Quando parla della commedia “La vita non è un film di Doris Day”, scritta da Mino Bellei, in scena al San Babila dal 6 al 15 maggio, Lydia Biondi sottolinea subito, con la verve che la caratterizza, il clima di amicizia che la lega alle sue colleghe di scena, Paola Gassman, Mirella Mazzeranghi.
Afferma infatti: «le mie colleghe sono anche amiche, abbiamo scelto insieme di interpretare la storia di tre donne che si incontrano il giorno di Natale per interrompere la loro vita solitaria. Stavamo già lavorando insieme quando venne a trovarci un mio ex allievo, dicendo “vi ho portato un testo perfetto per voi, data la vostra sintonia in scena.”
Lo abbiamo tenuto per un po’ nel cassetto, poi Paola ha preso l’iniziativa e così lo abbiamo messo in scena. Noi sul palcoscenico raccontiamo di tre amiche, ma lo siamo anche nella vita, così parliamo anche di noi stesse; è un testo aperto che si presta anche all’improvvisazione. Io interpreto un’attrice un po’ svampita che pensa solo ad apparire, così mi diverto perché è un personaggio completamente diverso da come sono io nella realtà. Ora sono molto contenta di venire al San Babila di Milano: fare teatro qui ti consente anche di creare un ponte tra Milano e Roma, città che altrimenti sarebbero teatralmente lontane, poiché sono realtà differenti.»
Lydia Biondi, noto volto televisivo e cinematografico, concilia con
disinvoltura le varie arti dello spettacolo, infatti afferma: «spazio dal
cinema al teatro, poiché gli orari quotidiani di lavoro sono diversi, per il
cinema si è impegnati anche dalle cinque del mattino, ma si finisce nel
pomeriggio, mentre in teatro, a parte le prove, si lavoro spesso di sera. Certo
è sempre meglio non accumulare troppe attività insieme, ma quando mi capitano
lavori interessanti contemporaneamente, mi fa piacere dedicarmi a tutte le
attività. Teatro e cinema infatti sono sfaccettature di una stessa arte; quando
è fatto bene è molto interessante fare cinema, ci sono settori specifici che
contribuiscono alla riuscita di un film che mi affascinano.»Lo abbiamo tenuto per un po’ nel cassetto, poi Paola ha preso l’iniziativa e così lo abbiamo messo in scena. Noi sul palcoscenico raccontiamo di tre amiche, ma lo siamo anche nella vita, così parliamo anche di noi stesse; è un testo aperto che si presta anche all’improvvisazione. Io interpreto un’attrice un po’ svampita che pensa solo ad apparire, così mi diverto perché è un personaggio completamente diverso da come sono io nella realtà. Ora sono molto contenta di venire al San Babila di Milano: fare teatro qui ti consente anche di creare un ponte tra Milano e Roma, città che altrimenti sarebbero teatralmente lontane, poiché sono realtà differenti.»
Tra i film di Lydia, figura anche “Sole a catinelle”, girato l’anno scorso con Checco Zalone, fenomeno cinematografico del momento con il recente “Quo vado?” «Checco è così anche nella vita, sono quegli attori che portano al pubblico la propria personalità, poi, se sono bravi, diventano ottimi attori. Per quello che ho avuto modo di conoscerlo, Zalone è colto, gentile, un ottimo musicista, una persona di tutto rispetto, mette in scena se stesso con la sua ironia, sono molto felice del suo attuale successo.» Ar. C.
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