giovedì 9 novembre 2017

Agnese Nano fra le donne del Seduttore di Fabbri

Agnese Nano, noto volto cinematografico, indimenticabile per la sua partecipazione a Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, e volto televisivo, protagonista di Edera e Incantesimo, da tempo si dedica con successo al teatro. Emozionata sarà per la prima volta al Teatro San Babila di Milano dal 14 novembre in Il seduttore di Diego Fabbri, insieme a Roberto Alpi, Laura Lattuada e Isabel Russinova.


«Il mio personaggio è Alina – racconta – sono la segretaria del seduttore, Eugenio, interpretato da Roberto Alpi, incarno le doti di gioventù e di gioia di una ragazza innamorata dell’amore. Alina subisce il fascino del seduttore seriale, che vede la donna come una sua proiezione, sceglie tre donne differenti fra loro in base a uno stereotipo maschile: la moglie Norma, più rassicurante che si occupa della casa anche se è segnata dalla morte del figlio, Wilma, la più aggressiva e la mia Alina. Le tre donne sono tre facce di come le donne si relazionano con gli uomini, hanno un carattere vario e complesso, mentre gli uomini sono più bidimensionali.  

Il “seduttore” di Fabbri inizia un gioco perverso, mentale con le sue tre donne, poiché in ognuna cerca una caratteristica di cui lui ha bisogno, come se fossero un’unica donna con un lato materno, uno cinico e uno giocoso. Quando ho letto il testo di Diego Fabbri l’ho subito trovato molto interessante e attuale, poiché oggi ancora di più gli uomini possono usare i social e crearsi tante identità, moltiplicarsi, come fa il protagonista della nostra commedia. Infatti, nel testo il personaggio maschile incarna un egocentrismo malato: con ogni donna si relaziona in modo diverso, così da non sapere più chi è lui in realtà. Moltiplica infatti il suo personaggio e crea tre diverse identità, così di fronte alle sfide della vita si rifiuta di andare fino in fondo, come accade ad alcuni uomini oggi. Alla fine le tre donne si raccontano in tre intensi monologhi e dimostrano di avere raggiunto una loro pace, nonostante le vicende non appaganti che hanno vissuto, mentre il seduttore mantiene la sua inquietudine, infatti è una commedia dal doppio livello, intrisa di tragico che fa riflettere oltre che divertire.


Sono contenta di debuttare al Teatro San Babila in cui non sono mai stata e non mi dispiace essermi allontanata dalla televisione, poiché dagli anni 80 in poi i programmi sono andati sempre più decadendo, per coinvolgere un maggior numero di persone, mentre penso che, banalizzando i contenuti, per allargare l’utenza, non si accontentino gli spettatori che cercano ancora una televisione di qualità.» Ar. C.


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