giovedì 9 marzo 2017

Attilio Fontana al Teatro San Babila

Dal 14 al 29 marzo 2017 al Teatro San Babila, Pino Quartullo, Rosita Celentano, Attilio Fontana debuttano in Qualche volta scappano dalla commedia Toutou di Daniel Besse e Agnès Besse, con l’adattamento e la regia di Pino Quartullo.


 Nella divertente commedia Qualche volta scappano Attilio Fontana è Paolo, amico di una coppia, Marzia (Rosita Celentano) e Alessandro (Pino Quartullo) a cui è scappato l’adorato cagnolino Toutoù. Paolo-Attilio Fontana, con ironia e una divertente parlata toscana, insinua nei suoi amici il dubbio che il loro cane abbia voluto abbandonarli, scatenando divertenti equivoci. Attilio Fontana, che ha iniziato la sua carriera nello spettacolo come cantante nel gruppo I ragazzi italiani e poi come solita, si è dedicato anche al musical, grazie all’opera moderna Tosca. Amore disperato scritta dall’indimenticabile Lucio Dalla. “Fin da giovanissimo mi sono dedicato alla recitazione, che era la mia passione – racconta Attilio - ho fatto diversi spettacoli di ricerca a Roma, poi, dopo aver terminato la collaborazione con I ragazzi italiani, mi sono riavvicinato al teatro. Ho recitato in alcuni musical come Hair, con la regia di regia di Giampiero Solari, Actor Dei, un recital con la regia di Federico Caramadre Ronconi, e Il Pianeta Proibito con la regia di Luca Tommassini. Continuo a studiare recitazione, insieme al mio coach, l’argentino, Juan Carlos Corazza e mi piace sperimentare nuove forme di teatro e spettacolo. Dopo la vittoria dello show di Rai Uno, Tale e Quale Show ho acquisito maggiore visibilità e quindi ora vaglio con attenzione le proposte che mi vengono fatte e scelgo in base ai miei interessi. Quando Pino Quartullo mi ha proposto Qualche volta scappano, ho accettato subito, poiché il mio personaggio è folle, invadente e irruento, completamente diverso da me, e, secondo le indicazioni del regista, parla toscano, quindi per me è stata una nuova sfida, per ora vinta, dato che in Toscana mi hanno fatto i complimenti. Il mio personaggio vi piacerà, poiché provoca disordine e situazioni che faranno divertire il pubblico. Quartullo, con la sua esperienza in teatro, sta tirando fuori da me nuove corde interpretative; grazie a lui per esempio ho capito meglio alcuni meccanismi che bisogna fare scaturire dalla commedia e che spesso vengono dati per scontati.”
Attilio Fontana, che dopo il successo del reality Tale e Quale Show, in cui ha conosciuto anche Clizia Fornasier con la quale ha avuto a giugno un bellissimo bambino, Blue, spiega: “Tale e Quale mi ha dato l’occasione di recitare come performer, propone un tipo di lavoro intrigante, di qualità dietro al quale ci sono tante prove e si imparano tante tecniche interpretative. Quindi mi interessava molto  parteciparvi, ho rifiutato invece altri reality, ma Tale e quale è stato l’occasione per fare conoscere al grande pubblico il baule di conoscenze messe da parte in questi anni. e impararne altre.” Ar. C.

venerdì 3 marzo 2017

Le video interviste al protagonista e al regista di L'inquilina del piano di sopra

Le video interviste a Ugo Dighero, protagonista della divertente commedia L'inquilina del piano di sopra, di Pierre Chesnot, e al regista Stefano Artissunch. La commedia interpretata anche da Gaia De Laurentiis, è in scena al teatro San Babila fino a domenica 5 marzo. Guardate i video cliccando sul link in azzurro:

Ugo Dighero: vi aspetto a teatro

Stefano Artissunch: la mia regia

martedì 21 febbraio 2017

Il prof. Ugo Dighero scopre l'amore al San Babila


Ugo Dighero, insieme a Gaia De Laurentiis, sarà in scena al Teatro San Babila dal 28 febbraio al 5 marzo 2017 con L'inquilina del piano di sopra di Pierre Chesnot, con la regia di Stefano Artissunch.

 

Ugo Dighero, nato a Genova, formatosi alla Scuola del Teatro Stabile, noto al pubblico televisivo e teatrale per le sue numerose interpretazioni presenta il suo personaggio in L’inquilina del piano di sopra: «sono un professore universitario, misogino dedito alla costruzione di pupazzi e macchinari, ma quando la vicina di casa gli allaga la casa e viene a trovarlo, lui inizia a protestare, ma a poco a poco, attraverso una serie di divertenti colpi di scena, scopre l’amore. La ragazza, interpretata da Gaia De Laurentiis, infatti alla soglia dei quarant’anni, ha deciso infatti di accettare come innamorato il “primo che passa” e così, mentre all’inizio i due si detestano, un po’ alla volta scoprono l’uno il mondo dell’altro, infatti uomini e donne sono sempre due mondi alieni. I protagonisti della nostra commedia sono due solitudini che si esplorano e poi si incontrano.»

La regia è di Stefano Artissunch e, come sottolinea Dighero, il regista ha utilizzato alcune accortezze per rendere il testo più accattivante, tra cui l’utilizzo della scenografia funzionale a creare i due appartamenti: «il regista ha avuto la fantastica idea di dare una cifra poetica all’ambientazione, creando un luogo che non è concreto, ma suggerisce l’idea delle sue case, levando il salotto borghese e creando così un effetto più efficace e coinvolgete per la vicenda.»

Dopo diversi programmi televisivi, tra cui Tunnel, Avanzi, Mai dire gol, Dighero ritiene che oggi la comicità in televisione sia in un «momento di transizione, poiché mancano programmi specifici come Zelig o prima Quelli della notte – e prosegue – oggi i sarebbe bello se i giovani si avvicinassero di più anche al teatro, mentre io che faccio molte tournée, in sala vedo pochissime persone sotto i 30 anni. Certo i ragazzi oggi hanno altre esigenze e altre percezioni, non guardano più neppure la televisione, ma sono sempre su internet, così per loro ci vogliono spettacoli adatti che li appassionino, o non entreranno più in teatro!  Mentre oggi la televisione è un’arma a doppio taglio, può veicolare messaggi importanti, ma deve essere un servizio utile, mentre spesso tende ad appiattirsi.»
E ricordando Genova, la sua città natale dice: «Genova possiede una grandissima tradizione teatrale con il Teatro Stabile, l’Archivolto, il Teatro della Tosse. Inoltre la Scuola di Teatro dello Stabile, come ogni scuola teatrale, è un’ottima formazione, un modo per confrontarsi con il proprio talento, studiando e osservando il mondo circostante, certo oggi purtroppo per ogni attività culturale non è un buon momento, ma il pubblico continua a venire a teatro e perciò ora vi      aspettiamo al San Babila.» Ar.C.

mercoledì 15 febbraio 2017

Le video interviste a Stefano Messina

L'attore e regista Stefano Messina nelle video interviste realizzate nel camerino del Teatro San Babila presenta Terapia di gruppo in scena fino a domenica 19 febbraio e vi invita a teatro.


Cliccate sul link in azzurro per  vedere le videointerviste:

Stefano Messina vi presenta  Bob

La compagnia Attori & Tecnici : raccontata da Messina

Vi aspettiamo al San Babila per una "terapia di gruppo"

Carlo Lizzani: il mio analista in giacca di pelle

L'attore Carlo Lizzani in Terapia di gruppo di Christopher Durang in scena la Teatro San Babila fino al 19 febbraio 2017 è un originale analista.


Lizzani, che da anni collabora con il regista dello spettacolo Stefano Messina, con cui si è diplomato all'Accademia Drammatica Silvio D'Amico, racconta " il mio personaggio è un analista in una commedia che propone una parodia degli analisti. Io giro con il giubbotto di pelle e con le borchie e mi comporto in modo anticonvenzionale. Vi stupirò!"

Guardate la video intervista a Lizzani : il mio personaggio e la mia collaborazione con la compagnia
 

mercoledì 8 febbraio 2017

Stefano Messina presenta Terapia di gruppo





Stefano Messina dirige Terapia di gruppo di Christopher Durang, in cui recita insieme ad Annalisa Di Nola, Carlo Lizzani, Sebastiano Colla, Crescenza Guarnieri, Valerio Camelin. La divertente commedia è in scena al teatro San Babila dal 14 al 19 febbraio 2017.


Stefano Messina, diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, da tempo si dedica alla regia, e alla recitazione e il 14 febbraio, come socio della Compagnia Attori e Tecnici, debutta a Milano con Terapia di gruppo di Christopher Durang.  Racconta: «avevo il testo nel cassetto da tempo, poiché mi ha sempre incuriosito e affascinato, ma per una serie di motivi è rimasto da parte, ora con i membri della nostra compagnia che è cooperativa in cui le decisioni vengono prese insieme, facciamo una vera “terapia di gruppo”, sappiano cosa vuol dire confrontarsi e far valere la propria idea. Così ci siamo messi d’accordo e abbiamo scelto questo testo che era stato scritto nel 1985, superato l’iniziale timore che le tematiche che andavano di moda negli anni Ottanta fossero superate. Togliendo i riferimenti a quel tipo di epoca e attribuendo importanza all’analisi del testo, costruito sulle relazioni fra individui, e che scava bene nei rapporti umani, ci si accorge che nonostante siano passati 30 anni, la nevrosi, la fragilità in una grande metropoli sono di attualità sconvolgente: infatti il testo affronta la paura della solitudine e la paura di amare con ironia attraverso la caratterizzazione dei protagonisti, che cercano il principe azzurro, che non esiste, ma  il gruppo e il confronto fa loro aiuta a tirare fuori il singolo dalle nevosi contemporanee, grazie a una grandissima dose di ironia e comicità; Durang utilizza un’ironia moto intelligente e raffinata, che ricorda Woody Allen: infatti l’ironia diviene un antidoto ai mali del mondo, prendendo in giro le ansie e le paure dei personaggi in cui ci si può immedesimare. Così in una città caotica come Milano una serata con il nostro spettacolo al Teatro San Babila consentirà al pubblico di divertirsi e riflettere.»
Messina, che ha diretto tra gli altri, testi di autori contemporanei come Ricci & Forte, Gianni Clementi, afferma: «si valuta la scelta del testo da allestire, cercando sempre di raccontare il mondo in cui viviamo, si può fare anche con Eschilo, ma bisogna trovare motivazioni utili a raccontare il mondo in cui viviamo poiché il teatro ha il compito di far riflettere. Quando dirigo e recito in uno spettacolo,  il lavoro è più complicato, anche se mi avvalgo di collaboratori preziosi, e attori di esperienza che mi consentono anche di scendere in platea ad osservare il loro lavoro, come è necessario per un regista. Inoltre scelgo un significativo spazio scenico, come in Terapia di gruppo in cui le scenografie iperrealiste di Alessandro Chiti divengono perfette per creare un luogo della mente concettuale, dato che parliamo di analisi di quello che accade nella mente dei personaggi.»
«Se un giovane vuole avvicinarsi al teatro, una scuola che faccia fare pratica è fondamentale – prosegue -  la cultura teatrale va imparata, bisogna studiare il teatro, ed io, frequentando l’Accademia Silvio D’Amico, ho incontrato maestri che mi hanno segnato in modo profondo, poi il mestiere si impara facendolo. E un bravo attore deve saper comunicare con il pubblico e non dimenticare che deve diventare tramite efficace del messaggio dell’autore.” Ar.C.

mercoledì 1 febbraio 2017

Le video interviste al cast di "Cuori scatenati"

Diego Ruiz, Francesca Nunzi, Maria Lauria e Sergio Muniz presentano nelle video interviste i loro personaggi in Cuori scatenati di Diego Ruiz nelle videointerviste realizzate sul palcoscenico del teatro San Babila prima del debutto. La divertentissima commedia è in scena fino al 5 febbraio 2017.

Cliccate sul link in azzurro per vedere i video:

Diego Ruiz: autore e drammatugo

Sergio Muniz: sono Sergio


Francesca Nunzi: "la mia irresistibile Chicca "

Maria Lauria: "la mia Maria vi stupirà"
 
 
 
 
 

giovedì 26 gennaio 2017

Sergio Muniz al Teatro San Babila


Dal 31 gennaio al 5 febbraio, al Teatro San Babila, debutta Cuori scatenati, la nuova commedia di Diego Ruiz, attore e drammaturgo, esperto nel mettere in scena complicati e divertenti rapporti di coppia. Fra i protagonisti, Francesca Nunzi, Diego Ruiz, Maria Lauria e Sergio Muniz che si racconta.

 
Sergio Muniz, diventato noto in Italia nella seconda edizione de L’isola dei Famosi nel 2004, e, dopo aver recitato in diverse fiction e al cinema, si dedica da tempo al teatro, sia nei musical, tra cui Full Monty - il musical, diretto da Massimo Piparo, sia in prosa (come recentemente Tr3s, regia di Chiara Noschese e Arsenico e vecchi merletti, regia di Giancarlo Marinelli).


Sergio Muniz racconta che, quando ha conosciuto il divertente teatro scritto e interpretato da  Diego Ruiz, ha deciso di lavorare con lui: “il mio produttore mi ha messo in contatto con Ruiz e, quando ho visto come lavora, anche senza leggere il testo della nuova commedia, che mi ha proposto,  ho accettato, avendo capito come domina e conosce bene i meccanismi del teatro. Ruiz scrive commedie politically correct, senza battute volgari e senza parolacce, non esprime una morale, ma mette in luce le esperienze umane e i rapporti di coppia attorno ai quali si muove il meccanismo comico, e poi porta il pubblico  a riflettere divertendosi.”
 

Muniz, che si è esibito anche nei musical, prosegue: “io sono un attore, ma mi piace anche cantare, ho già inciso due cd, e perciò sono contento di aver partecipato a musical, in grandi teatri in cui viene tutto amplificato, mentre per fare prosa puoi usare teatri anche più piccoli, in cui sei a più stretto contatto con il pubblico, e devi utilizzare un linguaggio diverso. In Italia spesso per allestire celebri musical stranieri si traducono, ma, dato che esistono bravissimi professionisti, vorrei che osassero di più e che creassero prodotti originali, come ha fatto Cocciante con Il gobbo di Notre Dame, che è una meraviglia! Anche Piparo quando ha portato Jesus Christ Superstar in inglese ha svolto un ottimo lavoro, se cambi le parole traducendole in italiano infatti cambia la musicalità e il prodotto diviene mediocre. Spesso i produttori però dicono che scrivendo opere nuove il prodotto non è vendibile, ma così limiti le capacità artistiche.”  

Un altro aspetto che Muniz apprezza dell’Italia è il rapporto con il pubblico: “Il pubblico cambia da regione a regione, da città a città, da serata a serata, - conclude - e il bello del teatro è proprio scoprire nuovi posti meravigliosi, e recitare nei teatri storici, che sono patrimonio culturale dell’Italia. Mentre a Londra o a Broadway è la gente che si muove per andare nei grandi teatri, nel vostro paese, in ogni paesino esiste un teatro storico, così si viaggia e, a volte, le tournée sono massacranti, ma sono un modo per conoscere e scoprire tanti bellissimi posti. Ora sono contento di debuttare il 31 gennaio al Teatro San Babila di Milano”. Ar. C.

 

 


giovedì 19 gennaio 2017

Edy Angellillo:" Anna, un personaggio che amo"

Edy Angelillo è Anna, madre apprensiva di un adolescente in L'amore migliora la vita di Angelo Longoni, una commedia ironica sul tema dell'omosessualità, ma anche sull'ipocrisia e sulla difficoltà di essere genitori. In scena al Teatro San Babila fino al 22 gennaio 2017

 



"Sono felice di recitare in teatro a Milano - racconta Edy Angelillo - fino a vent'anni ho vissuto a Milano, poi mi sono trasferita a Roma per dedicarmi a tempo pieno al cinema, alla televisione e al teatro".
Edy si prepara nel camerino del Teatro San Babila
Tra i suoi numerosi film figurano infatti Ratataplan diretta da Maurizio Nichetti, In viaggio con papà, con la regia di Alberto Sordi, La bruttina stagionata diretto da Anna Di Francisca, e, tra le fiction, due stagioni di Un medico in famiglia, le miniserie tv di Rai Uno, Madri in cui ha conosciuto il regista Angelo Longoni. Ora viene diretta da Angelo Longoni, anche autore del testo L'amore migliora la vita  in scena fino al 22 gennaio e dice: "Conosco Angelo da molti anni e avevo recitato in un suo atto unico ora è la prima volta che mi dirige: Longoni ti lascia libero, ti ascolta, è un bravissimo regista. Come autore  introduce nei suoi testi un cinismo, una cattiveria, ma  anche una forte umanità e i personaggi sono molto veri.
 

Il mio personaggio è Anna, una gattamorta, molto carina attaccatissima al figlio, la classica casalinga frustata ma che nasconde molti scheletri nell'armadio; tutti i personaggi della commedia sono ipocriti, cinici anche terrificanti,  nascondono qualcosa ma sono veri, sono umani. Io mi sono innamorata di questo personaggio, a volte mi fa orrore, ma ha delle batture molto divertenti. Quindi mi diverto molto ad interpretarlo e il pubblico si diverte molto.  Il teatro è la mia casa, è il mio sposo, il cinema  e la televisione sono amici, amanti, ci sono e non ci sono, infatti sul set  lavori in modo più frettoloso, poi c'è il montaggio, inizi dalla fine poi fai una parte iniziale e spesso non riconosci il prodotto finito. In teatro hai una lavoro di almeno un mese di preparazione, mentre sul set tutto è più veloce e, spesso, non conosci i tuoi compagni se non nel momento in cui devi girare la tua parte.  Mentre in teatro vivi con la compagnia, siamo una famiglia come quella immaginata da Longoni nella nostra commedia che vi aspetta al Teatro San Babila!" Ar.C.






mercoledì 18 gennaio 2017

Gli attori di "L'amore migliora la vita" presentano i loro personaggi

Nelle video interviste al Teatro San Babila di Milano, gli attori di L'amore migliora la vita, una commedia ironica, drammatica e divertente, scritta e diretta da Angelo Longoni, i protagonisti raccontano i loro personaggi, cliccate sul link  azzurro:

                                                        

Ettore Bassi è Franco: il portavoce dell'idee dell'autore

Giorgio Borghetti è Marco: un papà che vi sorprenderà

Edy Angelillo è Anna: una mamma che nasconde scheletri nell'armadio

Eleonora Ivone è Silvia: mamma intraprendente



martedì 10 gennaio 2017

Ettore Bassi dalla tv, al cinema al teatro a Milano debutta con un testo contro l’ipocrisia

Dal 17 al 22 gennaio al Teatro San Babila di Milano Ettore Bassi, Edy Angelillo, Eleonora Ivone, Giorgio Borghetti sono i protagonisti di L’amore migliora la vita, testo e regia di Angelo Longoni.


Ettore Bassi, attore di cinema, televisione e teatro racconta come è nato L’amore migliora la vita da un’idea di Angelo Longoni: “Longoni voleva parlare dell’ipocrisia contrariamente a quanto si voglia immaginare infatti il tema principale dello spettacolo non è l’omosessualità che diviene il pretesto per denunciare come oggi siamo presi da un perbenismo piccolo borghese finalizzato a mantenere inalterato il decoro personale di fronte agli altri. Due coppie di genitori infatti parlano dei figli omosessuali, senza chiedersi come mai non sono mai stati in grado di ascoltare i loro figli durante la loro crescita emotiva. I genitori si preoccupano solo delle conseguenze del fatto che i due ragazzi, diventati da poco maggiorenni, vogliano ora vivere apertamente il loro amore.
L’unico è proprio il mio personaggio, Franco, che è portatore del pensiero dell’autore e mette in scena il suo pensiero, anche se attraverso l’escamotage della scrittura scenica Longoni lo fa apparire antipatico, burbero, cinico, irruento: utilizza infatti un forte sarcasmo nel constatare come gli altri tre genitori non vedano la sostanza della situazione ma si preoccupino solo di salvare le apparenze. Un testo quindi che farà riflettere gli spettatori.”
Ettore Bassi spiega come cambia il modo di recitare a seconda del mezzo che si utilizza quando si recita in teatro rispetto a quando si recita in televisione o al cinema: “ sono aspetti diversi di un’unica medaglia: a teatro si vive con il corpo in modo diverso, infatti si prova una  tensione più fisica, più diretta,  la voce deve essere più possente perché deve arrivare fino alle ultime file, mentre, quando si recita davanti a una macchina da presa, bisogna prestare attenzione a ogni singola espressione, infatti sullo schermo cinematografico, per esempio, gli occhi appaiono come in una gigantografia, quindi bisogna mostrare una emozione che li percorra. In teatro devi fare apparire le emozioni con il movimento di tutto il corpo e con l’espressività della voce. Ora sono molto eccitato di recitare davanti al pubblico del Teatro San Babila di Milano, un pubblico molto ricettivo, molto attento e sensibile.”
Ettore Bassi ha interpretato molti personaggi e deve la sua popolarità a Carabinieri ma confida: “ho amato molto il personaggio di San Francesco in Francesco e Chiara, è stata una esperienza profonda, inoltre ho costruito totalmente il mio personaggio nel film Giuseppe Moscati - L'amore che guarisce, al fianco di Giuseppe Fiorello. Uno che avrei voluto avesse maggior risonanza è stato il pediatra, tenero e romantico, di Nati ieri, una serie tv, del 2007/2008: per prepararmi a tale ruolo ho svolto un tirocinio in ospedale, ho assistito, in incognita, ad alcuni parti, mi sono preso cura dei neonati e ho fatto i turni di notte in ospedale. Ora sarò un magistrato in La porta rossa, che andrà in onda a fine febbraio sulla Rai, ed è la prima serie paranormale della tv nazionale, con un fantasma che indaga sulla propria morte e una ragazzina con poteri mediatici. La porta rossa è una di quelle serie che si potrebbero vedere all’estero, non sono esterofilo, ma attualmente il livello della fiction è più alto e i paesi stranieri ci stanno insegnando come girare le fiction. Spero quindi sia seguita subito dalla prima puntata, ma intanto vi aspetto a teatro.” Ar.C.

venerdì 16 dicembre 2016

Roberto Vandelli, protagonista di Doppia Coppia, si racconta


 

Uno dei protagonisti di Doppia coppia, Roberto Vandelli, che lavora in televisione, cinema, teatro, si racconta. Doppia Coppia è in scena al San Babila fino a domenica 18 dicembre e per Capodanno

 
Quando ha iniziato a scoprire la sua passione per la recitazione?
Ho iniziato a fare teatro a Milano, al Teatro Girolamo in piazza Beccaria dove c’era la crota piemontese, un locale in cui  si andava quando si bigiava la scuola, così ho visto che lì vicino c’era un teatro e ho iniziato a lavorare lì come suggeritore. In questo modo ho visto nascere numerosi spettacoli degli anni '70-'80 e ho lavorato con Umberto Simonetta e Maurizio Micheli. Dopo un periodo di chiusura, so che, recentemente, lo storico Teatro Girolamo ha riaperto e ne sono felice, in una città come Milano un teatro che riapre è sempre una bella notizia.
Quali studi ha poi intrapreso e come alterna cinema, teatro e tv?
Ho frequentato l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, in cui ho incontrata Marco Vaccari, con il quale ora sono in scena per Doppia Coppia.  Con Marco abbiamo condiviso numerose esperienze lavorative, anche in televisione, per esempio nella fiction Casa Vianello. Anche durante gli anni della scuola ho sempre affiancato allo studio esperienze diverse che mi formassero con una solida esperienza lavorativa sul campo, poiché lo studio e la teoria non basta. Ho sempre fatto l’attore scritturato e ho lavorato molto in tv, per esempio in Drive in con Ezio Greggio e Gianfranco D’Angelo, facevo scenette di raccordo tra uno sketch e l’altro e poi ho fatto molta pubblicità. Mi sono dedicato anche alle sit-comedy negli anni in cui Milano era un importante centro di produzione, lavorando con Gino Bramieri in I cinque del quinto piano, con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini in Casa Vianello. Mi sono dedicato al cinema, recitando al fianco dei Luciana Littizzetto in Ravanello pallido e poi ho lavorato con Massimo Ranieri, un grande professionista,  nei musical e in Riccardo III di Shakespeare, successo della passata stagione, che si avvaleva anche delle musiche di Ennio Morricone. Recentemente al cinema ho portato Intarnet, un film con Giammarco Tognazzi, Remo Girone. E adesso sono tonato alla commedia con Doppia coppia e devo dire che ne sono felice poiché,  dopo un testo così drammatico come Riccardo III, avevo proprio voglia di fare qualcosa che mi divertisse e divertisse il pubblico.
Come sceglie a quale genere di spettacolo dedicarsi?

Oggi si lavora molto per contatti diretti e poi si partecipa a un casting e si viene selezionati, anche in televisione oggi non è facile, poiché le modalità cambiano. Una volta in corso Sempione a Milano al primo piano si trovava una stanza a posta per le scritture a cui ci si poteva rivolgere, mentre oggi tutto è dato in appalto.  

 
E per la prossima stagione cosa sta preparando?

Intanto il 31 dicembre vi aspetto per la doppia recita di Doppia Coppia: una alle 18 e una alle 22 con il brindisi con la Compagnia Teatro San Babila. Dopo questa commedia farò un mio spettacolo in teatro, un testo fantascientifico scritto da me con due colleghe della Paolo Grassi, Giulia Cailotto e Margherita Monga; si intitola Dev, cronache da un mondo perfetto in cui i protagonisti appaiono legati alle app che offrono le risposte necessarie, così non sanno più farsi domande e trovare da soli soluzioni, finché un’attrice decide di ribellarsi e deve decidere se tornare a una vita normale o rimanere in un mondo sommerso. Poi sto per girare un nuovo film con Michele Calì e i tre cantanti del Volo che rivelerà interessanti sorprese.  

sabato 10 dicembre 2016

Emanuela Rimoldi e la sua Sally di Doppia Coppia

Emanuela Rimoldi in Doppia Coppia è Sally. Ci racconta nelle videointerviste del suo personaggio e di sé:

La mia Sally, giocosa e passionale

Il debutto con la Compagnia del San Babila

Vi aspetto a teatro



Roberto Vandelli presenta Doppia Coppia

Roberto Vandelli, diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica di Milano, attore di soap opera  in Vivere e attore di cinema, racconta il suo rapporto con il Teatro San Babila, il suo personaggio in Doppia coppia - in scena dal 13 al 18 dicembre - e vi invita a teatro nelle videointerviste:

La mia amicizia decennale con Marco Vaccari

Roger, il mio personaggio in Doppia coppia

vi aspettiamo al San Babila, anche per Capodanno!


venerdì 9 dicembre 2016

Marco Vaccari presenta Doppia coppia nelle videointerviste

Le video interviste a Marco Vaccari, regista ed interprete di Doppia coppia, in scena dal 13 al 18 dicembre e il 31 dicembre con due spettacoli.

Guardate le video interviste, cliccando sul titolo in azzurro.

Alla fine delle prove Vaccari racconta:

Il mio doppio ruolo in Doppia Coppia

La scelta di Doppia Coppia

mercoledì 7 dicembre 2016

Dal teatro di ricerca al Teatro San Babila con la mia bimba in camerino!


 

In Doppia Coppia di Derek Benfield, con la regia di Marco Vaccari, Maddalena Rizzi è Helen, moglie fedifraga che ha pianificato un fine settimana con il suo amante Geoff (Gianni Lamanna) e che, per una serie di divertenti equivoci, troverà nello stesso albergo il marito e la moglie del suo amante, tra i tentativi di Ferris (Marco Vaccari) di risolvere l’intricata questione.

 

 


Doppia coppia sarà in scena al San Babila dal 13 al 18 dicembre e il 31 dicembre con un doppio appuntamento alle ore 18 e alle ore 22.
Maddalena Rizzi è molto contenta di esibirsi al San Babila, infatti racconta: «dopo anni in cui ho lavorato a Roma, sono onorata  di tornare a Milano, la mia città, e, in particolare di esibirmi al Teatro San Babila, al quale con i miei genitori e i miei nonni eravamo abbonati e lo consideravamo il salotto di Milano.   Quindi per me debuttare in Doppia coppia qui è un ritorno in bello stile nella mia città. Inoltre sono stata scelta tramite un provino, e ne sono molto soddisfatta poiché oggi in teatro è raro fare provini per selezionare gli attori di una compagnia, come ha fatto invece Marco Vaccari e questo gli rende merito. »


Maddalena interpreta Helen, uno dei due personaggi femminili della commedia e afferma: «il testo ha un intento di satira sociale in cui le donne sembrano incarnare gli stereotipi: una è una vamp mentre il mio personaggio è goffo,  va in giro con i cioccolatini, ma poi la situazione finisce con un ribaltamento delle parti e le due donne ne escono impunite, nonostante  lo scambio tra marito e fidanzato, sono le donne a essere vincenti.»

Oggi Maddalena è mamma di una bambina e racconta come per una donna non sia facile conciliare lavoro e famiglia: «a volte temo di non farcela, vivi sempre in giro e mia figlia naturalmente viene con me, così ogni giorno mi alzo all’alba e quando vado in scena sono già stanca, ma poi salgo in palcoscenico e  mi ricarico!»  


La passione per il teatro per Maddalena è iniziata da un incontro casuale come racconta: «abitavo in via Abbiategrasso e al Teatro Ringhiera, oggi gestito da Serena Sinigaglia, c’era la scuola degli ex allievi della Paolo Grassi e il direttone del teatro mi ha fermato e mi ha chiesto se volevo fare teatro, mentre io volevo fare la storica dell’arte. Poi invece ho scelto di frequentare la Paolo Grassi, mi sono anche laureata in Sociologia con una tesi dedicata al teatro di ricerca in particolare sulla manifestazione "Teatri 90" organizzata da Antonio Calbi, e poi mi sono trasferita a Roma; ora tornare a Milano è tornare alle mie origini.» Ar.C.

martedì 6 dicembre 2016

In Doppia Coppia Emanuela Rimoldi rivela per la prima volta la sua vena comica

 

foto di Marcello Norberth

A Milano in Doppia coppia di Derek Benfield con la COMPAGNIA TEATRO SAN BABILA, per la regia Marco Vaccari, Emanuela Rimoldi è una brillante Sally dal 13 al 18 dicembre e il 31 dicembre con un doppio appuntamento alle ore 18 e alle ore 22.




Emanuela Rimoldi interpreta Sally, amante di Roger (Roberto Vandelli) che si reca in un hotel, in cui Ferris (Marco Vaccari) lavora sostituendo temporaneamente la sorella. Proprio nello stesso hotel arrivano inaspettatamente  i rispettivi coniugi della coppia clandestina, Helen (Maddalena Rizzi) e Geoff (Gianni Lamanna), anche loro fuggiti da casa per una sera, in una girandola di equivoci a cui Ferris deve far fronte per evitare che la “doppia coppia” si incontri.

La compagnia Teatro San Babila

Emanuela Rimoldi racconta la sua Sally: «è una donna sofisticata, rispetto ad Helen è più metropolitana e molto allegra, vive la sua prima esperienza extraconiugale in modo piccante ma anche solare, non sente l’angoscia e i sensi di colpa di Helen, che invece vuole nascondersi, vive male l’esperienza del tradimento come peccaminosa. Sally ha voglia di divertirsi, ma in realtà si annoierà molto, perché non si realizza nessuno dei suoi programmi, anche se lei fino all’ultimo non capisce quasi nulla di cosa le accade intorno, è svagata e leggera. Ho voluto rendere il mio personaggio brillante, fanciullesco e giocoso rispetto all’apparenza sofisticata che ha.»
foto di Marcello Norberth

Per la prima volta Emanuela recita al Teatro San Babila, dopo il recente Zio Vanja di Čechov con la regia di Filippo Gili. E aggiunge: «sono contenta di esibirmi per la prima volta in una vera e propria commedia dopo tanto teatro impegnato in cui ho spaziato da Čechov a Shakespeare; grazie a Marco Vaccari ho scoperto la mia parte comica e ora spero di proseguire in ruoli simili. Recito da quando sono piccola, prima in modo amatoriale, mi sentivo più a mio agio sul palco che fuori, infatti per me è una passione innata, però ho studiato, frequentando varie scuole di teatro, come l’Actor’s Studio. Da anni recito come professionista e ora misurarmi con una commedia è una bella esperienza: è una novità poter far emergere una parte divertente di me, che ho sempre tenuto un po’ in secondo piano, ma che i registi mettevano già in luce; ora sono contenta di sviluppare questa nuova linea. Recitare in una commedia è più complesso poiché la comicità ha tempi già stabiliti ed è più complicata da far funzionare bene. Ora considero la comicità una strada da percorrere ancora dato che per me è stata un nuova scoperta; per essere bravi comici, devi crederci e devi sentire il personaggio comico dentro di te, non puoi costruirlo e, quando lo hai dentro, le parti divertenti escono in modo spontaneo. Quindi ora vi aspetto al San Babila!» Ar. C.

giovedì 24 novembre 2016