giovedì 5 novembre 2015

Il sarto su misura e la ricamatrice che non ti aspetti



Un sarto di abiti militari e la sua apparentemente timida assistente si improvvisano stilisti per l’abito da sposa della figlia del capitano, in un tenero affresco degli anni Sessanta, scritto da Mario Gelardi per un brillante Pino Strabioli e l’attrice rivelazione Alice Spisa. Tutto sulle note della straordinaria musica anni Sessanta e in particolare sulle canzoni di Rita Pavone di cui il sarto protagonista è un fan.






Arriva al Teatro San Babila di Milano L’abito della sposa di Mario Gelardi, con la regia di Maurizio Panici, la storia di Lucio, un sarto militare che si improvvisa ideatore per l’abito da sposa della figlia del suo capitano, chiamando in suo supporto una giovane ricamatrice, Nunzia. Pino Strabioli, attore, regista e conduttore televisivo, illustra la particolarità dello spettacolo di cui è protagonista, insieme ad Alice Spisa, vincitrice nel 2013 del prestigioso Premio Ubu under 30.
«Lo spettacolo è ambientato nel 1963 e Mario Gelardi ha pensato per me il personaggio del sarto, mi ha quasi cucito addosso un abito teatrale su misura, costruendo un piccolo affresco, anche storico, degli anni Sessanta. Infatti, nella piccola sartoria napoletana in cui Lucio lavora con Nunzia, rivivono, attraverso la radio, la cronaca rosa, come il matrimonio Ponti – Loren e la visita in Italia di Kennedy, ma anche la grande storia come la tragedia del Vajont, racconti di vicende di cui tanti spettatori si ricorderanno, mentre i giovani possono conoscerle meglio. »
Elemento fondamentale dello spettacolo è la musica che irrompe attraverso la radio presente in ogni casa dell’epoca: racconta infatti Strabioli: «allora la finestra sul mondo erano le canzoni di un’Italia che cantava sempre, così le note di Mina, del festival di Napoli, e, in particolare, le trascinanti canzoni di Rita Pavone - la cantante preferita di Lucio  rendono protagonista la musica. In scena compare anche un mangianastri che molti spettatori riconosceranno con nostalgia; così la musica, le piccole e semplici vite dei due personaggi danno un tocco poetico e di tenerezza allo spettacolo.»
Pino Stabioli è entusiasta di tornare a recitare in teatro, anche perché da molto tempo si batte anche in televisione perché l’arte teatrale sia conosciuta e apprezzata da tutti con trasmissioni incentrate sulla memoria teatrale e sui grandi interpreti come Paola Borboni, Dario Fo, Giorgio Albertazzi, Franca Valeri, Gigi Proietti, Piera Degli Esposti, Valentina Cortese e Carlo Giuffrè e Paolo Poli.
Strabioli, da attento uomo di spettacolo, è anche consapevole che, data la crisi che sta vivendo il teatro, è utile cercare nuove strategie, così punta sul web come racconta:  «Oggi bisogna rivedere il progetto culturale di questo paese, bisogna mettersi a tavolino e ripensare alla cultura, come industria produttiva; lavorando con Paolo Poli in E lasciatemi divertire e poi con Piera Degli Esposti, ho visto quanto si possono coinvolgere i giovani attraverso il web, così che a loro il teatro non appaia come un reperto da museo: attraverso i post e i twitter pensati per promuovere a Roma  lo spettacolo Wikipiera – titolo ispirato a Wikipedia – interpretato da Piera degli Esposti,  i giovani sono accorsi a teatro per conoscere la vita di questa singolare attrice. Quindi ben vengano i social network se sono strumenti per invitare i giovani allo spettacolo dal vivo! »






Alice Spisa, dopo aver studiato a Londra ed essersi diplomata alla Scuola dello Stabile di Torino, spazia dal teatro classico a quello contemporaneo, ai successi cinematografici, e si misura ora con il sorprendente personaggio di Nunzia, la ricamatrice. Racconta Alice: «Nunzia è una ragazza semplice che viene da Pozzuoli, fa la sarta ricamatrice e, quando arriva nella sartoria di Lucio, è riservata, timida, scontrosa, ma nasconde una aggressività che verrà fuori man mano, riservando soprese agli spettatori.»
«I testi per due attori sono sempre magnifici – prosegue Alice Spisa - recentemente ho lavorato anche con Monica Guerritore in Qualcosa rimane di Donald Margulies, e ora con Pino Strabioli è nata una bellissima amicizia; tra noi c’è comprensione e scambio di opinioni, ci divertiamo molto ad andare in tournée insieme. Come attrice ho spesso interpretato spettacoli differenti, forse perché ho una fisicità che non mi ha mai ingabbiato in un solo ruolo, infatti sono contenta perché quando ho scoperto la passione per la recitazione, è stato come scoprire mondi diversi in cui misurami.»
E ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di attrice, Alice, rievocando i suoi inizi, dice: «io sono cresciuta in teatro, era una mia seconda casa, dato che i miei genitori lavoravano per il teatro, anche se non recitavano, ma ero la tipica bambina che dormiva sul divanetto della sartoria teatrale, e la mia passione è nata anche dalla videoteca di mio nonno che aveva moltissimi video, così ho deciso giovanissima di fare l’attrice. Dopo aver studiato recitazione, ritengo che la scuola sia importante per darti gli strumenti di base, ma ancora più fondamentale è trovare un maestro che ti dia le chiavi per accedere al tuo mondo interiore così da poter poi creare dei personaggi.» Ar.C.





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