.La commedia oggi funziona sempre, poi se una commedia degli equivoci è fatta bene, se l’intreccio è divertente con tante invenzioni drammaturgiche e trovate registiche, se mantiene il ritmo, tutto funziona e il pubblico è molto soddisfatto. Certo è importante l’intreccio, ma bisogna sempre inventare qualcosa di nuovo, infatti non basta che le trovate siano scritte nel copione: il regista deve migliorare e dare più efficacia al tutto, utilizzando sintesi e ritmo per attribuire vivacità e poi gli interpreti devono essere bravi. Infatti non tutti gli attori sono portati per esibirsi nel tragico e nel comico, anche se un attore dovrebbe prepararsi su entrambe le possibilità, alcuni attori hanno una predisposizione per il drammatico, ma diventano anche attori comici, mentre alcuni, che si esibiscono sempre in testi impegnati, si scoprono attori brillanti nella commedia. Infatti, un attore deve essere versatile. In Doppia coppia io sono sia attore sia regista: in questi casi bisogna avere una buona capacità di vedersi da fuori, per potersi migliorare ed è uno sforzo fisico e mentale notevole.»
Emanuela Rimoldi: «Il mio personaggio nella commedia Doppia coppia - racconta Emanuela - dimostra una forte passione amorosa per il rapporto extraconiugale che sta vivendo, infatti gestisce la storia da “femmina fatale” ; è una donna sofisticata, anche se non è in grado di mantenersi tale nello svolgimento della vicenda, infatti, diventa comica e divertente per il pubblico, perché perde la sua compostezza, è sempre sopra le righe, è molto esuberante ed ha una sua particolare visione della realtà che le consente di essere sempre allegra e propositiva, senza mai scoraggiarsi, nonostante gli intoppi della storia. Noi attori, quando recitiamo, come in questo caso, in una commedia brillante, molto giocosa con numerosi colpi di scena, dobbiamo apparire affiatati fra noi e mantenere un ritmo serrato nella recitazione per stupire il pubblico, divertendolo.Sono contenta anche di tornare in teatro, a Milano, la mia città.»
Gianni Lamanna: «Esibirsi al teatro San Babila per me è sempre una bella esperienza e incontrare un nuovo pubblico che ora si sta rinnovando grazie a un cambio generazionale, inoltre mi trovo bene con tutti gli attori della compagnia, tra cui Marco Vaccari che è mio coscritto e che oltre a recitare ci dirige con precisione. Un attore infatti deve sempre affidarsi alla regista con il massimo rispetto.»
Stefania Pepe: «In Doppia coppia, infatti, lavoro con Marco Vaccari, anche lui
come me diplomato all’Accademia dei Filodrammatici. Marco è bravissimo come regista anche perché sa creare un gruppo coeso: siamo molto affiatati e lavoriamo in un connubio bellissimo. Io sono arrivata nella compagnia per questo spettacolo e, come mi dice Marco, sono entrata in corsa, perché gli altri attori avevano già fatto lo spettacolo due anni fa e io sono stata catapultata dentro un gioco divertente, un gioco teatrale alla Feydeau, con tempi comici velocissimi, tra porte che si aprono e si chiudono. Nella commedia si assiste alla classica situazione in cui due coppie si trovano a sorpresa nello stesso albergo con i rispettivi amanti fra un divertente incastro di equivoci. Il mio personaggio è una donna molto divertente, ma ansiosa che decide di tradire il marito, ma appare goffa, timida, continua a mangiare cioccolatini, perché sono l’unico antidoto agli attacchi d’ansia, costruisco così un personaggio simpatico di una perdente in cui si possono riconoscere le persone che non si sentono adeguate alle situazioni.»
Roberto Vandelli:« Io abitualmente alterno drammatico al brillante al musical e in Doppia coppia mi diverto molto, perché il mio personaggio è simpatico, è il piacione della situazione che, alla fine, viene scoperto. Ognuno di noi ha caratteristiche diverse, ma, insieme, creiamo una bella alchimia e funzioniamo alla perfezione. Infatti è una commedia basata sul ritmo, alla Feydau con entrate e uscite a sorpresa di amanti, mogli e mariti. Si assiste a dinamiche divertenti, spero che il pubblico accorra numeroso, infatti mettere in scena una commedia che funzioni non è facile, è molto più difficile far ridere che commuovere.»
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