Al Teatro San Babila di Milano dal 22 aprile al 1 maggio, l’attrice cinematografica e televisiva Barbara De Rossi che torna in teatro, da cui mancava dal 1996 quando aveva recitato con Marco Columbro in L’anatra all’arancia, una commedia brillante.
Spiega la sua decisione di ritornare in teatro con una tragedia di matrice classica: «Medea nella versione di Jean Anouilh, è una donna molto moderna con un linguaggio efficace; ha una potenza tragica e drammatica fortissima con una grande possibilità espressiva, motivi per i quali ho scelto questo personaggio. Jean Anouilh è un autore del Novecento che ha riscritto il mito classico con un linguaggio moderno: io considero Medea una donna che ha vissuto un amore sbagliato, totale, assoluto, oltre ogni immaginazione. Medea uccide per Giasone, ma poi viene ripudiata poiché per interessi di stato Giasone deve sposare un’altra. Nella mia interpretazione metto in luce il senso di rifiuto che prova e quindi la sua sofferenza e la sua solitudine, finché non arriva a progettare il terribile piano di uccidere i suoi figli per punire l’amato. Nella regia di Branchetti esplode in modo forte la volontà di vendetta e appaiono evidenti le arti magiche che la donna tradita vuole utilizzare per vendicarsi. Medea è un personaggio feroce, forte che affronta il male con disperazione e rabbia.»
Barbara De Rossi ha interpretato numerosi sceneggiati televisivi tra cui Storia d'amore e d'amicizia di Franco Rossi, e la Piovra diretta da Damiano Damiani con Michele Placido e ha recitato in moltissimi film, tra cui Così come sei e La cicala con la regia di Alberto Lattuada, si è esibita anche nei reality come Notti sul ghiaccio e Ballando con le stelle. Dice: «la televisione è sempre una forma di intrattenimento gradito al pubblico, anche se ci sono fiction belle e altre meno belle, ho provato anche quei reality in cui ho potuto mettermi alla prova o imparare qualcosa, come Ballando con le stelle poiché saper muovere bene il corpo è importante per un’attrice, ma anche Notti sul ghiaccio è stata una sfida che mi ha lasciato qualcosa. Ultimamente ho partecipato a sei corti che raccontano l’abbandono, la serie si intitola Dirsi addio e sarà tra poco nelle sale; inoltre mi rivedrete in Il bello delle donne e in Amore criminale, ma per il momento, l’adrenalina che mi trasmette il pubblico teatrale mi dà molte emozioni. Infatti in tv e al cinema alle donne di cinquanta e cinquantacinque anni vengono offerti solo ruoli stereotipati, viene dato poco spazio alle donne che hanno già maturato un’esperienza, questo è avvilente, invece nel teatro ci vengono affidati ruoli molteplici.» Ar. C.
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