Andrea Roncato, noto anche per il celebre duo comico Gigi e Andrea, ideato con Gigi Sammarchi - che ha appena recitato al San Babila in Toccata e fuga con la regia di Marco Vaccari - si è cimentato in televisione, cinema, teatro in ruoli comici, ma rivelando anche intonazioni inaspettatamente drammatiche in Il cuore grande delle ragazze, e nel film tv Un matrimonio, grazie al regista Pupi Avati.
Al Teatro
San Babila, dal 12 al 21 febbraio, in Il
marito di mio figlio scritto e diretto da Daniele Falleri, interpreta un
padre che scopre che suo figlio vuole sposare un uomo. Spiega Andrea: «la commedia
è molto carina e intelligente, l’avevo già interpretata quattro anni fa, era un
testo molto avanti nel tempo, e ora la ripropongo con un nuovo cast. Interpreto
un padre omofobo, che prima osteggia la scelta del figlio di sposare un uomo,
poi alla fine capisce il sentimento sincero che lega i due ragazzi. Non vuole
essere una commedia politica, né un manifesto gay, ma vuole illustrare la situazione
che stiamo vivendo adesso, con un pizzico di romanticismo e con una forte
comicità. Gli attori del cast sono tutti molto bravi: Eva Grimaldi, Pietro De
Silva - il vero comico - Pia Engleberth,
Ludovico Fremont, la giovane Roberta Garzia, Andrea Standardi.»
Andrea
Roncato si divide tra teatro, tv e cinema: «mi piace recitare in teatro, faccio
serate con Gigi e poi per me scelgo commedie di autori contemporanei, per
cambiare ruolo, e dimensione; tra poco tornerò a lavorare con Pupi Avati. È
importante per noi attori comici interpretare parti diverse, non essere sempre
uguali a noi stessi, altrimenti rischi di diventare ripetitivo, non puoi a
sessant’anni interpretare ancora al cinema quello che rincorre in spiaggia le
ragazzine! Devi adeguare i ruoli alla tua crescita personale e ai tuoi
cambiamenti fisici e caratteriali. Io ho vissuto anche l’epoca dei grandi
varietà del sabato sera, come l’innovativo Premiatissima,
ho recitato in fiction di successo come Carabinieri,
ho scritto il libro Ti avrei voluto,
mi piace alternare attività differenti e quando insegno recitazione nelle
scuole, nelle accademie, nei
master, spiego ai ragazzi che qualunque strada
sceglieranno di intraprendere nella vita,
potrà essere utile avere imparato a recitare una poesia e non declamarla e soprattutto imparare a
stare su un palcoscenico.» Ar.C.
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