Risate amare in Ostaggi di Angelo Longoni
Il nuovo testo del drammaturgo e regista Angelo Longoni, Ostaggi,
debutta al Teatro San Babila di Milano dal 23 al 25 febbraio 2018 con Michela
Andreozzi, Jonis Bascir, Pietro Genuardi, Gabriele Pignotta, Silvana Bosi.
Torna al San Babila, il regista e drammaturgo Angelo Longoni
con un suo nuovo testo, Ostaggi, incentrato
su drammatici episodi di cronaca che si sono verificati in questi anni di crisi
economica: «dal 2008, anno della crisi economica - racconta Longoni - si sono
verificati molti casi, anche violenti e autolesionistici di imprenditori, che
sono stati vessati dallo Stato, dalle banche, dai creditori, da Equitalia e che sono andati fuori di testa, poiché non
sono riusciti a pagare gli stipendi e a reggere allo stress emotivo e
finanziario della propria condizione, così hanno commesso atti deprecabili,
anche se in un certo modo giustificabili.
In Ostaggi racconto appunto la storia
di un imprenditore disperato che prende in ostaggio alcune persone che si
trovano in una panetteria, innescando reazioni imprevedibili tra gli ostaggi
che rivelano le loro difficoltà e solidarizzano fra loro. Al di là del fatto che questi gesti di disperazione
possono essere criticabili rappresentano uno spaccato del paese che dura da 10
anni. Io non faccio il giornalista o il sociologo ma in teatro voglio rappresentare
la realtà, così tutto lo spettacolo è
giocato su più livelli: si assiste a un momento drammatico, come un sequestro,
ma in alcuni momenti subentra una vera comicità di situazioni. Quando si vuole
trasmettere un contenuto, non bisogna dimenticarsi che si fa spettacolo e che l’attenzione
dello spettatore va attirata, così mostrare azioni e comicità in scena
funziona: gli ostaggi si rivelano imprevedibili, infatti sono tutti deboli
socialmente, una ex infermiera diventata prostituta, una signora anziana che sopravvive con una
pensione da fame, un extracomunitario che viene denigrato, mentre il panettiere
è l’unico attivo socialmente, che lavora e guadagna, ma è
preso di mira dal furto, poi si rivela razzista
e usa luoghi comuni e dice ovvietà in cui in cui poi la maggior parte degli
italiani si riconosce. Lo spettacolo sta riscuotendo grande successo perché il
pubblico si riconosce nelle difficoltà e nei sentimenti dei personaggi.»
Angelo Longoni, che si è diplomato alla Paolo Grassi di
Milano ed è vicedirettore del Centro di Drammaturgia Contemporanea afferma: «non
si impara a scrivere solo con la scuola, bisogna avere una creatività innata e
la voglia di esercitarsi, si impara a scrivere, scrivendo ed esercitandosi con
costanza. Oggi ci sono molti autori italiani, ma bisogna sostenerli e farli
conoscere, come stiamo facendo anche con il sito del Centro di Drammaturgia, in
cui ogni autore può registrarsi e pubblicare i suoi testi così da avere maggior
visibilità. Cerco di essere utili agli autori. L’Italia è un popolo provinciale,
noi andiamo a teatro a vedere la drammaturgia degli altri paesi, ma poco ci
informiamo sui nostri autori contemporanei: Inoltre è difficile che i paesi
stranieri si occupino della nostra drammaturgia, quindi dobbiamo cercare di sprovincializzarci,
anche promuovendo le traduzioni e gli scambi con altri paesi.» Ar. C.
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