mercoledì 12 dicembre 2018

Le video interviste di "Mostri a parte"

Nel camerino del Teatro San Babila, a pochi minuti dal debutto milanese le video interviste a Maurizio Casagrande e ad alcuni attori della compagnia di Mostri a parte in scena fino a domenica 16 dicembre.



Maurizio Casagrande racconta Mostri a parte: vi divertirete!





Alcuni attori in scena in Mostri a parte presentano i loro personaggi





Grande trionfo per la prima dello spettacolo


martedì 11 dicembre 2018

Maurizio Casagrande e i "nuovi mostri"


Dall’11 al 16 dicembre 2018, l’attore e regista Maurizio Casagrande arriva al Teatro San Babila con MOSTRI A PARTE, scritto da Maurizio Casagrande e Francesco Velonà.


Dopo un grande successo di pubblico e di critica riscosso in varie città italiane, debutta a Milano Mostri a parte, una sottile e divertentissima satira sul mondo della show business, scritta, interpretata e diretta da Maurizio Casagrande, che si era già esibito in passato al teatro San Babila di Milano, riscuotendo un enorme successo con E fuori nevica con Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso e Nando Paone. Lo spettacolo, infatti, aveva fatto conoscere al grande pubblico questi attori che, in questi anni, hanno raggiunto una grande popolarità e uno straordinario successo personale. Come spiega Casagrande infatti esibirsi a Milano è un banco di prova, ma anche una notevole soddisfazione: «il pubblico di Milano è quello di una grande metropoli, è un pubblico che non ha preconcetti, è aperto, curioso di valutare quello che vede, dandoti così la possibilità di fare qualunque cosa, poiché è un pubblico con apertura mentale.»


Figlio d’arte di Antonio Casagrande, attore della compagnia di Eduardo De Filippo, Maurizio Casagrande è stato protagonista di moltissimi spettacoli teatrali, si è esibito, prima con Vincenzo Salemme, poi in altri spettacoli oltre che recitare in numerosi film di successo e in fiction televisivi e recentemente in testi scritti da lui.
«Da un po’ di tempo – afferma Casagrande - preferisco divertimi a recitare in pièce scritte da me, come molti altri attori, lavoro in teatro perché mi piace, anche se è poco remunerativo, però  le emozioni sono impagabili perché c’è il pubblico in sala, e assisti alle loro reazioni in diretta, ma in questi anni mi sono reso contro che ho recitato in alcuni spettacoli che non mi convincevano, così non volevo deludere il mio pubblico, perché mi attribuiscono la responsabilità di quello che faccio, quindi pian piano ho maturato la decisione di scrivere io quello che interpreto.

 Per Mostri a parte, che debutta al San Babila, mi è venuta un’idea attuale, cioè di parlare del mondo dello spettacolo, del mondo della televisione e di tutto ciò che gira attorno allo show business che diviene preda di personaggi famosi, ma famigerati che non hanno neanche la volontà di ricercare un talento, ma vogliono solo mettersi in evidenza e in mostra e si parla così di “nuovi mostri della televisione”. Ho pensato al protagonista della mia commedia come una rock star degli anni Ottanta,  ora dimenticato: egli ha una relazione con una donna, conduttrice televisiva famosa, ma di scarse qualità, che gli offre la possibilità di partecipare a un suo show televisivo in cui vede i “nuovi mostri” che rappresento in scena ispirandomi ai personaggi tipici dei film horror italiani: la show girl, una ragazzina che ha grande successo, ma non è una artista, ha  il volto di una vampira, l’attore bellissimo, ma che non sa fare niente, è l’uomo lupo, sfilano così una serie di personaggi stravaganti che ci portano a riflettere, infatti gli spettacoli che io amo proporre al pubblico sono divertentissimi, ma  offrono la possibilità di un ragionamento scanzonato e divertito. Quando scrivo per il teatro ho già in mente per me una parte, parto da me pensando a cosa potrei fare io e poi scrivo le parti per gli altri attori. Dato che io ho iniziato come batterista e amo molto il mondo della musica, ho sentito il bisogno di dare al mio personaggio il volto di un uomo di spettacolo e il mondo che mi era più caro era quello della musica, in cui tante persone hanno successo, magari con una sola canzone: sono le meteore che poi non riescono a ripetere il successo di quell’unica canzone, anche se magari a noi resta in mente il motivo ma non sappiamo più chi l’ha scritta, ecco il mio personaggio è uno di loro. Ora vi aspetto a teatro per conoscerlo!  Io alterno, pianificando il teatro al cinema perché sono versatile e mi piace cambiare, quindi anche se amo moltissimo il teatro non mi fossilizzo in una sola attività.» Ar.C.


lunedì 10 dicembre 2018

Marco Vaccari direttore artistico del Teatro San Babila, attore e regista in Doppia Coppia


Marco Vaccari, direttore artistico del Teatro San Babila di Milano, attore e regista, presenta al pubblico Doppia coppia di Derek Benfield, in scena dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 con la Compagnia Teatro San Babila, composta da Gianni Lamanna, Stefania Pepe, Emanuela Rimoldi, Roberto Vandelli e da Marco Vaccari anche regista della commedia.


«Per le feste proponiamo una divertente commedia degli equivoci Doppia coppia del drammaturgo inglese Derek Benfield, scomparso nel 2009. Il mio personaggio, Ferris, ha accettato controvoglia di occuparsi, in assenza della sorella, dell’accoglienza dei clienti e della gestione del suo albergo. Lì arrivano due coppie di amanti per trascorrere giornate di svago, senza sapere che i rispettivi coniugi sono nello stesso albergo con i rispettivi amanti. Si scatena così un esilarante meccanismo degli equivoci tra porte che si aprono e si chiudono con personaggi che appaiono all’improvviso tra bugie, equivoci, scambi di coppie.


La commedia oggi funziona sempre, poi se una commedia degli equivoci è fatta bene, se l’intreccio è divertente con tante invenzioni drammaturgiche e trovate registiche, se mantiene il ritmo, tutto funziona e il pubblico è molto soddisfatto. Certo è importante l’intreccio, ma bisogna sempre inventare qualcosa di nuovo, infatti non basta che le trovate siano scritte nel copione:  il regista deve migliorare e dare più efficacia al tutto, utilizzando sintesi e ritmo per attribuire vivacità e poi gli interpreti devono essere bravi. Infatti non tutti gli attori sono portati per esibirsi nel tragico e nel comico, anche se un attore dovrebbe prepararsi su entrambe le possibilità, alcuni attori hanno una predisposizione per il drammatico, ma diventano anche attori comici, mentre alcuni, che si esibiscono sempre in testi impegnati, si scoprono attori brillanti nella commedia. Infatti, un attore deve essere versatile. In Doppia coppia io sono sia attore sia regista: in questi casi bisogna avere una buona capacità di vedersi da fuori, per potersi migliorare ed è uno sforzo fisico e mentale notevole.»


Quali sono le novità del Teatro San Babila ?«La stagione del Teatro San Babila si è trasformata, abbiamo anche alcuni fuori programma, come appunto Doppia Coppia, spettacolo fuori abbonamento a cui aspettiamo sia gli abbonati sia chi non lo è. Infatti nella stagione 2018-19 abbiamo molte possibilità per tutti i gusti: abbiamo inserito spettacoli estemporanei, come Uno nessuno e centomila di Pirandello con Enrico Lo Verso. Abbiamo, infatti, oltre alla tradizionale stagione di prosa, aperta da Sebastiano Lo Monaco con Il berretto a sonagli, che sta proseguendo con Franco Castellano e Nathalie Caldonazzo, Maurizio Casagrande, la compagnia Attori & Tecnici,  Roberto Ciufoli, Simone Colombari, Eleonora Ivone, Amanda Sandrelli, Corrado Tedeschi, due musical (Mambo italiano e Fame con la regia di Federico Bellone), una stagione di operetta della Compagnia Elena D’Angelo che riscuote sempre un grandissimo successo (Scugnizza, La duchessa del Bal Tabarin, Al cavallino bianco, Cin ci là), una stagione per bambini con Ciccio Pasticcio Band e Pepita Onlus, e una stagione d’opera lirica con l’Associazione Musica in Scena che propone L’elisir d’amore, La Bohème, La Traviata, Aida.
Il pubblico continua ad aumentare, infatti molti spettatori si sono affezionati alla  nostra gestione e in cinque anni stiamo facendo un bel percorso di crescita.» Ar. C.


giovedì 29 novembre 2018

Franco Castellano si racconta



Per la prima volta in Italia Baciami James di Robert Farquhar è in scena al teatro San Babila di Milano fino al 2 dicembre 2019, con la regia di Gugliemo Guidi, e con protagonisti Franco Castellano e  Nathalie Caldonazzo.


Franco Castellano è Eddie, uno scapolo che combina di incontrarsi in una stanza di albergo con Crystal, interpretata da Nathalie Caldonazzo. I due si confidano le loro aspettative e insicurezze, mettendo in evidenza le loro differenti personalità.

A questo link il video con cui Franco racconta :"il mio personaggio"



Castellano ha iniziato la sua carriera in teatro, per poi raggiungere la popolarità, grazie a fiction televisive, come Commesse, ed è diventato volto noto di molte serie tv, ma la sua priorità è sempre recitare in teatro, come  racconta nel camerino del teatro San Babila poco prima  del debutto di Baciami James: «io sono nato con il teatro, prima lo ho scoperto a scuola, poi mi sono diplomato all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D'Amico a Roma, in un’epoca in cui non esistevano tutte le scuole di teatro che ci sono ora, ma erano poche e molto selettive. Fare l’attore è un mestiere che, in rari casi, diventa arte, si deve fare per  passione, perché si affronta  una vita di sacrifici, con alti e  bassi. Sappiate che se salite la strada del successo, dovete guardare in faccia le persone che incontrerete quando la discenderete, perché saranno le stesse che avevate incontrare in salita e saranno lì ad aspettarvi.  La vita dell’attore di teatro presenta molti sacrifici, anche perché le tournée oggi durano poco e solo alcuni festival e alcune produzioni hanno finanziamenti, inoltre si è schiacciati dalla televisione che ha cambiato meccanismo in questi anni. Oggi chiunque abbia partecipato a un reality pensa di essere un attore, mentre recitare non vuol dire imparare a memoria una poesia o una filastrocca, ma deve esserci dietro uno studio e un modo di affrontare i personaggi che deve essere continuamente approfondito e sviluppato. Oggi si vedono persone in palcoscenico che non sanno neppure camminare, figuriamoci recitare! Tempo fa un personaggio come Amleto veniva interpretato da un attore quarantenne non da un ventenne, poiché richiede maturità di espressione, è un personaggio drammatico, con una gamma di sentimenti che vogliono una padronanza da adulto: solo per recitare “essere e non essere” devi sapere quello che dici e averlo capito a fondo, per trasmetterlo al pubblico,  non si può recitare perché hai la presunzione di esistere solo tu. Inoltre, devi imparare a recitare e non usare inflessioni o caratterizzazioni dialettali per far ridere il pubblico, un grandissimo attore comico, che aveva una dizione italiana perfetta, è stato Walter Chiari. Diventare attore è un mestiere che si impara, studiando e stando in scena, ma solo per alcuni diventa arte.» Ar. C.

martedì 27 novembre 2018

Le video interviste ai protagonisti di Baciami James

Nel camerino del Teatro San Babila Franco Castellano e Nathalie Caldoanzzo presentano i loro personaggi di Baciami James di Robert Farquhare con la  regia di  GUGLIELMO GUIDI vi aspettano al San Babila dal 27 novembre al 2 dicembre




La pièce, andata in scena per la prima volta a Londra nel 1998, è rappresentata per la prima volta in Italia 


Franco Castellano:  "vi presento il mio personaggio"

Nathalie Caldonazzo, "siamo una coppia che non si acchiappa "

domenica 25 novembre 2018

Roberto Vandelli, il piacione di "Doppia coppia"

IV parte/Roberto Vandelli

Uno speciale dedicato ai protagonisti di Doppia coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari che sarà in scena al Teatro San Babila, dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 e con un doppio spettacolo il 31 dicembre alle ore 18 e alle ore 22

Roberto Vandelli passa con abilità istrionica dai classici come Pirandello e Shakespeare, al musical come in questi giorni in Flashdance il musical, con la regia di Chiara Noschese, alla commedia brillante come Doppia coppia che sarà in scena al San Babila con la regia di Marco Vaccari, suo compagno all’Accademia dei Filodrammatici.


Vandelli ha iniziato la sua carriera, infatti, diplomandosi all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, ma ha anche fatto parte della Compagnia del Teatro Gerolamo di Milano, diretta da Umberto Simonetta, come assistente alla regia, incontrando Paolo Rossi, Maurizio Micheli e avendo modo di affinare il suo ecclettismo, come spiega: «aver frequentato la stessa scuola di teatro di Marco Vaccari ci lega professionalmente, infatti abbiamo avuto come docente Ernesto Calindri, abbiamo appreso un alto livello di dizione e abbiamo imparato con disinvoltura ad articolare la voce, ma il rischio, se non ci metti del tuo, potenziando la tua predisposizione naturale è che si rischia di  recitare tutti “alla Calindri.” Io lavorando anche al Gerolamo in cui facevo l’assistente alla regia, ho potuto imparare il meglio dell’Accademia, ma anche unire una differente esperienza personale.Ora sono pronto a riprendere Doppia coppia al San Babila. Chi ha visto un precedente allestimento, noterà alcune differenze, poiché, rivedendoci anche in video, ci abbiamo lavorato ancora e abbiamo modificato alcune situazioni, così ora è molto più dinamico. Poi è entrata nella nostra compagnia Stefania Pepe, anche lei diplomata all’Accademia, ma che si è esibita anche come attrice anche di cabaret, così ha aggiunto una sua impronta molto brillante.


Io abitualmente alterno drammatico al brillante al musical e in Doppia coppia mi diverto molto, perché il mio personaggio è simpatico, è il piacione della situazione che, alla fine, viene scoperto. Ognuno di noi, Emanuela Rimoldi, Gianni Lamanna, Stefania Pepe, Marco Vaccari,  ha caratteristiche diverse, ma, insieme, creiamo una  bella alchimia e funzioniamo alla perfezione. Infatti è una commedia basata sul ritmo, alla Feydau con entrate e uscite a sorpresa di amanti, mogli e mariti. Si assiste a dinamiche divertenti, spero che il pubblico accorra numeroso, infatti mettere in scena una commedia che funzioni non è facile, è molto più difficile far ridere che commuovere. La gente a volte sceglie  testi divertenti, perché non ha voglia di pensare: quando mi esibisco nel musical Flashdance vedo che abbiamo un seguito pazzesco, non solo arrivano i fan del film, ma si divertono anche ragazzini di oggi che impazziscono con le musiche trascinanti. Inoltre, se ti diverti in scena come mi accade con la Compagnia Teatro San Babila, il pubblico lo sente e si diverte di conseguenza moltissimo. Quindi aspettiamo con gioia di incontrare gli spettatori del San Babila anche per la serata di Capodanno.» Ar.C.


giovedì 22 novembre 2018

Emanuela Rimoldi diventa una "femmina fatale"



III parte/Emanuela Rimoldi 
Uno speciale dedicato ai protagonisti di Doppia coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari che sarà in scena al Teatro San Babila, dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 e con un doppio spettacolo il 31 dicembre alle ore 18 e alle ore 22

L’attrice Emanuela Rimoldi, copratogonista con Gianni Lamanna, Stefania Pepe, Marco Vaccari, Roberto Vandelli, parla del suo legame con la sua città, Milano, e con la Compagnia Teatro San Babila, in attesa del debutto Doppia Coppia di Derek Benfield il 30 dicembre 2018.

«Il mio personaggio nella commedia Doppia coppia - racconta Emanuela - dimostra una forte passione amorosa per il rapporto extraconiugale che sta vivendo, infatti  gestisce la storia da “femmina fatale” ; è una donna sofisticata, anche se non è in grado di mantenersi tale nello svolgimento della vicenda, infatti, diventa comica e divertente per il pubblico, perché perde la sua compostezza, è sempre sopra le righe, è molto esuberante ed ha una sua particolare visione della realtà che le consente di essere sempre allegra e propositiva, senza mai scoraggiarsi, nonostante gli intoppi della storia. Noi attori, quando recitiamo, come in questo caso, in una  commedia brillante, molto giocosa con numerosi colpi di scena, dobbiamo apparire affiatati fra noi e mantenere un ritmo serrato nella recitazione per stupire il pubblico, divertendolo.
Sono contenta anche di tornare in teatro, a Milano, la mia città. Per me è importante far parte della compagnia Teatro San Babila, mi lusinga e mi emoziona, anche perché abbiamo modo di esibirci in un luogo  storico, con una lunga e prestigiosa tradizione teatrale. Inoltre, dal pubblico del San Babila,  abbiamo sempre avuto grandi dimostrazioni di affetto e speriamo sia così anche quest’anno.
Con tutta la compagnia, e con il direttore e regista Marco Vaccari, ho un ottimo rapporto, lavoriamo tutti in perfetta sintonia, inoltre, io che sono nata e cresciuta a Milano, qui mi sono formata come attrice, quindi per me  è una soddisfazione esibirmi nella città che ho nel cuore, anche se Milano è un po’ cambiata anche come modalità  di lavoro, poiché, purtroppo,  il teatro ha sempre uno spazio ridotto. Siamo fortunati a lavorare in teatro nelle feste natalizie, perché  sono momenti in cui le persone sono più inclini ad andare a teatro e scelgono spettacoli brillanti come il nostro.Lavorare in teatro è sempre bellissimo, ma per una donna in particolare trovare ruoli non è facile,inoltre si assiste a una grande competizione fra attrici, perché tutte vogliono ricoprire i pochi ruoli importante, quindi   la preparazione e la serietà sono fondamentali per essere selezionati.  Si dovrebbe infatti privilegiare chi è preparato  rispetto  a chi si improvvisa, il nostro non è un ambiente facile in cui tutto si presenta a  portata di mano.

Io continuo a prepararmi con professionalità, per esempio ho appena finito una collaborazione con Antonio Albanese alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi: lui ha tenuto un workshop di un mese ed io sono stata la sua assistente. Questo lavoro è stato  stimolante, edificante, costruttivo, sia perché ho affiancato un grande professionista, sia perché ho potuto sperimentare alcune tecniche di insegnamento e dare consigli a ragazzi che si stanno preparando a interpretare personaggi.  Ora sto lavorando tra Milano e Roma e ho molti progetti differenti fra loro in corso, infatti il bello del nostro mestiere è potersi calare in personaggi diversi che trasmettono emozioni e stati d’animo diversi che diventano anche parte di noi.” Ar. C.



venerdì 16 novembre 2018

Gianni Lamanna dal teatro sociale alla commedia e viceversa


II parte/Gianni Lamanna
Uno speciale dedicato ai protagonisti di Doppia coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari che sarà in scena al Teatro San Babila, dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 e con un doppio spettacolo il 31 dicembre alle ore 18 e alle ore 22



L’attore regista e drammaturgo Gianni Lamanna torna sempre con piacere alla commedia brillante nella Compagnia Teatro San Babila, per Doppia coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari, che sarà in scena dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019.In attesa di debuttare in Doppia Coppia Lamanna racconta «Nella mia formazione ho svolto diverse esperienze nel teatro sociale, ho lavorato nel gruppo teatrale Comuna Baires, ho svolto laboratori teatrali in carcere con Donatella Massimilla a San Vittore con persone che poi con nostra grande soddisfazione hanno proseguito a lavorare nell’ambito teatrale. Tutte le esperienze che ho fatto mi sono servite ad affinare la tecnica, infatti nel nostro lavoro di attori non bisogna lasciare nulla di intentato, ma bisogna sempre sperimentare nuovi percorsi. In questo momento sto lavorando a un testo e a un allestimento di una piéce sul femminicidio; spazio infatti dal lavoro nel teatro sociale alla commedia come quella che, a breve, interpreterò al San Babila. Mi piace cambiare dimensione, per un attore è fondamentale, passare da un ruolo ad un altro, prestare la propria personalità a personaggi sempre diversi fra loro.
Esibirsi al teatro San Babila per me è sempre una bella esperienza e incontrare un nuovo pubblico che ora si sta rinnovando grazie a un cambio generazionale, inoltre mi trovo bene con tutti gli attori della compagnia, tra cui Marco Vaccari che è mio coscritto e che oltre a recitare ci dirige con precisione. Un attore infatti deve sempre affidarsi alla regista con il massimo rispetto.» Ar. C.

domenica 11 novembre 2018

Aspettando Doppia Coppia di Derek Benfield con la regia di Marco Vaccari con la Compagnia Teatro San Babila


I parte/Stefania Pepe
Uno speciale dedicato ai protagonisti di Doppia coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari che sarà in scena al Teatro San Babila, dal 30 dicembre 2018 all’11 gennaio 2019 e con un doppio spettacolo il 31 dicembre alle ore 18 e alle ore 22


L’attrice, speaker e doppiatrice Stefania Pepe racconta retroscena e alcune anticipazioni sulla divertente commedia Doppia Coppia di Derek Benfield che sarà in scena, con la Compagnia Teatro San Babila, nelle vacanze di Natale.
Stefania Pepe, diplomata all'Accademia dei Filodrammatici, lavora anche come doppiatrice e speaker, oltre ad insegnare recitazione, e sottolinea l’importanza di frequentare una scuola che prepari ad affrontare un lavoro multiforme come quello dell’attore. Racconta Stefania: «per me frequentare l’Accademia dei Filodrammatici è stato un momento di formazione molto importante: una scuola di questo tipo offre la possibilità di lavorare tutti i giorni, per un certo numero di ore. Quindi diviene un allenamento molto utile perché poi, quando si inizia a lavorare in teatro, si deve avere consapevolezza dei propri limiti per scoprire come superarli, capendo che non esiste la perfezione, ma che ognuno di noi ha peculiarità su cui puntare. Infatti la scuola insegna agli allievi a lavorare sulle proprie caratteristiche e potenziarle senza sentirsi inadeguati. anche oggi spiego ai miei allievi che bisogna esplorare dentro di sé e consolidare la propria preparazione, perché poi, quando si entra nel mondo del lavoro, si deve essere pronti e attivi, capaci a mettersi in gioco perché contemporaneamente ci sono molte persone che si candidano per lo stesso ruolo.  Io ricordo gli anni dell’Accademia come il momento più bello della mia vita, un momento di grande cambiamento, un periodo importante anche perché ho incontrato alcuni compagni che poi sono diventati miei colleghi, infatti con alcuni ci siamo rincontrati per lavorare insieme; infatti, quando ti formi all’Accademia dei Filodrammatici, mantieni certe particolari caratteristiche che ti portano a condividere scelte comuni di spettacoli, per cui ti ritrovi con alcuni ex compagni di scuola.


In Doppia coppia, infatti, lavoro con Marco Vaccari, anche lui  diplomato all’Accademia dei Filodrammatici. Marco è bravissimo come regista anche perché sa creare un gruppo coeso: con Gianni Lamanna, Emanuela Rimoldi, Marco Vaccari, Roberto Vandelli 
siamo molto affiatati e lavoriamo in un connubio bellissimo. Io sono arrivata nella compagnia per questo spettacolo e, come mi dice Marco, sono entrata in corsa, perché gli altri attori avevano già fatto lo spettacolo due anni fa e io sono stata catapultata dentro un gioco divertente, un gioco teatrale alla Feydeau, con tempi comici velocissimi, tra porte che si aprono e si chiudono. Nella commedia  si assiste alla classica situazione in cui due coppie si trovano a sorpresa nello stesso albergo con i rispettivi amanti fra un divertente incastro di equivoci. Il mio personaggio è una donna molto divertente, ma ansiosa che decide di tradire il marito, ma appare goffa, timida, continua a mangiare cioccolatini, perché  sono l’unico antidoto agli attacchi d’ansia, costruisco così un personaggio simpatico di una perdente in cui si possono riconoscere le persone che non si sentono adeguate alle situazioni.

Quando lavoro come speaker sono immersa invece in un mondo completamente diverso dal teatro, ma utilizzo  uno strumento comune,  la voce.   Il teatro rispetto, per esempio alla radio, è un mondo vivo, sei lì e devi reagire subito a tutto quello che accade attorno e, quando mi chiedono come fai a fare ogni sera sempre lo stesso spettacolo,  spiego che non è mai lo stesso spettacolo, ma  ogni sera diventa diverso perché si lavora con il pubblico presente in sala che reagisce sempre in modo diverso, dandoti emozioni differenti, come scoprirete venendo a vederci al San Babila.» Ar. C.



venerdì 9 novembre 2018

Nathalie Caldonazzo in "Baciami James di Robert Farquhar", un debutto nazionale


Al Teatro San Babila di Milano, debutta dal 27 novembre al 2 dicembre 2018, una coppia affittata di attori, Franco Castellano e Nathalie Caldonazzo in Baciami James di Robert Farquhar, rappresentata per la prima volta in Italia, con la regia di Guglielmo Guidi.


L’attrice Nathalie Caldonazzo ritorna al Teatro San Babila con una nuova e divertente commedia, Baciami James, un successo clamoroso a Londra e ora per la prima volta portato in Italia. «È una commedia di terza generazione di un autore che ha avuto un grande successo in Inghilterra, ed è basata tutta sul dialogo, infatti è un testo per due attori. Nella pièce si assiste a un tentativo di relazione tra due personaggi molto diversi fra loro: io, una ragazza vitale e brillante, che proviene da un matrimonio in cui si è annoiata e che ora cerca nuove avventure, ma senza impegnarsi, infatti si è scelta anche un nome scintillante, Crystal, ed incontra Eddie, interpretato da Franco  Castellano, un uomo molto serio e timido che, nonostante l’età adulta vive a casa con la  mamma alla quale è molto legato e usa benissimo la tecnologia, ma non ha mai avuto storie più lunghe di sei settimane. I due si incontrano in un triste albergo di una località di mare e tentano di avere una relazione, Crystal spera di essere stupita da lui, che arriva con un anello di fidanzamento, mentre lei vuole solo divertirsi. 

 I ruoli di oggi infatti sono un po’ invertiti: la donna è sfuggente, più intraprendente, basta a se stessa, non si aspetta più molto dalla vita, mentre un uomo come Eddie è ancora legato alla famiglia e all’idea di matrimonio, a causa anche del forte legame con la madre. Non vi svelo il finale però!
Sono molto contenta di lavorare con Franco, che conosco da tempo, fare uno spettacolo a due è molto difficile, ma noi siamo molto sincronizzati, teniamo un dialogo serrato veloce, frenetico e ci divertiamo molto insieme al pubblico. Non vedo l’ora di arrivare a Milano e portarlo al San Babila.

Mi piace molto lavorare in teatro, ora sto interpretando ruoli più impegnativi, sto mettendo a frutto tutte le esperienze degli spettacoli precedenti che ho fatto, così che ora ho anche un bel bagaglio, e sto dando una bella prova d’attrice; ho creduto subito nell’efficacia di questa commedia e ora portarla al pubblico del San Babila sarà una soddisfazione, poiché è  un pubblico attento, e affettuoso quindi vengo sempre volentieri.» Ar.C. 

Nel video dal camerino del teatro: Vi aspetto al San Babila

domenica 21 ottobre 2018

Sebastiano Lo Monaco, 40 anni di palcoscenico

Marina Biondi e Sebastiano Lo Monaco

Dal 23 al 28 ottobre apre la nuova stagione del Teatro San Babila un grande attore teatrale, cinematografico e televisivo, Sebastiano Lo Monaco, nel suo quarantesimo anno di attività teatrale, è protagonista nel ruolo di Ciampa in Il berretto a Sonagli di Luigi Pirandello, da lui portato in tournée, con grande successo, da ventisei anni.


Sebastiano Lo Monaco si è avvicinato a Pirandello quando Mauro Bolognini, nel 1992 gli ha chiesto di interpretare proprio Il berretto a sonagli, davanti alla casa natale di Pirandello ad Agrigento, quella del Caos e, da allora, ha interpretato moltissimi testi pirandelliano (Così è se vi pare con Alida Valli, Questa sera si recita a soggetto e Sei personaggi, con la regia di Patroni Griffi, e poi Enrico IV, Non si sa come con la sua regia).Inoltre, l’attore siciliano è interprete, sempre apprezzato, anche di tragedie greche, come recentemente, il ruolo di Teseo, nella tragedia di Sofocle, Edipo a Colono, per la regia di Yannis Kokkos, per Inda, nel 54° Festival del Teatro Greco di Siracusa.«Proprio ieri – afferma Lo Monaco -  sul giornale leggevo un articolo del filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti a cui un giovane chiedeva come mai certi romanzi e certi film restano nella memoria e si vogliono rivedere molte volte, mentre altri, visti una volta, non si possono più guardare. I classici greci o i testi pirandelliani sono diventati dei classici, perché il loro linguaggio è universale, quando un autore, infatti, trasmette una propria umanità per questo lo spettacolo si può sempre apprezzare. Io, in quaranta anni di carriera, ho interpretato classici al teatro greco di Siracusa ed a Epidauro, e ho visto arrivare come spettatori migliaia di persone, tra cui moltissimi giovani, perché la potenza dei greci è anche l’utilizzo di un linguaggio universale con cui l’uomo non ha mai smesso di raccontarsi. Di Pirandello invece affascina sempre il pubblico la sua indagine tra le pieghe della psiche umana. Pirandello ha origliato le tendenze dell’inizio del Novecento, ha vissuto a Bonn e a Berlino, quando ha messo in scena per la prima volta I sei personaggi in cerca d’autore era il 1921, anno in cui Sigmund Freud pubblicava i suoi primi studi. Sono gli anni in cui nell’arte e nella letteratura si scoprono nuovi argomenti da scandagliare, si pensi a scrittori come Massimo Bontempelli o a pittori come Gustav Klimt o si pensi a “L’urlo” di Edvard Munch che, secondo me, altro non è che l’urlo di Enrico IV di Pirandello.»


Da poco Sebastiano Lo Monaco ha festeggiato quarant’anni di carriera in scena, e ora torna a Milano, città che ama particolarmente e in cui si è esibito spesso: «a Milano ho recitato in molti teatri, il Piccolo, il Lirico, il Carcano, e l’anno scorso sono stato anche nell’aula magna dell’Università Bocconi, per interpretare il monologo di Pietro Grasso, Per non morire di mafia, che ho portato in tournée per anni. Ma non sono mai stato al Teatro San Babila, quindi ora per la prima volta mi esibisco qui; non si finisce mai di emozionarsi e spero di emozionare il pubblico con Il berretto a sonagli di cui sono anche regista, professione che esercito con umiltà e cautela. Vi aspetto quindi a teatro, insieme a tutta la compagnia.» Ar.C.


mercoledì 9 maggio 2018

Le video interviste di Omicidi in pausa pranzo


Le video interviste alla compagnia 

sul palco del Teatro San Babila di Milano 


Dramma Italiano di Fiume
in coproduzione con Fama Fantasma Srl-Teatro San Babila
presentano


OMICIDI IN PAUSA PRANZO

adattamento teatrale di Paola Galassi, Rossana Carretto, Marcello Mocchi
liberamente tratto dal romanzo omonimo di Viola Veloce (Mondadori)

regia
Paola Galassi

Guardate le videointerviste cliccando sul nome degli attori 


giovedì 3 maggio 2018

Un thriller con il ritmo del vaudeville



OMICIDI IN PAUSA PRANZO, adattamento teatrale di Paola Galassi, Rossana Carretto, Marcello Mocchi, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Viola Veloce, debuttal’8 maggio 2018 al Teatro San Babila, prodotto da Dramma Italiano di Fiume in coproduzione con Fama Fantasma Srl-Teatro San Babila. Diretti da Paola Galassi, sono in scena fino al 13 maggio, Rossana Carretto, Ussi Alzati,   Rosanna Bubola,   Alfredo Colina, Daniele Crasti,   Giuseppe Nicodemo, Marco Vaccari.

 
Rossana Caretto interpreta Francesca Zanardelli, un'impiegata che, dopo la pausa pranzo, trova sotto la scrivania, il cadavere di una collega e poi di altri colleghi in una catena di misteriose morti, dando vita a un thriller esilarante in cui la Zanardelli viene coinvolta nelle indagini.  Racconta la Caretto: «la regista Paola Galassi mi ha parlato di questo spettacolo e io mi sono subito entusiasmata, perché sono appassionata di gialli, fin da ragazzina, così insieme lo abbiamo adattato per il teatro.  L’interesse per il giallo per me è diventato una passione, come quello per l’enigmistica e la matematica, perché mettono in moto molti meccanismi razionali, emozionali e ti fanno scoprire i tuoi talenti, quando sei coinvolto nell’indagine e vuoi trovare il colpevole.  Infatti partecipi al giallo emotivamente credendo che quello sia l’assassino o che sia un altro e poi, quando arrivi a una soluzione, sei soddisfatto perché il giallo non ti lascia in sospeso, come altri generi di romanzo, ma risolve il mistero. Se leggi un giallo a ritroso, vedi che tutto ritorna. Recentemente ho letto October List di  Jeffery Deaver che è scritto proprio al contrario e assapori così il piacere della scoperta dell’assassino e dei meccanismi della suspance.
Nel nostro Omicidi in pausa pranzo, si assiste al mistero di scoprire chi sia l’assassino: io sono la protagonista che trova i colleghi morti e, dopo l’ennesimo omicidio, decido di indagare. La particolarità di questo testo è che è un vaudeville, ha un rimo molto serrato, tanto che la protagonista viene travolta in un frullatore di eventi molto divertenti. Si toccano anche altre tematiche, come quella che il mio personaggio ha avuto genitori oppressivi, e che vive in una ambiente di lavoro in cui molti sopportano vessazioni, pur di non perdere il posto, sentendosi alienati. Sono molto contenta di lavorare con la regista, Paola Galassi, noi donne dobbiamo stare unite! Con Paola collaboro da anni, è stata la prima persona con cui ho lavorato a Milano e mi dirige anche nel mio one woman show. Anche con il resto della compagnia, composta da ottimi attori, mi trovo benissimo e poi tornare al San Babila per me è una grande soddisfazione, perché ci sono già stata nel 2000 con Enzo Iacchetti, in Risate al 23° piano di Neil Simon, e ho un bellissimo ricordo del pubblico del teatro San Babila e ora non vedo l’ora di incontrare gli spettatori di oggi.» Ar.C.


domenica 22 aprile 2018

Le videointreviste al cast di Non ti vedo da vicino


Dal 20 al 22 aprile 
Alessandra Merico: il mio personaggio
Fabio Avaro: sono un pazzerellone
sono protagonisti di Non ti vedo da vicino di Alessandra Merico, con la regia di Vanessa Gasbarri, una divertente commedia sui rapporti di coppia.

Guardate le video interviste cliccandano sul nome di protagonisti realizzate sul palco del Teatro San Babila 

Vi aspettiamo al San Babila



giovedì 19 aprile 2018

Fabio Avaro e l'incomunicabilità di coppia in "Non ti vedo da vicino"


Dal 20 al 22 aprile Enzo Casertano, Fabio Avaro, Danila Stalteri, Alessandra Merico sono protagonisti di Non ti vedo da vicino di Alessandra Merico, con la regia di Vanessa Gasbarri, una divertente commedia sui rapporti di coppia.

 
Enzo Casertano interpreta Filippo, una persona molto tranquilla, che si ritrova come vicina di casa la timida Aurora, interpretata da Alessandra Merico.  Parallelamente i litigi tra Anna, la giocosa ed irriverente Danila Stalteri, sorella di Aurora e Armando, interpretato da Fabio Avaro, fidato amico e socio d’affari di Filippo. Racconta Fabio Avaro: «l’idea del testo è venuta a Casertano e alla Merico, la storia verte intorno a loro. Nasce dal desiderio di parlare della incomunicabilità di coppia: due persone socializzano nonostante ci sia tra loro un muro che le separa, ma si parlano così tanto che nasce una storia d’amore, anche se non si sono mai visti, diviene così una metafora di quello che succede nella società moderna quando la gente ha rapporti nelle chat e nei social, ma se si incontra di persona neppure si saluta. La particolarità del testo però è che non si parla mai di social network, non c’è nessuno in scena che li utilizza, ma si richiama la situazione perché i due personaggi non si vedono fisicamente ma si innamorano palandosi, come se chattassero senza vedersi appunto. È una grande metafora di come le persone vanno d’accordo se non si vedono e se invece si toccano e si incontrano iniziano i problemi.»«Siamo molto contenti di recitare a Milano – prosegue Avaro – con la compagnia viaggiamo in tutta Italia, ma il pubblico milanese è più attento, ride cogliendo la peculiarità delle situazioni. Inoltre noi romani siamo avvantaggiati, perché la sonorità della nostra lingua spesso fa ridere, così certe volte le battute funzionano meglio a Milano che a Roma!» Ar.C. 


mercoledì 11 aprile 2018

Le videointerviste al cast di Una moglie da rubare

La compagnia di Una moglie da rubare di Iaia Fiastri, con la regia di Diego Ruiz, è in scena al Teatro San Babila, fino al 15 aprile. Stefano Masciarelli, Patrizia Pellegrini e Luigi Tani, sul palcoscenico del teatro, a pochi minuti dal debutto milanese vi raccontano lo spettacolo nelle videointerviste.

 

Stefano Masciarelli vi aspetto in teatro  e vi racconto il mio personaggio

Luigi Tanti ritorno al San Babila dopo 50 anni!

Patrizia Pellegrino il mio personaggio vi sorpenderà

Vi aspettiamo: tutta la compagnia vi invita a teatro



lunedì 9 aprile 2018

Al San Babila arriva Stefano Masciarelli


Il travolgente Stefano Masciarelli è al Teatro San Babila dal 10 al 15 aprile, con Patrizia Pellegrino in Una moglie da rubare di Iaia Fiastri, con la regia di Diego Ruiz.

 

Stefano Masciarelli torna sempre volentieri in teatro, dopo i suoi successi televisivi e nella fiction; «interpreto in Una moglie da rubare - racconta - uno sfigato a cui rapiscono la moglie e così a mia volta decido di rapire Anna, la moglie di un mio facoltoso amico, ma tra i due personaggi accadranno fatti divertenti e inaspettati; nella commedia ci sono anche concetti morali come la Sindrome di Stoccolma verso il proprio carceriere, la stanchezza del matrimonio, tute idee dell'autrice Iaia Fiasti, storia spalla di Garinei & Giovannini. Insieme  a me e a Patrizia Pellegrino recita anche un attore ottantenne straordinario, Luigi Tani che interpreta il magazziniere. Inoltre, il regista Diego Ruiz è strepitoso, ha sempre molte idee, e ogni commedia che dirige diventa vincente. La commedia scorre velocemente, dura un’ora e mezza, ma la gente poi avrebbe ancora voglia di vedere altro. Oggi la commedia ha successo perché in giro si sentono solo stragi, negozi che chiudono, persone senza lavoro, la commedia è ottimale per rilassarsi una sera e trasmettere un messaggio di positività.

 Noto, con dispiacere, che  nella televisione di oggi ci sono molti programmi in cui si litiga, si parla del nulla per giorni, non esiste più il servizio pubblico. Io sono orgoglioso di avere fatto un certo tipo di televisione e spero di farla ancora. Per ora sono felice di essere a Milano, città bellissima, attenta e operosa, rispetto a Roma che è tutta una buca e il rapporto anulare è tutto intasato, è una città meravigliosa per turisti, ma viverci è difficile. Vi aspetto quindi al Teatro San Babila per una serata di divertimento.» Ar.C.


sabato 7 aprile 2018

Patrizia Pellegrino al San Babila


Dal 10 al 15 aprile, al Teatro San Babila, Patrizia Pellegrino e Stefano Masciarelli sono protagonisti di Una moglie da rubare di Iaia Fiastri, con la regia di Diego Ruiz.

Patrizia Pellegrino è in scena a Milano nella divertente commedia di Iaia Fiastri, storica autrice di Garinei & Giovannini: è una bellissima e sofisticata donna che viene rapita da un imbranato sequestratore, nemico del marito, che spera di rifarsi economicamente, chiedendo un riscatto, ma anche psicologicamente compiendo un'impresa eroica.

Racconta la Pellegrino: «sono la moglie di un uomo ricco, ma molto freddo, così quando vengo rapita, mio malgrado, vengo a contatto con un uomo molto diverso, che mi colpisce perché è goffo e gentile, ma appunto, rispetto a mio marito che è molto sicuro di sé, ma disattento alle mie esigenze, il mio rapitore mi sembra uno sfigato, ma mi fa anche tenerezza, così da arrivare poi a un finale a sorpresa. Mi piace interpretare una donna forte, che non ha momenti di cedimento neppure quando scopre che il marito non vuole pagare il riscatto; interpreto una donna semplice di Afragola, che ha tentato la scalata sociale, ma che ha conservato sentimenti positivi.


Adoro recitare in teatro e sono felice di tornare al San Babila, per me è un sogno che si realizza. Infatti ho dovuto rinunciare a esibirmi in lunghe tournée teatrali per molto tempo perché ho tre figli, ma ora che sono grandi posso riprendere a viaggiare. Amo Milano e la mia passione, dopo tanto cinema e televisione, è il teatro, poiché mi sento davvero bene sul palco; vi aspetto per Una moglie da rubare, vi divertirete con me, Stefano Masciarelli e Luigi Tani!» Ar.C.



mercoledì 21 marzo 2018

La videointervista alla compagnia di Minchia signor tenente

Nei camerini del teatro San Babila di Milano, la compagnia di "Minchia Signor tenente" in scena fino a domenica 25 marzo vi presenta lo spettacolo e 

vi aspetta a teatro



La video intervista a Natale Russo




sabato 17 marzo 2018

Nicola Pistoia dirige "Minchia Signor Tenente" di Antonio Grosso,


L’attore e regista Nicola Pistoia dirige Minchia Signor Tenente di Antonio Grosso, anche attore in scena con Gaspare Di Stefano Alessandra Falanga Francesco Nannarelli, Antonello Pascale Francesco Stella Ariele Vincenti e Natale Russo. Dal 20 marzo al San Babila


Il testo scritto da Antonio Grosso, seguendo la suggestione dell’omonima canzone di Giorgio Faletti, dedicata alla scorta di Falcone e Borsellino, è una commedia che racconta di una gruppo di carabinieri in un paese della Sicilia e sono costantemente alla prese con i problemi della gente del luogo. All’arrivo di un nuovo tenente scoprono nuovi equilibri e commentano i drammatici fatti di mafia e le stragi di Capaci e di via D’Amelio nel 1992. 

Nicola Pistoia, che attualmente è in tournée con La cena dei cretini di Francis Veber, insieme a Paolo Triestino, racconta come ha conosciuto Antonio Grosso: «mi parlò di Minchia Signor Tenente, Alessandro Longobardi, il direttore artistico del teatro Brancaccio di Roma, che aveva visto lo spettacolo e mi aveva segnalato l’energia e la voglia di fare di una compagnia di giovani; perciò abbiamo deciso di lavorare con loro e ho diretto un nuovo allestimento che ha poi debuttato a Roma, alla Sala Umberto, dieci anni fa, in occasione dell’anniversario della stage di Capaci. Nella costruzione dello spettacolo ho potuto dare suggerimenti ad Antonio Grosso, autore ed attore, abbiamo lavorato sui personaggi, Antonio è stato malleabile, ha capito subito le mie indicazioni registiche e si è affidato alla mia esperienza; in alcuni passaggi invece è stato irremovibile e così abbiamo trovato insieme un compromesso. Ora lo spettacolo è arrivato al decimo anno di tournée, non potevamo prevederlo, ma è stato invece uno spettacolo molto fortunato ed amato dal pubblico, tanto che diventerà anche un film.


Per me è stata una bella esperienza lavorare con una compagnia di giovani. Consiglio a chi vuole intraprendere questo mestiere di non lasciare mai lo studio o il lavoro e proseguire contemporaneamente l’impegno nel teatro, procurandosi una base solida. Oggi è difficile, purtroppo, io ho una figlia che adora cantare, ma studia anche all’Università, quindi tiene una porta aperta in più per il suo futuro. Quando ho iniziato a lavorare in teatro, il mestiere si imparava facendolo: si iniziava con una piccola battuta, poi se avevi talento il regista ti assegnava uno spettacolo più impegnativo, mentre adesso non accade e per i giovani è davvero difficile iniziare e potersi esprimere. Tuttavia, non si devono scoraggiare, ci vuole impegno, costanza, oggi esistono, purtroppo, scuole approssimative e mediocri che li illudono, e questo non fa bene al teatro. Inoltre, il teatro richiede sacrificio perché è un lavoro in cui non ci si arricchisce, quindi bisogna pensare anche alla possibilità di mantenersi, durante gli anni della gavetta, facendo un altro lavoro. In alcuni casi però i sacrifici vengono premiati e una giovane compagnia, come quella di Minchia Signor Tenete, può avere grandi soddisfazioni e vedere premiato il proprio impegno.» Ar.C.



venerdì 16 marzo 2018

"Michia Signor Tenente" di Antonio Grosso al San Babila


Dopo dieci anni di repliche di successo arriva la teatro San Babila, dal 20 marzo, Minchia Signor Tenente di Antonio Grosso, diretto da Nicola Pistoia. Ispirandosi alla celebre e omonima canzone di Giorgio Faletti, dedicata alla scorta di Falcone e Borsellino, Antonio Grosso tratta, sotto forma di commedia, il drammatico tema dei delitti di mafia, visti attraverso lo sguardo di cinque carabinieri di un paese della Sicilia. In scena con Grosso, Gaspare Di Stefano Alessandra Falanga Francesco Nannarelli, Antonello Pascale Francesco Stella Ariele Vincenti e Natale Russo.

 «Un po’ di anni fa, quando ero ragazzo, - racconta Antonio Grosso - mi è venuta questa idea, sentendo la canzone di Faletti che mi ricordava anche alcuni fatti personali, infatti mio padre era maresciallo dell’Arma dei Carabinieri: ho voluto così rendere omaggio all’Arma e alle vittime di mafia, ma in modo divertente. Quando l’ho scritta ero un ragazzo di venticinque anni e lavoravo con alcuni attori a Roma, ma eravamo tutti giovanissimi e non pensavo che il testo avrebbe avuto così tanto successo, infatti questo è il decimo anno di repliche. Sicuramente uno dei motivi del successo deriva dal titolo che ricorda immediatamente la canzone e la sua tematica, ma anche dal fatto che siamo riusciti a far diventare questo spettacolo nazional popolare, e oggi è una impresa difficile. Per me essere sia un autore che un attore a volte aiuta perché sai esattamente come è scritto il personaggio, se pensi solo alla drammaturgia è distraente ma poi ho sentito il bisogno di confrontarmi con il regista e con Nicola Pistoia abbiamo lavorato benissimo, e mi ha guidato anche nella selezione di alcune scene.


Anche se ho trentacinque anni, spesso mi chiedono cosa penso di dire ai giovani che vogliono intraprendere il mestiere di attore o di autore, io sono un giovane che dà consigli ai giovanissimi: devono guardarsi sempre attorno e assimilare qualunque situazione li colpisca: scrivere è un mestiere frutto dell’osservazione diretta, serve a tirare fuori quello che uno ha dentro, ma l’importante è dire qualcosa, anche se uno scrive una commediaccia, non importa, serve come esercizio. Le scuole possono insegnare la struttura per scrivere un testo di teatro o una romanzo, ma tu devi imparare a metterci dentro i contenuti e ad allenarti per imparare a scrivere sempre meglio, anche osservando il mondo circostante. Una maestra di canto che conosco diceva ai suoi allievi che nessuno è stonato, ci può essere chi ha più talento e  chi meno ma bisogna impegnarsi per educare la voce a provare tonalità e modalità nuove. Anche per la scrittura bisogna educare chi scrive perché sia in grado di comporre nuovi testi. Vi aspetto quindi al San Babila per conoscere il mio modo di scrivere e di recitare.» Ar.C.