mercoledì 31 gennaio 2018
giovedì 25 gennaio 2018
Barbara De Rossi, paladina dei diritti delle donne
Barbara De Rossi, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti delle donne, torna al teatro San Babila dal 30 gennaio al 4 febbraio 2018, diretta e affiancata da Francesco Branchetti. Insieme sono protagonisti di una delicata storia sulle fasi dell’innamoramento, Il bacio dell’olandese Ger Thijs, testo rappresentato per la prima volta in Italia.
«L’idea è nata da Francesco Branchetti – racconta Barbara De
Rossi - che conosceva il testo perché lui è un attento osservatore di tutto ciò
che riguarda la nuova drammaturgia. Interpreto una donna più grande di me, già in
pensione, una donna che vive nella provincia dell’Olanda, che, in un bosco, incontra
uno sconosciuto. Entrambi si raccontano la loro infelicità, e, dopo l’iniziale
diffidenza, si conoscono meglio e scoprono un'intesa fra le loro anime. Lui è
un comico mancato, pieno di insicurezze, un personaggio un po’ surreale, una specie di
folletto, anche molto buffo e tenero; tra i due non scatta un'attrazione fisica, ma
una profonda intesa di anime, un'attenzione e una cura eccezionale dell’uno per l’altra che
li aiuta a trovare un linguaggio comune così da esprimersi per
quello che sono.»
Dall'amore come sentimento puro rappresentato a teatro, al dramma dell'amore che si trasforma in violenza, un problema che tocca molto la De Rossi che si dedica alla difesa
dei diritti delle donne. Infatti, oltre a lavorare da tempo con l’Associazione
Salvamamme, ha condotto in tv Amore
criminale e ora conduce Il terzo
indizio e racconta: «Da decenni le donne pagano con la vita un amore
sbagliato. Dal 1998 con Salvamamme difendo i diritti civili per aiutare le
donne; facciamo battaglie, scrivendo lettere al Consiglio dei Ministri, alla
presidenza del Consiglio dei Ministri, perché ci sia una nuova legislatura. Da
quando conduco programmi in tv su queste tematiche ho potuto arrivare a un
pubblico più ampio: la tv abbraccia tanta gente e io ho potuto sensibilizzare il
pubblico in modo più diretto. Lentamente le cose stanno cambiando,
ma ci vorranno anni di lotte e di battaglie
e ogni processo evolutivo ha bisogno di tempo, perché non è una cosa semplice educare ai sentimenti.
Dobbiamo ricominciare dalla scuola con corsi di educazione all’affettività, poiché la violenza sulle donne non ha collocazione
geografica e sociale, ma, in modo trasversale, compisce tutti, quando in famiglia
mancano certi valori. Noi facciamo incontri e convegni, ma soprattutto
raccontiamo storie, grazie al lavoro dei volontari che è straordinario. Anche io spendo il mio tempo con grande passione e impegno e con grande rispetto, seguo anche personalmente alcune donne e sento una
grande responsabilità: infatti quando devi dire a una donna “lascia la tua casa e vai in
un centro antiviolenza” diventi tu responsabile della sua decisione e della sua
sicurezza.
Bisogna fare vedere alle donne quello che rischiano e fare capire loro quali sono i primi segnali della violenza che possono degenerare. Quando in tv si presentano docufiction diventano uno strumento utile: usano un linguaggio immediato, ma non sono film, sono storie vere con testimonianze, stralci degli atti processuali. Le donne devono vedere, non basta parlare! Inoltre mostrare cosa può succedere è un modo per non dimenticare le vittime di femminicidio, anche i familiari vogliono ricordare e non dimenticare! Un problema sono le frasi offensive che spesso si leggono sul web: alcune donne scrivono frasi vergognose contro persone che soffrono o hanno sofferto, ognuno si sente in grado di giudicare, è una vergogna! Il web rischia di diventare quel luogo in cui ogni persona sfoga le sue frustrazioni con cattiveria, rischia così di diventare una delle cose peggiori di questo secolo. Ascoltando tante storie drammatiche sono diventa più dura e non ho più pazienza, tutti dobbiamo fare qualcosa per aiutare le persone che rischiano di essere uccise, non dobbiamo permetterci invece di giudicare! » Ar.C.
mercoledì 24 gennaio 2018
Francesco Branchetti indaga sull'innamoramento al San Babila
Dal 30 gennaio al 4 febbraio 2018 Barbara De Rossi e Francesco Branchetti sono i protagonisti di IL BACIO di Ger Thijs, rappresentato per la prima volta in Italia con la regia di Francesco Branchetti.
Il regista e attore Francesco Branchetti torna a Milano, al
Teatro San Babila, dopo il successo di Medea,
con un nuovo testo, mai rappresentato in Italia, Il bacio di Ger Thijs, un
successo internazionale di un autore olandese sull’indagine dei sentimenti nel delicato
momento dell’innamoramento: «amavo da molti anni questo testo – racconta – ma non
avevo ancora trovato le condizioni ottimali per portalo in scena. Quando poi lo
ho letto durante le repliche di Medea
con Barbara De Rossi, abbiamo subito deciso di farlo insieme, abbiamo debuttato
nella scorsa stagione e lo spettacolo sta avendo una lunga tournée. È una pièce
interamente incentrata sulla meccanica del sentimento, sull’incontro tra un
uomo e una donna in quella precisa terra di mezzo in cui, incontrandosi uomo e
donna si accolgono gradualmente, imparando a conoscersi. Si parla di sé come
individui e dell’innamoramento, della nascita di un sentimento e tutto questo
viene rappresentato dall’autore con profondità e attenzione nel raccontare
tutte le fasi che segnano la nascita di un sentimento, con veri colpi di scena che
scaturiscono all’interno del vissuto dei personaggi quando si relazionano fra
loro. Attraverso i dialoghi, i protagonisti passano in rassegna tutte le difficoltà che ha un sentimento a nascere e sbocciare,
quando devi accettare un sentimento che
inizia, e non provi solo meraviglia, ma senti anche la difficoltà di farlo
nascere se si hanno alle spalle vite precedenti e non felici, se ci si trascina dentro di sé una zavorra di
infelicità, nonostante si senta di avere fiducia nell’altro, come è
fondamentale in una relazione.
Sono contento di debuttare ora al San Babila di Milano, in questa città ho sempre avuto bellissime esperienze, mi sono esibito in diversi teatri il Carcano, Filodrammatici, il Litta, ma al San Babila torno sempre volentieri anche come spettatore.» Ar. C.
Il video di Francesco Branchetti : vi aspetto a vedere Il bacio
mercoledì 17 gennaio 2018
Le videointerviste della Compagnia del Teatro San Babila
Toccata e fuga di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari, e con la Compagnia Teatro San Babila, composta da Gigi Sammarchi, Marco Vaccari, Vera Castagna, Cinzia Spanò e Gloria Anselmi, dopo il successo di Capodanno, torna al Teatro San Babila di Milano dal 16 al 21 gennaio 2018.
Gli attori sul palcoscenico del prestigioso teatro San Babila di Milano, vi aspettano e vi rivelano alcune anticipazioni sui loro divertenti personaggi, cliccando sul link :
Marco Vaccari è Marco, un marito fedifrago in tuta da ginnastica: regista ed interprete
Cinzia Spanò è Cinzia la moglie di Marco, innamorata di Gigi: il mio ritorno al San Babila
Gigi Sammarchi è Gigi, il marito di Vera: una commedia dal meccanismo perfetto
Vera Castagna è la moglie di Gigi che rivela delle sorprese agli spettatori
Gloria Anselmi è la bellissima Gloria il divertimento di questa commedia è assicurato
La compagnia del Teatro San Babila vi aspetta: siamo in scena dal 16 al 21 gennaio
domenica 14 gennaio 2018
Vera Castagna: "il teatro è il mio primo amore"
Toccata e fuga di
Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari, e con la Compagnia Teatro San
Babila, composta da Gigi Sammarchi, Marco Vaccari, Vera Castagna, Cinzia Spanò
e Gloria Anselmi, dopo il successo di Capodanno, torna al Teatro San Babila di
Milano dal 16 al 21 gennaio 2018.
Vera Castagna, diplomata all'Accademia dei Filodrammatici,
sotto la direzione di Ernesto Calindri, da tempo alterna la sua attività in
teatro a quella televisiva con numerose fiction, tra cui Casa Vianello, Il Mammo, Finalmente soli, e le soap opera Vivere e Cento Vetrine, oltre ad essere presenter della versione italiana
del canale QVC, un canale di shopping e intrattenimento.
«Il mio personaggio di Toccata
e fuga mi appartiene e mi diverto molto ad interpretarlo: all’inizio della
commedia rimane enigmatico, non si capisce se è così svampita da sembrare fare
a posta a non capire quello che sta succedendo, tutta presa dal suo lavoro e
con la testa nelle nuvole, o se ha capito tutto e prende in giro gli altri. La
nostra commedia piace molto, perché è di facile lettura, semplice ma con colpi
di scena sorprendenti, quando credi che la vicenda si svolga in un modo e ti
aspetti qualcosa, credi di aver capito la dinamica, tutto cambia e ti stupisce!
Anche il mio personaggio è così: alla fine ti sorprende perché si comporta in
un modo che nessuno si aspetta, quindi dovete venire a teatro per saperlo! È una
commedia divertente e leggera, ma accattivante, rimane molto soft e non cade
mai nel volgare.
A Capodanno abbiamo riscosso un successo strepitoso: il teatro era strapieno e sentivi un’ondata di ristate che girava da destra a sinistra, tutti erano attenti a cogliere tutte le battute e anche noi eravamo felici, quando sentiamo una atmosfera così calda e una pubblico così coinvolto siamo molto soddisfatti. Il teatro San Babila è una bomboniera con un’ottima acustica e ha molti abbonati che tornano di anno in anno. Fra noi poi della Compagnai c’è una bellissima intesa e ci divertiamo molto a lavorare insieme. Pe me il teatro è la mia vera passione, il cuore che palpita, è il mio primo amore, indissolubile che non vorrei tradire mai, infatti adoro il contatto con il pubblico e mi piace scoprirlo sempre diverso ogni sera, e anche mi piace misurami con personaggi sempre diversi, mettere sempre alla prova le mie possibilità, è un bellissimo lavoro.
Mi piacerebbe che un maggior numero di persone scoprisse il teatro, attraverso i social ora si può pubblicizzare quello che si fa, ma il teatro va visto dal vivo e scoperto. Due anni fa ho invitato al San Babila a vedere Toccata e fuga un mio giovane amico che non era mai stato a teatro e da allora ci va sempre, ha scoperto una passione che non conosceva e per me è stata una soddisfazione. Vorrei tanto che altre per persone scoprissero la cultura del teatro, se la consoci poi ti appassioni! Vi aspetto per scoprirlo anche voi! Ar. C.
giovedì 11 gennaio 2018
Gigi Sammarchi e la commedia degli equivoci al San Babila
Dal 16 al 21 gennaio 2018 torna al Teatro San Babila di Milano, Toccata e fuga di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari, interpretato dalla Compagnia Teatro San Babila, composta da Gigi Sammarchi, Marco Vaccari, Vera Castagna, Cinzia Spanò e Gloria Anselmi.
L’attore televisivo, cinematografico e teatrale Gigi
Sammarchi è di casa al teatro San Babila e conosce bene il pubblico di Milano,
dove si è esibito molte volte da solo o in coppia con Andrea Roncato con cui
costituisce il duo comico Gigi e Andrea, protagonista di tanti show televisivi e
film di successo.
Ora è pronto a divertire il pubblico con la commedia Toccata e fuga di Derek Benfield, con
la regia di Marco Vaccari, e racconta: «proponiamo la classica commedia
brillante, incentrata sul gioco degli equivoci, con un esilarante giro di
coppie e la risata dietro l’angolo, infatti il pubblico pensa che stia per
accadere una cosa e invece ne accade un’altra. Da tempo, con la Compagnia
Teatro San Babila, portiamo in scena Toccata e fuga, riprendendola periodicamente,
infatti è una commedia dai meccanismi oliati perfettamente così vai sul sicuro.
Noi l’abbiamo adattata al pubblico italiano, modificando un po’ l’umorismo inglese
e togliendo alcune freddure legate a un contesto diverso dal nostro, mantenendo
però la struttura generale della commedia, modernizzata e adattata ai giorni d’oggi.
A Milano mi trovo molto bene e, in particolare, il tipo di
pubblico del Teatro San Babila mi apprezza perché molti mi conoscono perché mi
hanno visto in televisione se hanno la mia età o i ragazzi mi conoscono, perché
tramettono ancora in tv i miei film. Il
pubblico milanese è abituato ad andare a teatro e si diverte con questa commedia
ed esce sempre soddisfatto. Trovare divertente il teatro è importante perché vuol
dire scoprire che è un passatempo piacevole e si ribalta l’idea che andare a teatro
sia noioso. Oggi personalmente la tv non mi piace e non la guardo, quando scorro
i canali classici non trovo nulla da vedere e mi chiedo come faccia la gente a
vedere quello che ti propinano oggi tra un reality e una lezione di cucina!
Molti possono scegliere, con la tv a pagamento, ma non tutti possono
permettersela, e poi manca la televisione di intrattenimento: noi una volta, in
tv, venendo dalla scuola di Walter Chiari e di Gino Bramieri costruivamo sketch
che duravano 15/ 20 minuti, mentre oggi i comici sono moltissimi e si
esibiscono uno di seguito all’altro e devono infilare una serie di battute in
tre minuti così non li puoi neppure distinguere tra loro e sai solo che vengono
da Zelig!
È anche impossibile proporre nuovi programmi perché mentre una volta i produttori cercavano proposte originali, oggi tutti scelgono programmi che si assomigliano fra loro, meno male che si può uscire di casa ed andare a teatro! Spero che i giovani se ne accorgano e che venga creata una cultura del teatro così da abbonarsi e vedere diversi spettacoli e sapere valutare e scegliere.» Ar.C.
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